Sandro Govi, presidente dell'Unione dei Comuni del crinale e sindaco di Busana, comunica alcune riflessioni su aspetti negativi e positivi del vivere nel nostro alto Appennino.
L’approvazione dei bilanci di previsione dell’Unione e dei comuni del crinale (Villa Minozzo, Busana, Collagna, Ramiseto e Ligonchio) offre lo spunto per alcune considerazioni di carattere generale sulla situazione degli enti locali e del territorio del crinale.
Certamente la montagna su alcuni grandi temi è segnata da un ritardo e da una distanza dal resto del territorio provinciale che le amministrazioni locali e le forze politiche devono sentirsi impegnati a colmare.
Il tema del superamento del digital-divide e della connessione in banda larga alle imprese e cittadini del crinale; la necessità di interventi che migliorino radicalmente la viabilità statale e provinciale; il problema dello spopolamento e dell’invecchiamento della popolazione e la grande sfida della creazione di nuove opportunità occupazionali per i giovani dell’alto Appennino reggiano rappresentano grandi questioni che ancora collocano le aree montane in una situazione di oggettivo svantaggio rispetto agli altri territori della Provincia.
Tuttavia credo che non sia utile e forse nemmeno del tutto onesto rappresentare il crinale solo ed esclusivamente come un’area afflitta da problemi irrisolti, da svantaggi e da arretratezza.
Per affrontare adeguatamente e con la giusta coscienza dei propri mezzi le sfide del futuro ritengo che cittadini, imprese ed amministratori debbano avere la consapevolezza delle eccellenze, dei valori e delle risorse del proprio territorio.
In questi anni molto è stato fatto e sono convinto che oggi i cittadini della montagna abbiano maturato ed assimilato la realtà che su molti fronti la montagna è un luogo di eccellenza e di qualità: penso all’idea del Parco Nazionale e più in generale alla qualità dell’ambiente naturale, penso alla qualità delle relazioni sociali ed all’assenza di gravi e significativi conflitti sul tema dell’integrazione con le diverse culture ed esperienze di cui sono portatori gli immigrati, penso al tema della sicurezza e della diffusione della criminalità, ed infine penso alla rete dei servizi sociali alla persona, agli asili, all’ospedale, alle scuole di infanzia o alle strutture pubbliche per gli anziani.
Vi è un tema, però, che a mio avviso non è ancora del tutto percepito, compreso o forse sufficientemente comunicato e che ritengo meriti di essere approfondito: il crinale rappresenta un’area oggettivamente avvantaggiata per quanto riguarda l’imposizione fiscale locale.
Le principali leve fiscali in mano ai comuni, ICI ed addizionale IRPEF, sono tra le più basse del territorio provinciale; non solo: le principali tariffe dei servizi a domanda individuale (rette delle mense, servizio domiciliare, rette di frequenza ai micro–nidi ed alle scuole materne, costo dei trasporti scolastici) si collocano come tra le più basse ed economiche della provincia di Reggio Emilia.
In particolare sulle aliquote ICI prima casa e sull’addizionale Irpef il territorio di crinale si caratterizza ormai come una sorta di “free-tax area”.
Per quanto riguarda l’addizionale IRPEF, ad esempio, non è applicata da nessuno dei quattro cumuni dell’Unione, quando nel resto della provincia più di 30 comuni su 45 la applicano!!
Sul fronte dell’Ici, grazie all’azione congiunta delle basse aliquote (Busana 4,8, Ligonchio 5,5, Collagna e Ramiseto 6,0 per mille), delle alte detrazioni e delle basse rendite catastali, di fatto molti cittadini della montagna sono esentati dal pagamento di tale imposta!!
Personalmente sono convinto che il basso livello di imposizione fiscale locale sia il risultato di molti fattori. Certamente per l’anno 2007 il considerevole aumento di risorse statali destinate ai piccoli comuni di montagna dalla Finanziaria è stato importante, tuttavia vi sono dati strutturali che hanno aumentato negli anni la competitività e l’efficienza degli enti locali del crinale: esiguità del personale impegnato (vi sono comuni che funzionano con sette dipendenti!), coraggio ed innovazione nell'investire sulle gestioni associate ed una corretta destinazione degli oneri di urbanizzazione per finanziare investimenti (e non per gonfiare artificiosamente la spesa corrente), disegnano un quadro di generale virtuosismo degli enti locali che lascia ben sperare per il futuro e per il mantenimento di un basso prelievo fiscale nelle tasche dei montanari.