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I pini di Castelnovo

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Le cartoline di inizio secolo scorso su Castelnovo ne' Monti raccontano di un paesaggio diverso. Nelle abitazioni, ma anche nella vegetazione attorno. I monti Castello, Bagnolo e Forco erano assai meno ricoperti di alberi di quanto li conosciamo ora. Anzi, a pensarci bene, chi di noi non è mai rimasto colpito dalla presenza di così tanti ‘pini’ (o conifere in generale) nel capoluogo montano, diversamente circondato da cerri, querce, noccioli, castagni e faggi più in alto?

Una risposta a questa domanda la troviamo sfogliando il Bollettino Agricolo della Provincia di Reggio Emilia, periodico dato alle stampe dal 1919 e tuttora edito dall’Associazione provinciale allevatori. Negli anni Trenta, a Castelnovo, a primavera si segnala la tradizionale e ricorrente “Festa degli Alberi”, in occasione della quale “saranno piantanti 18 piante di pino nero sul monte Forco”.

Perché nacque questa festa? Uno dei motivi è da ricercare nel rinnovamento dell’attenzione all’ambito forestale e rurale che interesso l’Italia e la nostra montagna agli inizi del Novecento. Anche nel reggiano si dibattè il problema degli eccessivi disboscamenti per dar spazio ai campi anche in declivi che, presto, sarebbero franati.

Conferme che ci giungono dal sito del Corpo Forestale dello Stato dove si legge che questa è una festa ancora attuale, celebrata il 4 ottobre e il 21 marzo di ogni anno in tutte le scuole d’Italia e stabilita da un decreto del Ministero delle Politiche agricole e forestali e del Ministero della Pubblica istruzione del 2000.

Sempre dal sito, la sorpresa:… “la necessità di sensibilizzare anche i più giovani alle tematiche relative alla salvaguardia delle risorse fitogenetiche con particolare riguardo alle specie arboree da frutto ed alle essenze forestali autoctone, attualmente in pericolo anche per la forte incidenza degli incendi boschivi, ha portato a rispolverare in forma moderna, un’antica tradizione un tempo molto diffusa nelle scuole che risale al 1902”.

La “Festa degli Alberi”, che ebbe alterne fortune nei diversi comuni sino agli anni Sessanta, venne istituita da un regio decreto: essa prevedeva di mettere a dimora piante autoctone in occasione della celebrazione in aree pubbliche. Ma perché dare così tanto spazio alle conifere a Castelnovo? Chi avesse maggiori informazioni, può comunicarcele e le pubblicheremo.

(Studio Arlotti Notizie)

2 COMMENTS

  1. Periodo fascista
    Penso, per il poco che posso sapere, che la questione dei boschi di conifere impiantati sui colli di Castelnovo abbia a che fare con la politica forestale del fascismo, che incitava alla costituzione di parchi della Rimembranza e boschi del Littorio… E questi, in realtà, sono anche i nomi – ormai ovviamente caduti in disuso – del manto arboreo di monte Bagnolo.

    (Commento firmato)

  2. Periodo fascista
    Ero bambino, ma ricordo benissimo, a scuola la festa dell’albero e Monte Bagnolo con le piccole piantine di conifere, peccato che poco dopo per ovvie necessità, con la battaglia del grano, molti boschi cedui e castagneti siano andati distrutti.

    Ermete Muzzini