E’ sempre cosa rilevante e da salutare con grande soddisfazione l’allargamento degli spazi informativi. Soprattutto quando ciò avviene in zone storicamente più deboli come l’Appennino (nello specifico, il nostro), meno favorite nell’ambito delle comunicazioni dalla natural conformazione del territorio. E ancora di più quando a farlo sono collaboratori ed amici.
L’ingegno si aguzza, quando si ha voglia di fare; e, nel momento in cui le tecnologie rendono le cose fattibili, davvero si possono “scavalcare le montagne”: si prendono le strade informatiche e si arriva, senza colpo ferire, senza né rumore né inquinamento né altri impatti fastidiosi, direttamente là, dove si vuol arrivare: al fruitore delle notizie. E anche così si fa comunità.
A bomba. Gabriele Arlotti, vettese, giornalista free-lance e agronomo, collaboratore di periodici specializzati, giornali e riviste (come l’ormai storica testata cartacea dell’Appennino reggiano, Tuttomontagna, nonché, da qualche tempo, anche di questo sito), ha pubblicato di recente un proprio spazio web, dalla grafica fine e delicata e immagini di natura, www.studioarlotti.com, in cui riporta, oltre ad altri servizi che fornisce a livello professionale, notizie ed aggiornamenti di interesse che fanno riferimento al nostro Appennino, soprattutto in riguardo di zootecnia, agricoltura, assetto del territorio; ma non mancano “puntate” più larghe, in argomenti più schiettamente cronachistici, che rendono ancor più gradevole la lettura al visitatore-web.
Più nello specifico – com’è espressamente dichiarato nella home – “lo Studio Arlotti è attivo nel settore della comunicazione dello sviluppo rurale dagli anni Novanta, in comunicazione e immagine; si occupa dell’organizzazione di eventi; di progettazione, studi e ricerche in ambito di produzioni tipiche, territori, cooperazione e cultura”. Nelle sezioni in cui è suddiviso il sito vengono poi maggiormente dettagliati questi singoli servizi offerti.
Abbiamo chiesto due cose volanti all’interessato.
Gabriele, cosa ti proponi con questo “sbarco” nella rete?
“Per chi opera nell’informazione non utilizzare Internet è certamente un rimanere indietro. Cerco in questo modo, naturalmente, di farmi conoscere ed allargare il mio raggio d’azione”.
Da dov’è nata la voglia di scrivere?
“Io mi considero un semplice ‘operaio della penna’. Invidio chi riesce a mettere insieme dei libri”.
Ma esperienza sulle spalle nel settore ormai ne hai parecchia; poi ti diletti in attività coristiche (nel prestigioso “Vocilassù” di Toano)… Insomma, credi proprio che si debba emigrare per stare bene?
“Per niente. Il mio sito, tanto per dire, è stato realizzato da un montanaro, Francesco Canovi. Anche in montagna si può lavorare… “.
E allora lavoriamo. E che le istituzioni locali si impegnino sempre meglio in tal senso, con investimenti in loco e favorendo le condizioni affinché chi lo desideri non si trovi la strada sbarrata non da condizioni naturali sfavorevoli (cui si può spesso cercare di ovviare; e l’informatizzazione è uno di questi modi) ma da mortal accidia.