Grande affluenza ieri sera, a Felina, nelle sale parrocchiali, per l’intervento dell’ex (di Felina) parroco don Pier Luigi Ghirelli sui cambiamenti sociali, economici, culturali ed ecclesiastici del Brasile.
Con chiarezza e competenza, il sacerdote, da poco rientrato da un viaggio nelle parrocchie della Bahia da lui condotte nel corso di vent’anni, ha illustrato un Brasile dove i contrasti si fanno sempre più evidenti, un grande “cantiere in costruzione”, ricco di materie prime, di manodopera a basso costo, un grande “mercato”, che però ancora paga lo scotto degli errori della colonizzazione portoghese. Infatti le terre sono a tuttoggi in mano ad una ridottissima parte della popolazione e la riforma agraria, auspicata da tanti movimenti popolari, come l’Mst (Senza terra) non viene realizzata.
Un Brasile che fa gola alle multinazionali attirate, tra l’altro, dalle enormi agevolazioni fiscali, ma che non si occupa a sufficienza dei servizi minimi alla persona, lasciando, per esempio, le strade senza alcuna manutenzione.
Un Paese dove le ingiustizie sociali hanno provocato il dilagare della violenza, costringendo le persone a barricarsi, letteralmente, nelle case e dove le varie chiese e chiesuole protestanti stanno espandendosi, promettendo miracoli e aiuto.
Ma anche il Brasile del “presidente operaio”, Lula Ignazio Da Silva, il quale sta cercando di attuare varie riforme, come il programma per l’indipendenza energetica, e che, con il progetto “Fame Zero”, ha distribuito un reddito minimo a circa 40 milioni di persone in situazione di insicurezza alimentare.
Molto criticato, Lula, perché non ha attuato la riforma agraria promessa nella campagna elettorale del 2002. Criticato Anche dal suo ex consigliere speciale, il teologo domenicano Frei Betto, perché invece di legarsi ai movimenti sociali che l’avevano sostenuto, si è unito ai poteri forti.
Per quanto riguarda la religione, don Ghirelli si dice nauseato dalla presenza ovunque di scritte inneggianti a Cristo, proprio in mezzo al peccato evidente che crea povertà, manifestazione plateale di una società tanto ingiusta. Il parroco legge dall’Esodo: “Ho ascoltato il grido del mio popolo…” e si dichiara amareggiato per le “sottigliezze teologiche” che criticano teologi come Jon Sobrino, il quale insisteva sulla figura di Cristo come “liberatore” dalla miseria, dalla schiavitù, dal peccato. Sobrino è accusato del fatto che nelle sue opere teologiche non dà un¹enfasi sufficiente alla coscienza divina del Gesù storico. Per questo gli è stato proibito di far lezione di teologia e tutti i suoi scritti futuri dovranno essere sottoposti ad una previa censura vaticana. Da ricordare che Jon Sobrino vive in Salvador, il cui arcivescovo, Oscar A.Romero, è stato assassinato dalle forze della destra mentre diceva messa nella cappella di un ospedale nel 1980. Il prossimo 24 marzo si commemorano i 27 anni del suo martirio.
Sobrino vive a San Salvador, nella stessa casa in cui, nel 1989, quattro sacerdoti gesuiti, oltre alla cuoca e a sua figlia di 15 anni, sono stati assassinati da uno squadrone della morte.
Alla fine della serata, seguita con attenzione dai presenti, il parroco ha risposto ad alcune domande e Gabriella e Sandro Zanelli, che con don Ghirelli hanno condiviso parte del viaggio, hanno confermato le sue parole e hanno ricordato le sante messe affollatissime (anche alle sette del mattino) a cui hanno partecipato, segno, comunque, di una fede vivace e piena di speranza, nonostante tutto.