Home Cronaca Enìa, una parte delle azioni se ne va via

Enìa, una parte delle azioni se ne va via

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Nell’ultimo Consiglio, svoltosi la scorsa settimana, il Comune di Castelnovo ne’ Monti, come sta succedendo in tutti i comuni interessati, ha discusso dello sbarco in borsa di Enìa.
“Quotazione di ENIA s.p.a. sul mercato telematico azionario - Approvazione della quantità massima di azioni da porre in vendita e conferma del prezzo minimo di vendita delle azioni, nonché approvazione dello statuto e dei patti parasociali di ENIA s.p.a. ad esito della avvenuta quotazione”, recitava testualmente il punto all’odg.

Il sindaco Marconi ha dato il via all’argomento cedendo la parola a Giampiero Groppi, di Enìa, che ha illustrato l’operazione, che cade dopo il primo biennio di attività (Enìa si è costituita il 1° marzo 2005) della grande azienda reggian-parmigian-piacentina.

La discussione seguita si è protratta abbastanza a lungo, con diversi consiglieri che hanno voluto intervenire.

Luigi Bizzarri (Rifondazione, minoranza) ha sostenuto che quest’idea di quotare l’azienda è più legata a logiche di mercato che a progetti di utilità per il territorio. Il peso dei comuni sarà minore. Si chiede: “Sarà ancora conveniente fare raccolta differenziata dei rifiuti?”. Ed ha insistito soprattutto su un punto: “Vorremmo che l’acqua fosse salva da quest’operazione di privatizzazione, e propongo che alla fine del periodo transitorio gli enti pubblici possano esprimersi in merito”.

Ugolotti (Lista civica, minoranza) ha lamentato che “come al solito ci troviamo a discutere di cose di fatto già decise, per semplici ratifiche. A noi nessuno ha chiesto pareri, cosa pensavamo”. Il consigliere del centrodestra chiede che la somma che il Comune ricaverà sia destinata ad opere pubbliche.

Ha poi preso la parola il capogruppo della medesima lista Umberto Casoli, il quale si è detto “intrigato dalle idealità espresse da Bizzarri; quantunque si scontri però con i principi di realtà”. Si va verso la costituzione di una società più forte – afferma – per reggere la concorrenza: “Se Enìa non va in borsa arriverà prima o poi qualcuno che se la mangerà”. Un destino inevitabile – dice – in questi nostri tempi di mercato globale. “Non voglio addentrarmi in un discorso tecnico – aggiunge - che finirebbe per essere una specie di ‘discesa senza freni’. Qualche idealità vorrei mantenerla anch’io, ma se si entra in una logica di mercato in esso si dovrà operare”. Annuncia il proprio voto definendolo “agnostico” (astensione, insomma): “Nel senso che credo noi non si possa più di tanto né togliere né aggiungere”.

Vincenzo Ferrari ha detto: “Si tratta, nel vero senso della parola, di un voto ‘di fiducia’. Ma in questa direzione dobbiamo andare per forza. Ed Enìa comunque i risultati ce li dà. Sono a favore”.

Walter Davoli ha annunciato anch’esso, a nome della maggioranza di cui è capogruppo, il voto favorevole. “Ma faccio un appunto al relatore: ci ha fornito solo dati tecnici; nulla di programmatico, riguardante lo sviluppo, rivolto al futuro… “.

Maria Luisa Muzzini (maggioranza) si dice perplessa nell’esprimere il proprio voto: “Vivendo in montagna direi che non si vedono grandi benefici per l’utenza e si paga molto. La privatizzazione a mio parere dev’essere accompagnata da controlli molto forti perché sia erogato il servizio in modo equo anche laddove esso magari rende meno. Chiedo pertanto che comuni e Comunità montana approvino un documento in tal senso, per l’affermazione di questi principi”. Poi sottolinea l’attenzione che si deve porre ad evitare gli sprechi. “Voterò a favore, anche se considero condivisibili alcune delle cose contenute nel documento presentato da Rifondazione, verso il quale dunque mi asterrò”.

Luigi Cagni (Lista civica) ha rimarcato come “abbiamo a che fare con cose grandi, che ci volano sulla testa, sulle quali ben poco possiamo influire”. Nella nostra cultura dobbiamo recuperare – dice – una maggior attenzione all’acqua. E ricorda la vecchia fonte di Fontanaguidia, ora infognata…

Il vicesindaco Fabio Bezzi afferma (un po’ sibillino?) che “siamo riusciti a far coincidere la politica con lo strumento”. “Spero anch’io, come Bizzarri, nella costituzione di una multiutility a base regionale, magari pensando ad abbinarsi ad Hera (società che gestisce il medesimo comparto nella zona di Modena, Bologna e Romagna)”.

Nota di carattere politico-partitico quella di Paolo Ruffini (assessore): “Pur in mezzo a difficoltà le liberalizzazioni le fa il centrosinistra… “.

Ancora Bizzarri: “Ci avviamo verso un sistema di regole diverse: quello delle percentuali. Qui si parla di acqua, rifiuti, che sono e saranno sempre più argomenti forti e centrali; incombenti direi, con modalità da delega… Credo che anche da questo possa individuarsi la crisi che vive la politica. In questi anni si è sempre pensato che mercato fosse sinonimo di buono. Serve un sussulto: le zone deboli conteranno sempre meno, saranno emarginate”.

Conclude il cerchio degli interventi il sindaco Gian Luca Marconi. “Vorrei andare un po’ controcorrente – ha detto – Prendo atto degli ‘spasmi affettivi’ emersi da un po’ tutti i settori di questa sala, ma credo che siano forse eccessivi. Non possiamo fare paragoni, come ho sentito, con realtà come Autostrade, Telecom… Cerchiamo di essere orgogliosi della storia di Agac-Enìa. Il ruolo dei comuni non verrà meno, anche se, certo, occorrerà aumentare l’attenzione”.

Il punto in discussione viene alla fine approvato con il sì della maggioranza e della Voce della Montagna (V. Ferrari), il no di Rifondazione e l’astensione della Lista civica (il consigliere Favali è uscito al momento del voto).