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Di lingue e di forbici

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“Stringimi”
“Non posso”, quelle mani taglienti lo impediscono.
“Edward mani di forbice” , di Tim Burton, nonostante gli anni che passano, rimane certamente un film importante, per grandi e piccini. Mettere un bambino davanti a quella storia, a quelle immagini quasi pittoriche, significa fargli un grosso regalo, un regalo pregno di significati morali e senso estetico. Significa donargli la possibilità di pensare con occhi, cuore e cervello. Ecco perché ritengo questo film imprescindibile anche in chiave educativa.

In questi tempi di tagli e ricami, lo ritengo ancora più imprescindibile, direi proprio necessario.

Non è piacevole, ciò che sta accadendo nel mondo della scuola; ancor di più, non è piacevole l’immagine che si sta costruendo del mondo della scuola.

Giorni fa si gridò allo scandalo: una giovane maestra di sostegno avrebbe tagliato la lingua ad un piccolo scolaro.
Assenza di testimoni, ma condanna unanime.
Subito il ministro a decretare: quella maestra dovrà essere licenziata!
Sono frasi pesanti, nessuna tutela verso la dignità di quella insegnante, considerato che nessuno sa cosa è effettivamente successo.
Veramente questa ragazza avrebbe voluto tagliare la lingua al bambino, in preda a un raptus del tipo lady Psyco? O forse non potrebbe essere più probabile che si fosse trattato di un drammatico incidente? In questo caso, le cose cambierebbero assai.
Non si è fatto in tempo ad accertarsi di cosa fosse veramente successo, e subito l’onda del clamore sollevato da giornalisti, figure istituzionali e politicanti si è abbattuta su questa insegnante, che sì, certamente ha fatto una cosa che non doveva fare, ma un conto è averla fatta con intenzioni da lady Psyco, un conto è essere caduta in un brutto incidente.

E fu così che l’indomani, nei cancelli davanti alle scuole di ogni dove e di ogni livello, la raccomandazione più ricorrente nei confronti di maestri e professori è stata: “Attenti a tagliare lingue!”.

Intanto presidi e professori vengono presi a botte, rei di aver rovinato la media a presunti geni precoci; colleghi vengono ricattati, offesi e filmati da studenti maleducati, per poi mettere tutto cinicamente su Internet; i genitori pretendono, lanciano cause e ricorsi, si forano gomme di maestre d’asilo, ma il problema principale, imprescindibile, in questo Paese, è che gli insegnanti tagliano le lingue dei bambini. Beh, in fondo, rispetto ai comunisti che mangiavano i bambini, stiamo facendo progressi.
Da qui un pensiero, nella testa di ragazzi, genitori e politici: se gli insegnanti tagliano le lingue ai bambini, come sarà possibile portare loro rispetto? Picchiamoli, deridiamoli, sviliamoli! Sono i capri espiatori delle nostre nevrosi!

E sarà così che la maestra con la passione per le forbici verrà licenziata.
Le forbici, nuova arma di distruzione di massa.
Ne ha fatto abbondante uso il severo ministro, provocando danni enormi, ma a quanto pare lui non mollerà la sua poltrona.
Tagli di personale, sfoltiamo questa banda di statali fannulloni, come fossero capelli con le doppie punte. Per dare l’idea, si dice che l’Emilia Romagna abbia giovato di un trattamento di favore, forse le forbici si sono leggermente inceppate; prendiamo la provincia di Reggio Emilia: saranno tagliate meno cattedre che altrove, ma nel prossimo anno scolastico vi saranno oltre mille studenti in più, il che significa approssimativamente cinquanta classi in più. Chi ci metteremo su queste cattedre per cui non è previsto personale?
E ora, la cosa più vigliacca. Ministro e ufficiali scolastici proclamano che gli alunni con deficit continueranno a ricevere un trattamento privilegiato; poi, viene emanata la direttiva: i ragazzi dislessici, discalculici e con altri disturbi di apprendimento non potranno più avere l’insegnante di sostegno. Tradotto in soldoni: la carriera scolastica di decine di migliaia di ragazzi sarà destinata a rimanere al palo, ne risentiranno gli apprendimenti, ma ancora di più l’autostima, insorgeranno problematiche comportamentali, il rifiuto verso la scuola; forse verranno chiamati educatori di cooperative, a dare una mano, e sarà così che soldi pubblici verranno investiti su personale non specializzato, con esiti imprevedibili. Parallelamente, gli insegnanti di classe vedranno condizionata la loro programmazione, si divaricherà il divario tra alunni che viaggeranno ai cento all’ora e alunni in retromarcia. Ma sapete, però, quanti soldi verranno risparmiati, lasciando a casa insegnanti di sostegno con la passione per le lingue?!

Il povero bambino vittima della giovane maestra se l’è cavata con tanta paura, un probabile risarcimento in denaro e qualche punto di sutura; molto peggio capiterà ai migliaia di coetanei vittime del ministro mani di forbice. Questa è l’Italia, questa è la scuola italiana.
Come gridò Bentivoglio nel famoso film di Daniele Luchetti: “La scuola è una guerra!”, combattuta a colpi di forbici, calci, pugni e videocamere.

Lo scorso giovedì ho proiettato a scuola “Edward mani di forbice”: i bambini lo adorano!
Invito i colleghi a fare altrettanto: almeno, potremo continuare a sognare che con le forbici non solo si ferisce, ma è anche possibile realizzare favolose sculture di ghiaccio.