Home Cronaca “Essere generosi può essere rischioso”

“Essere generosi può essere rischioso”

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In merito alla notizia della condanna di don Pierluigi Ghirelli, parroco di Cervarezza ed ex di Felina, circa la morte di un cittadino albanese avvenuta, nel 1999, per cause fortuite, riceviamo l'intervento di don Emilio Landini, responsabile diocesano per le comunicazioni sociali.

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L’intento generoso di offrire accoglienza ad immigrati può comportare dei rischi e persino una condanna. È quanto accaduto a don Pierluigi Ghirelli, il quale, quando era parroco a Felina, non rimase sordo e inerte vedendo immigrati ingaggiati soprattutto in imprese edili, ma senza abitazione, e avvertendo pressioni e sollecitazioni da più parti perché la Chiesa aprisse la porta anche di vecchie abitazioni per dare un tetto a chi non l’aveva.

Decise pertanto di mettere a disposizione di un albanese un locale, già precedentemente abitato da altri giovani albanesi, con una intesa che a sé non procurava alcun vantaggio economico, ma che consentiva all’inquilino di regolarizzare stabilmente la propria posizione in Italia.
Ad insaputa del parroco, al posto dello scaldabagno a legna venne installata una stufetta a gas, risultata poi difettosa. L’inquilino intanto consentiva ad altri connazionali la possibilità di fare la doccia nella propria casa. Purtroppo il 1° dicembre 1999 accadde la tragedia: un giovane albanese di vent’anni, Iadet Muznaqui, rimase intossicato dalle esalazioni della stufetta, e dopo qualche giorno morì senza riprendere conoscenza. Ai familiari della vittima venne dato un risarcimento, in parte con il contributo della parrocchia e in parte per intervento della Curia, sicché essi non si costituirono parte civile.

Giovedì scorso, 8 marzo, dal tribunale di Reggio è stata emessa la sentenza di primo grado che condanna don Ghirelli, ora parroco a Cervarezza, a quattro mesi con la condizionale. Pur restando in attesa delle motivazioni, la condanna appare per un verso mite per un omicidio colposo, ma assai grave per l’imputazione di mancata vigilanza attribuita al sacerdote. Poiché numerose persone usavano il bagno, come si poteva controllare la sostituzione e l’efficienza di uno scaldabagno?
Quando sorge un'emergenza si guarda alla Chiesa come a colei che deve osare, ma poi la si abbandona alla condanna. L’amarezza per la sentenza è davvero grande. Essa rischia di scoraggiare chi sa esporsi per portare aiuto a chi si trova nel bisogno.

(Don Emilio Landini)