Le canne dell’organo “Thomas Casson” costruito nel 1899 risuonano (e risplendono) ora nel Santuario della Beata Vergine del Carrobbio a Casina.
Accuratamente restaurato dalla storica ditta “Pedrini Cremona Organi” e, per la parte lignea, dai casinesi Angelo Amari di Casaleo e Franco Ilari di Paullo, le sue note maestose hanno domenica scorsa accompagnato una delegazione della “Corale San Prospero” delle Parrocchie di Carpineti e Pantano (nella foto) diretta dal maestro Mario Bertini che ha eseguito alcuni brani liturgici in onore del secolare strumento rimesso praticamente a nuovo.
Organo positivo melodico fonocromico, dotato di quattro registri completi di otto e quattro piedi, l’organo del Carrobbio possiede un sedici piedi nella prima ottava grave. Il suo gemello si trova da sempre nella Cattedrale di St. Paul.
Il famoso organaro Thomas Casson, infatti, costruì solamente due esemplari di questo strumento e quello che ora si trova nel Santuario del Carrobbio venne venduto alla Parrocchia londinese di Cristo Redentore, nel quartiere di Beckenham, a un prezzo di poco superiore alle 158 sterline.
L’inizio del suo viaggio verso l’Italia ha dell’incredibile. Il tutto comincia con la necessità di dovere riparare urgentemente una finestra collocata proprio dietro l’organo che il sagrestano smonta velocemente; una volta eseguiti i lavori murari il Reverendo Pastore, anziché disporne nuovamente il montaggio, decide di offrirlo sul mercato britannico.
L’organo, però, prende tutta un’altra strada: dalla Manica ai tornanti della 63, per arrivare sull’Appennino reggiano.
Dunque, il “piccolo grande” organo, costruito in occasione dell’80esimo genetliaco di Sua Maestà la Regina Vittoria, è così giunto in terra matildica, al servizio musicale della moderna liturgia cattolica.