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Italia, il Paese dei cetrioli

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Sono passati solo pochi giorni dal lancio in pompa magna alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano del nuovo sito www.italia.it e le comunità degli sviluppatori web, dei grafici, e chi più ne ha più ne metta sono insorti contro quello che si configura come un web-mostro italico, l'ennesimo esempio di sperpero di risorse pubbliche ai danni dei contribuenti.

45 milioni di euro, a tanto ammonta (tra conferme e smentite) la cifra spesa per la realizzazione del portale che, a solo pochi giorni dalla presentazione, sta diventando una sorta di gioco a chi scova gli errori più macroscopici di un progetto che, a detta di tutti, con la sua stessa presenza in Internet sconfessa in maniera palese proprio quello che vorrebbe pubblicizzare: l'italica creatività, il buon gusto e tutto quello che dovrebbe rientrare nell'italian-style. Dello stile italico, in effetti, sembra rappresentare solo il monumento allo spreco, alla furbizia e alla mancanza di meritocrazia di questo paese.

Il ministro Rutelli deve avere provato un po’ di vergogna presentando al mondo il nuovo logo dell'Italia turistica e telematica in cui la "t" di Italia si è trasformata in una sorta di cetriolo verde verticale. Completa il logo (costato 100.000 Euro) l'abusatissimo slogan: "lascia il segno".

Ma se i grafici sono avviliti, ancor peggio stanno tutti gli sviluppatori web che hanno intravisto nel nuovo sito un affronto a qualsiasi regola professionale. Sono sorti blog assai divertenti da leggere in cui si stilano per filo e per segno tutte le mancanze del progetto, le spese folli e persino l'incongruenza con le leggi dello stato.

Quest'ultima cosa, infatti, è il particolare che più colpisce in negativo. Mentre la legge Stanca, entrata in vigore anni fa, definiva i criteri che le pubbliche amministrazioni dovrebbero adottare in materia di accessibilità dei siti web anche agli utenti disabili, questo sito sembra non rispondere ad alcuna delle regole di quella stessa legge, offrendo l'immagine di un Paese che è il primo a non rispettare le leggi che esso stesso ha deliberato…

Di fronte a tanta inettitudine c'è persino una comunità di sviluppatori che propone di rifare il sito di sana pianta e chi, per dimostrare quanto poco sarebbe bastato per fare un sito efficiente e accessibile, ha rifatto la home page in un solo giorno usando i moderni criteri di sviluppo.
In ogni caso, la cosa si allarga a macchia d'olio ed è certo che il nuovo portale sarà presto travolto da un'ondata di critiche che finirà per travolgere coloro che lo hanno commissionato, coloro che lo hanno realizzato e i destinatari di quei famigerati 45 milioni di euro di cui, con precisione, non sono ancora state rese note le finalità e le destinazioni.

Se volete divertirvi e se riuscite a districarvi attraverso qualche tortuosità, potrete anche fare una prova e ricercare un agriturismo sull'Appennino reggiano per esempio; a tutt'oggi, sembra che ne appaia solo uno nel nostro territorio, segno evidente di come il portale sia stato fatto in fretta e in maniera alquanto raffazzonata. Ma, in fondo, anche questo è Italia e forse il nuovo portale rappresenta noi stessi in maniera più precisa di quanto noi crediamo…

In fondo da dove arrivano quegli slanci di moralità che, a fasi alterne, sembrano impossessarsi di tutti noi che ci troviamo di fronte a sprechi, furberie e disservizi vari? Siamo davvero sicuri che quegli slanci siano così sinceri? Ammettiamolo, tutti noi esigiamo moralità…dagli altri e, talvolta siamo i primi a non rispettare le regole.

Quanti grafici avendo avuto la possibilità di intascare palate di euro a fronte di un lavoro mal fatto si sarebbero fatti degli scrupoli? Quanti tra coloro che bestemmiano i privilegi dei parlamentari dalle pensioni d'oro leverebbero alta la loro voce se fossero eletti in Parlamento? Sta tutto in questo lato oscuro della moralità il degrado del Paese Italia. Nel fatto che l'indignazione che maturiamo di fronte ai privilegi dorati dei parlamentari non derivi dalla necessità di adeguarsi a norme di vita parche e corrette, ma dal fatto che noi stessi non siamo fruitori di quegli stessi privilegi. E se dicessimo che l'invidia che non può essere soddisfatta si trasforma e si sublima in "slanci di moralità" diremmo forse una cosa così errata?
Comunque il portale del turismo italiano è on line e credo che se ci saranno tanti ad indignarsi altrettanti (sempre troppi) sogghigneranno ancora una volta per averla fatta franca. Anche questo è Italia. Il Paese dei cetrioli.