La federazione provinciale dei Verdi di Reggio Emilia in occasione della ricorrenza della firma del Protocollo di Kyoto per la riduzioni delle emissioni in atmosfera, che stanno sconvolgendo il clima del nostro pianeta (che cade domani, 16 febbraio), sottoscrive il sottoesteso "appello di Parigi" del 3 febbraio scorso, fatto proprio anche dal Governo italiano nel recente summit internazionale per una governance ecologica mondiale.
In un comunicato affermano: "Crediamo sia urgente aprire il dibattito sulla necessità di dimezzare le spese militari globali per far fronte all'allarme climatico. Anche nel nostro Paese dobbiamo dire basta ai rinvii e mettere in campo al più presto riforme radicali per l'ambiente adeguate all'enorme sfida che i cambiamenti climatici richiedono. Noi Verdi ci impegniamo a farlo in tutte le amministrazioni locali dove, anche con il nostro agire quotidiano, fatto a volte anche di confronti duri con i nostri alleati, ci ha permesso il raggiungimento di importanti obiettivi ambientali che dovranno trovare una pratica concretizzazione nei programmi di governo locale e nel reperimento di risorse economiche adeguate. Invitiamo tutti i cittadini a sottoscrivere l’appello dal sito della Federazione Nazionale dei Verdi www.verdi.it.
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CITTADINI DELLA TERRA
CONFERENZA DI PARIGI PER UNA GOVERNANCE ECOLOGICA MONDIALE
Noi cittadini di tutti i continenti, responsabili politici, rappresentanti di organizzazioni internazionali o non governative, scienziati, imprenditori, noi lanciamo un appello solenne per una vasta mobilitazione internazionale contro la crisi ecologica e per una crescita rispettosa dell’ambiente.
1) Oggi noi sappiamo che l’umanità sta distruggendo, ad una velocità allarmante, le risorse e l’equilibrio che hanno permesso il nostro sviluppo e che determineranno il nostro avvenire. Noi siamo coscienti che è in gioco il futuro del pianeta, che l’umanità intera è in pericolo ed il suo relativo benessere, ma anche la sua salute, la sua sicurezza e perfino la sua sopravvivenza.
Oggi è arrivato il momento della lucidità. Dobbiamo riconoscere che siamo arrivati alle soglie dell’irreversibilità, dell’irreparabile. Dobbiamo ammettere che non ci possiamo più permettere di aspettare, che ogni giorno che passa aggrava i rischi ed i pericoli.
2) A Rio, a Johannesburg, a Montréal, a Kyoto, la comunità internazionale si è mobilitata. Ma è necessario andare molto oltre: essere più efficaci, più rapidi, più coerenti, più ambiziosi.
3) Ecco perché, coscienti delle nostre responsabilità rispetto alle generazioni future, coscienti del costo dell’inerzia, noi ci impegniamo a mettere al centro delle nostre decisioni e delle nostre scelte, ognuno nel proprio campo, la preoccupazione per l'ambiente. Ci impegniamo a prendere le misure essenziali per scongiurare i pericoli che minacciano la sopravvivenza stessa dell’umanità, in particolare quella del cambiamento climatico, proprio di quest’ultimo il rapporto del Gruppo Intergovernativo sullo Sviluppo del Clima mostra con forza la sua gravità.
4) Noi ci impegniamo affinché la presa di coscienza progredisca ai livelli locali, nazionali e internazionali. Per promuovere un etica ecologica, noi facciamo appello perché si adotti una Dichiarazione universale dei diritti e doveri nei confronti dell’ambiente. Questa carta comunitaria garantirà alle generazioni presenti e future un nuovo diritto dell’uomo: il diritto a un ambiente sano e preservato.
5) Noi ci impegniamo a fare la scelta di un altro sviluppo, uno sviluppo ecologico, la scelta di una economia al servizio di uno sviluppo duraturo e della lotta contro la povertà. Tutti i popoli di tutti i continenti dovranno poter accedere al livello di vita al quale legittimamente aspirano. Ma noi rifiutiamo un modello fondato sullo spreco senza limiti delle risorse naturali e sull’inquinamento ogni giorno più grave del pianeta.
Noi ci impegniamo a promuovere tecnologie, modelli organizzativi e comportamenti che risparmino l'energia, l'acqua e le risorse naturali ed a integrare i costi legati alla protezione dell’ambiente dentro i nostri sistemi economici
6) In questa responsabilità collettiva, lo sforzo deve equamente essere ripartito fra i paesi più ricchi, i paesi emergenti ed i paesi meno avanzati. I trasferimenti di tecnologia e quelli finanziari devono essere amplificati. È necessario progettare e mettere in opera meccanismi di finanziamenti innovativi per aiutare i paesi più poveri ad adattarsi.
7) Tutto noi qui presenti, cittadini della terra, sosteniamo gli sforzi delle nazioni che sono mobilitate, in uno spirito della sovranità condivisa, per rinforzare la governance internazionale dell'ambiente. Chiediamo che il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente si trasformi in una vera organizzazione internazionale con composizione universale.
A immagine e somiglianza dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, questa delle Nazioni Unite per l'Ambiente dovrà essere una voce forte e riconosciuta nel mondo. Dovrà essere uno strumento per valutare i danni ecologici e capire come rimediare; uno strumento efficace per promuovere le tecnologie ed i comportamenti più rispettosi degli ecosistemi; un mezzo per sostenere l’applicazione delle decisioni ambientali attraverso il pianeta.
8) Accettiamo con piacere la proposta del Marocco di accogliere la prima riunione del gruppo pionieristico “degli amici delle Nazioni Unite per l’Ambiente” che riunisce già più di 40 paesi.
9) Invitiamo tutti gli Stati ad accettare questa battaglia.
È la nostra responsabilità nei confronti di tutti. Ne va il futuro dell’umanità.
3 febbraio 2007