Marco Scarpati, invitato da “Vogliamo la luna”, associazione locale di volontariato presieduta da Gianni “Giungla” Grisanti, ieri sera era a Castelnovo ne' Monti per la presentazione del suo libro “Il rumore dell'erba che cresce”.
Sala consiliare piena – tanti i giovani: bel segno – per un argomento duro, impossibile da ingoiare; difficile anche solo da ascoltare senza avvertire un moto di ribellione.
Stimolato dalle domande di Pier Luigi Senatore, caporedattore di Radio Bruno, Scarpati ha parlato a 360 gradi della sua esperienza di vita, di come è cominciato l'impegno, dell'adozione della bimba vietnamita Aurora, dei dubbi e dei consigli in famiglia, dei viaggi nel sud-est asiatico...
Ha raccontato il momento della scoperta dell'orrore: là, in quel banchetto di magliette thailandese ove stava cercando un costumino di Batman richiestogli dal figlio... ed ecco spuntare dei raccoglitori di fotografie con bimbi e bimbe ritratti in pose inequivocabili... "Un pugno nello stomaco".
Ha raccontato di quando ha comprato per circa 500 dollari un paio di bambine per riscattarle; e della regolare ricevuta di pagamento avuta in cambio... Ne parlarono i media: “Era la prova provata che lo schiavismo esisteva eccome... “. “Una cosa che non farò mai più!”. L'esperienza evidentemente insegna. “In certi posti non è possibile girare disarmati... “.
Questo immondo mercato – di questo letteralmente si tratta, come detto – ha un giro di soldi pauroso: “Il 2004 è stato l'anno in cui la comunità internazionale ha profuso maggiori risorse economiche per contrastare il fenomeno dello sfruttamento sessuale minorile. Bene, uguale a quella è la somma che i trafficanti mettono insieme in sole 8 ore... “. Tanto per dare l'idea.
Parole pronunciate con delicatezza, si diceva, ma la crudezza dei fatti era sconvolgente. La platea era rispettosa, quasi pudica: ha mantenuto durante l'esposizione il massimo silenzio. Il relatore, con anche una certa abilità (non è avvocato per caso, Scarpati), dosava le pause, quasi a far trangugiare quel “veleno” un po' alla volta. Rendendolo nel contempo anche più drammatico.
Pier Luigi Senatore, che è anche vicepresidente di “Rock no war” (associazione che ha contribuito all'organizzazione, insieme al locale oratorio Don Bosco), in sede di presentazione è partito da lontano, dal “Giorno della Memoria” (appena celebrato, il 27 gennaio). “Parliamo e giustamente ricordiamo l'orrore degli stermini di massa compiuti qualche decennio in nome di ideologie disumane. Ma non dobbiamo scordare che ai tempi nostri, ORA, mentre siamo qui stasera, si compie un altro orrido crimine: bambini di 8-10-12 anni costretti a crescere e vivere senza alcun diritto”.
“E' giusto tutto questo?”, si chiedeva retoricamente, ma con dolore, Scarpati. “No, non è giusto, siamo un'unica comunità umana: non è possibile che il solo fatto di nascere in un posto anziché in un altro determini questi destini... “. E i bambini che non venivano impiegati per il piacere dei “maiali”? “Uccisi, venivano uccisi: sgozzati”. Si apre il capitolo, altrettanto ributtante, del traffico di organi. “Ma questa è un'altra storia... “, commenta Senatore. Già, di “carne” al fuoco ce n'è già fin troppa...
“Le agenzie di viaggio hanno responsabilità, mi chiedete? No, anzi, collaborano”, dice Scarpati. Sono tanti altri i punti toccati in questa serata un po' speciale: le leggi, le pene previste per chi questo mercato alimenta (“noi italiani siamo in prima fila”: consolante... ), i rapporti delle organizzazioni come la sua con gli stati in cui più acuti sono questi fenomeni, la cooperazione internazionale (“un tasto dolente”)....
Si torna a casa standoci un po' male. Un male che fa bene.
Hanno accolto e portato i saluti della cittadinanza il sindaco Marconi e l'assessore alla solidarietà Bertoncini.