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Da Poiano sgorga un fresco laureato

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”Un’esperienza di monitoraggio ambientale in area carsica: dai nuovi dati sul chimismo delle acque delle Fonti di Poiano (RE), ipotesi per un modello di alimentazione”. Questo è il titolo della tesi di laurea, relatore il prof. Ernesto Rabbi, conseguita nell’a.a. 2005/06 presso l’Alma Mater Studiorum, facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, da Davide Valenti. Davide, giovane castelnovese, s’è interessato ed occupato dello studio delle note risorgive che, situate all’interno dei confini del Comune di Villa Minozzo dirimpetto alla sponda castelnovese all’altezza circa della frazione di Gatta, mostrano diverse particolarità.

La tesi si articola in sette capitoli. Nei primi due si inquadra l’area sotto i profili geografico e geologico, segnalando tra l’altro la presenza di oltre un centinaio di grotte. Nel terzo l’autore riporta le osservazioni storiche compiute sulle fonti, a partire dalle prime segnalazioni, che risalgono ai primi del ‘600 allorchè un musicista, Cosimo Bottegari, ne scrisse in una lettera indirizzata al duca di Modena. Coi capitoli quattro e cinque ci si addentra in descrizioni più propriamente tecnico-scientifiche, trattando gli obiettivi del nuovo monitoraggio compiuto e della strumentazione utilizzata. Nella sesta parte vengono esposti i risultati parziali ottenuti con l’indicazione di un nuovo modello di alimentazione. Infine, sotto il titolo “Bioindicatori”, il capitolo sette chiude il lavoro: magari non particolarmente esteso descrittivamente, ma fitto di considerazioni, grafici e immagini.

Soprattutto da qualche anno in qua le cinque bocche da cui zampilla l’acqua salsa di Poiano, dichiarate Sito di Interesse Comunitario e le cui caratteristiche sono uniche a livello regionale e riscontrate in pochi altri luoghi in ambito molto più ampio, sono state tenute sotto osservazione da alcuni scienziati, i quali hanno interpretato i dati raccolti ed elaborato modelli per spiegare i meccanismi – i come e i perché – che consentono all’acqua solfo-cloruro-carbonata di continuare ad alimentarsi e sgorgare con la portata media che si registra (circa 600 litri al secondo).

Già un’altra tesi, nel 2003, era stata dedicata a questa fonte, segno dell’importanza che le si attribuisce: era stato Federico Cervi a scriverne nel suo elaborato dal titolo: “Idrologia chimica, isotopica e radiometrica dell’Alta Val di Secchia”. Valenti attribuisce a questo studio “il merito di aver riacceso l’interesse riguardo ai meccanismi di alimentazione dell’acquifero di Poiano”. “In quella tesi – afferma il nostro – viene demolita, su base di dati sperimentali, la teoria della curva di esaurimento del NaCl (cloruro di sodio, il comune sale da cucina) dimostrando chiaramente che, almeno dal 1998, la sua concentrazione è costantemente cresciuta”.

Per questo – si legge ancora – nel 2004 la Società Speleologica Italiana ha elaborato e presentato un progetto incentrato sul monitoraggio in continuo delle acque di Poiano, studio che, finanziato dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano in collaborazione e coordinamento con gli enti territoriali locali, durerà due annate idrogeologiche e si propone il rilevamento dei dati di portata, temperatura, conducibilità, durezza e appunto contenuto di cloruri. Lo studio di Cervi dimostra altresì, sostiene sempre Valenti, che il modello di alimentazione previsto da uno studio del 1984 è concettualmente corretto: l’acqua perviene alle fonti da due componenti: profonda e meteorica.

Tra gli obiettivi c’è anche quello di realizzare una monografia (in italiano e inglese, evidentemente per allargarne la diffusione) che raccolga tutti gli studi e le osservazioni fatte, a sessant’anni dal primo trattato scientifico organico eseguito dal Comitato Scientifico Centrale del Cai e a venticinque dallo studio speleologico interdisciplinare.

Già in un precedente pezzo comparso su questo nostro stesso spazio web d’informazione (vedi) si riportavano, in sede di resoconto di un incontro con la stampa, alcuni risultati rilevati e rilevanti sul sito ed esposti dai professori Paolo Forti e Mauro Chiesi.

Nel fare i complimenti al neodottore in geografia e cartografia formuliamo anche un augurio: che i suoi studi e la sua competenza possano trovare la maniera (se lo vorrà lui, beninteso) di essere convenientemente impiegate e messe a frutto in loco.

Nota: copia della tesi di Davide Valenti si trova presso la biblioteca comunale di Castelnovo ne’ Monti, dove può essere liberamente consultata.