Una volta scendeva la neve. Una volta, il 21 dicembre, solstizio d’inverno, segnava, nel nostro emisfero, l’inizio della stagione fredda. Il Natale con la neve era d’obbligo. Gennaio era per antonomasia il mese del Generale Inverno: temperature sottozero, ghiaccio. Ritmi di vita forzatamente rallentati.
L’inverno 2006/2007 ci sta passando sopra in un modo inconcepibile. Temperature quasi miti. Gli alberi buttano le gemme. Gli animali si sono scordati il letargo.
Allarmi circa il mutamento climatico in atto sono stati più volte lanciati; e sono ripresi ancora in questi giorni, occupando spazio nelle cronache. Si dice che la nostra Italia avrà temperature africane e che per andare al mare come ora si va a Viareggio o Rimini si dovranno cercare mete in riva al mare del Nord. Ma qualcuno si preoccuperà di tutto questo? Non ci contiamo.
Una volta scendeva la neve. Ora anche il freddo ci fa spallucce: sa che noi uomini non abbiamo tempo da perdere, che la vita gira in modo vorticoso; il cielo non ci vuole creare impacci con ‘sta storia dei ritmi rallentati e del dolce tepore di casa da godere al riparo di una finestra coi vetri congelati.
Effetti sul nostro Appennino? Se i gestori delle stazioni di sport invernali piangono, l’Anas invece, alle prese coi lavori agli Schiocchi, ride.
Ma a parte le problematiche locali, la questione andrebbe vista con un occhio decisamente più a largo raggio. Vedremo infatti a suo tempo i frutti di un tale strampalatissimo andamento meteo.
Una volta scendeva la neve. In inverno.
