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Un anno di lavoro dell’Arma: i numeri

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Il 2006 è stato un anno di intenso lavoro per i carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia, il cui impegno nelle molteplici attività istituzionali si è concretizzato attraverso:

- n. 18666 servizi di perlustrazione che hanno visto l’impiego di 38004 carabinieri;
- n. 1405 servizi di pattuglia a piedi con l’impiego di 2123 carabinieri;
- n. 1120 servizi di ordine pubblico con l’impiego di 2382 militari;
- n. 1370 servizi espletati dai carabinieri di quartiere nel capoluogo di Reggio Emilia per un totale di 5825 ore di servizio.

Servizi che hanno portato all’identificazione di 120.365 persone e il controllo di 96.791 automezzi e che in fase repressiva hanno prodotto:

- n. 495 persone tratte in arresto per vari delitti;
- n. 2761 persone denunciate in stato di libertà per vari delitti;
- n. 2344 reati scoperti con l’identificazione dei responsabili (tra cui 4 omicidi, 3 tentati omicidi, 32 rapine, 307 truffe e frodi informatiche, 99 reati di spaccio di stupefacenti, 4 estorsioni, 3 sequestri di persona).

Forte anche l’azione di contrasto anche al commercio abusivo ed alla contraffazione dei marchi industriali se si considerano le diverse denunce operate che hanno portato, durante l’anno, al sequestro di migliaia di pezzi di merce contraffatta tra CD musicali, DVD, cd per play Station, occhiali, orologi, generatori elettrici di corrente, borsette e capi d’abbigliamento di prestigiose griffes.

Oltre all’attività preventiva e repressiva i carabinieri del comando provinciale di Reggio Emilia sono stati impegnati anche in numerose attività di soccorso come dimostrano i 208 interventi che hanno visto l’impiego di oltre 400 militari molti dei quali risolutivi per salvare vite umane.

Intensa anche l’attività stradale con i carabinieri reggiani che oltre a prestare 519 interventi di assistenza ad altrettanti conducenti in panne hanno proceduto ai rilievi di complessivi 958 incidenti stradali di cui:
• 8 incidenti stradali mortali;
• 531 incidenti stradali con feriti;
• 419 incidenti stradali senza feriti.

Si riportano qui di seguito alcune delle principali operazioni di servizio condotte nel corso del 2006.

Nel mese di marzo i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Guastalla hanno portato a termine l’operazione “Capanna”, così appositamente denominata dal vezzeggiativo con cui gli adepti dell’organizzazione criminale chiamavano le ville da svaligiare. Un organizzazione criminale di matrice albanese che imperversava nel Nord Italia tracciando una vera e propria mappa di terrore nei confronti dei derubati colti nel sonno durante le intrusioni furtive. Un’imponente e vasta operazione, culmine di una complessa ed articolata attività investigativa condotta sotto il coordinamento della Procura reggiana. Una cinquantina di furti notturni scoperti all’interno di ville ed abitazioni perpetrati nelle province di Reggio Emilia, Verona, Mantova e Macerata, 9 cittadini albanesi tratti in arresto, 2 cittadini albanesi denunciati, svariate centinaia di migliaia di euro di refurtiva recuperata (auto di grossa cilindrata, televisori al plasma, cellulari, gioielli, monili in oro etc…), questi i numeri della complessa attività investigativa caparbiamente portata a termine dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Guastalla (RE).

Nel mese di marzo il latitante Antonio Pirozzi, l'imprenditore correggese 58enne che era stato condannato in Cassazione a 21 anni di reclusione per l'omicidio avvenuto nel 2000 in cui perse la vita la moglie Pierangela Vezzali 51enne, è stato tratto in arresto in Venezuela dal collaterale servizio dell’Interpool grazie alle risultanze investigative dei carabinieri della stazione di Correggio che ne hanno consentito la localizzazione a Puerto La Cruz (Venezuela) dove si era “stabilito” già dall’agosto del 2005.
Le indagini per la sua cattura scattarono sin da giovedì 10 febbraio 2005 quando alla stazione carabinieri di Correggio era giunto un nuovo ordine di carcerazione nei confronti dell'imprenditore correggese emesso dalla Procura Generale della Corte d'appello di Bologna in seguito al pronunciamento della Cassazione ma non fu eseguito poiche’ il Pirozzi non era in casa, come non era stato rintracciato due giorni prima martedì 8 febbraio quando era stato cercato proprio in vista della sentenza di terzo grado.

Nel mese di aprile i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Guastalla (RE) congiuntamente ai militari della Stazione di Poviglio hanno tratto in arresto un pericoloso latitante ritenuto un esponente di spicco del clan camorristico degli {Anastasio} operante nella zona di Napoli. In manette fini’ Mario Marino 45 enne residente a Sant'Anastasia (NA), condannato a 21 e a 7 anni di reclusione per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti ed estorsione. Da diversi anni il ricercato aveva fatto perdere le sue tracce nella zona d'origine, dove era stato condannato per avere partecipato ad un'associazione camorristica finalizzata alle estorsioni, al traffico di stupefacenti, agli omicidi, al lotto clandestino, usura, detenzione e porto illegale di armi.

Nel mese di aprile vi è stata l’importante svolta nelle indagini sul brutale omicidio avvenuto l’11 febbraio del 32enne marocchino Abdelmounaim TAMRI domiciliato a Modena che fu trovato morto tra i cassonetti dei rifiuti di via Roma, a San Martino in Rio. Al riguardo i carabinieri del dipendente nucleo operativo coordinati dalla Procura reggiana hanno infatti tratto in arresto in ordine al reato di omicidio volontario la convivente della vittima che secondo le incontrovertibili risultanze investigative si sarebbe resa autrice del delitto, unitamente ad una connazionale riuscita a sottrarsi alla cattura fuggendo all’estero pochi giorni dopo l’omicidio.

Nel mese di maggio i carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Reggio Emilia, nel contesto di una prolungata e complessa attività di indagine, supportata da intercettazioni telefoniche, portavano a termine l’operazione denominata “Nasolie” (ovvero le carte di credito come vengono chiamate in Romania) che ha consentito di “decapitare” un sodalizio criminale di matrice italo - rumena che aveva contatti con altri sodalizi criminali. L’indagine era stata avviata nel luglio 2005 nei confronti di un gruppo composto da cittadini romeni e italiani, la cui attività “imprenditoriale” ha fruttato illeciti introiti nell'ordine di milioni di euro: non solo clonazioni di carte di credito e bancomat attraverso innovative e sofisticate tecniche informatiche, ma anche l'intercettazione di transazioni di danaro avvenute tramite i Money Transfer Office.
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati manoscritti con codici segreti di bancomat e carte di credito, apparati Pos per la lettura di carte di credito manomessi, un apparato cattura codici (Skimmer), svariate carte con banda magnetica non ancora intestate, numerosi computer con software in grado di decodificare i codici indebitamente acquisiti, 26 telefoni cellulari, una quarantina di sim card e contante ritenuto provento dell'illecita attività. La Procura della Repubblica di Reggio Emilia, concordando con i risultati dell’attività investigativa dei carabinieri emetteva 29 di fermi di indiziati di delitto, di cui 16 eseguiti, in ordine al reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode informatica e clonazione carte di credito nel territorio nazionale, europeo ed extraeuropeo.

Nel mese di maggio nella provincia i carabinieri reggiani hanno dato corso all’operazione “Bonus Bebè” che ha prodotto la denuncia di complessive 367 persone deferite alla Procura reggiana in ordine ai reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, per aver indebitamente percepito il bonus bebè previsto dalla legge finanziaria 266/2005, causando un danno erariale ammontante a 367.000 euro ai danni delle casse dello stato. L’attività investigativa ha rivelato che tutti gli indagati, impiegati, operai e casalinghe aventi un età compresa tra i 21 e i 50 anni tutti residenti nella provincia di Reggio Emilia, attraverso la presentazione di false autocertificazioni sono riusciti ad ottenere il previsto beneficio dalla legge finanziaria 266/2005 relativo alla concessione di 1.000,00 euro, ovvero il cosiddetto “Bonus Bebè” per la nascita dei propri figli nell’anno 2005 senza però essere in possesso dei requisiti previsti.

Nel mese di giugno i carabinieri della stazione di S. Polo hanno portato a termine un’importante operazione contro il traffico di droghe sintetiche: oltre 200 francobolli imbevuti di LSD, funghi allucinogeni e metanfetamina, oltre a due etti di hascisc, un bilancino di precisione e 1.000 €uro in contanti, sono stati sequestrati a due parmigiani tratti in arresto con l'accusa di detenzione al fine di spaccio di stupefacenti.

Nel mese di luglio i carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale reggiano, a cinque mesi di distanza dall’omicidio di Franco Cugini, l'imprenditore agricolo di 68 anni che il 24 febbraio fu ucciso a colpi di sedia e incaprettato all'interno della sua azienda agricola a Cogruzzo di Castelnovo Sotto, hanno arrestato con l’accusa di omicidio volontario un operaio agricolo 30enne, figlio di uno dei tre dipendenti dell'azienda agricola di Cugini.
A carico dell'uomo arrestato i carabinieri di Reggio, che hanno lavorato a stretto contatto con i Ris di Parma, hanno raccolto elementi schiaccianti che in sede di convalida hanno visto anche la piena confessione dell’omicida.

Nel mese di agosto i carabinieri della compagnia di Reggio Emilia hanno tratto in arresto tre cittadini albanesi tra cui una donna con l’accusa di sequestro di persona ai danni di una cittadina rumena. La vittima, di appena 19 anni, fu sequestrata cinque giorni prima della sua liberazione in provincia di Vicenza e quindi condotta a Reggio Emilia dove era tenuta segregata con l'intenzione di inserirla in un giro di prostituzione. Gli arresti sono stati resi possibili grazie ala perspicacia della stessa vittima che, in circostanze fortuite, è riuscita a fuggire, rifugiandosi di corsa in un'abitazione poco distante, da dove è stato dato l'allarme ai carabinieri che sono riusciti ad arrestare tre componenti della banda, tra i quali una donna.

Nel mese di settembre i carabinieri della stazione di Reggio Emilia principale hanno tratto in arresto un cittadino ghanese di 30 anni per il reato di violenza sessuale ai danni di una cittadina extracomunitaria che mentre per strada aspettava il fidanzato, nei pressi della stazione ferroviaria, è stata avvicinata dall’arrestato che dapprima ha cominciato a rivolgerle pesanti apprezzamenti e poi l'ha aggredita, spinta contro il muro strappandole maglietta e pantaloni, con l'intenzione di stuprarla. Le urla della ragazza sono state sentite anche da una pattuglia di carabinieri della stazione di corso Cairoli che dopo un breve inseguimento hanno bloccato l’uomo finito in carcere con l'accusa di violenza sessuale.

Nel mese di ottobre i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Reggio Emilia principale hanno tratto in arresto un 40enne reggiano per il reato di violenza sessuale ai danni di una bambina di appena 8 anni che giocava all'interno di un parco giochi della periferia cittadina dove e’ stata avvicinata dall’uomo che le ha rivolto alcuni apprezzamenti per poi lasciarsi andare a inequivocabili atteggiamenti arrivando a toccare le gambe della piccola. Il padre della bimba e un passante sono stati attirati dalle urla e hanno bloccato l'uomo consegnandolo ai carabinieri che l'hanno quindi arrestato.

Nel mese di ottobre i carabinieri della stazione di Montecchio Emilia hanno portato a termine l’operazione CRASH avviata nei confronti di numerosi soggetti, tutti di etnia nomade, che stando alle prime risultanze investigative avevano posto in essere una lauta attività “imprenditoriale” pertinente per l’appunto la provocazione di sinistri stradali con il fine di ottenere i risarcimenti dalle assicurazioni. Sessanta le persone denunciate per truffa aggravata avendo volutamente provocato oltre 100 sinistri al fine di ottenere corposi indennizzi da parte delle assicurazioni defraudate da tale illecita condotta.

Nel mese di ottobre i carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Reggio Emilia hanno arrestato due abili truffatori abruzzesi, che trattavano l’acquisto di piattaforme aeree e materiale edile presso aziende leader del settore per poi cercare di concludere la trattativa pagando il dovuto con apparenti regolari assegni circolari che invece sono risultati il prodotto della contraffazione di analoghi titoli appartenenti ad un lotto di circa 11.000 moduli rubati in bianco nel 2002 in Campania. Un’illecita attività certosina quella condotta dai due truffatori resa maggiormente efficace dall’alterazione dell’impianto telefonico di una filiale di Banca in Campania, risultante non a caso l’istituto emittente dei titoli, le cui chiamate venivano deviate su un cellulare in uso ai truffatori che quindi rassicuravano i venditori sulla bontà e regolare copertura degli assegni. Grazie ad una segnalazione i carabinieri dell’aliquota operativa della compagnia di Reggio Emilia sono riusciti a intervenire durante una transazione d’acquisto presso una ditta reggiana scoprendo il raggiro ed arrestando i due lestofanti.

Nel mese di novembre i carabinieri del nucleo operativo di Reggio Emilia unitamente ai colleghi della compagnia hanno risolto a tempi di record l’omicidio di un cittadino indiano massacrato di botte poi abbandonato dietro al divano della sua abitazione a Rubiera. Al riguardo i Carabinieri con l’accusa di omicidio volontario premeditato hanno sottoposto a fermo un cittadino moldavo che ha agito, secondo le risultanze investigative, supportate poi dalla piena confessione del fermato, per motivi di gelosia essendoci tra la vittima e la moglie dell’omicida una relazione extraconiugale.

Nel mese di dicembre vi e’ stata anche l’importante svolta nelle indagini sul brutale omicidio avvenuto la sera del 30.11.2006 dell’imprenditore tessile Christain CAVALETTI ammazzato con una ventina di coltellate nell’atrio della sua abitazione. Al riguardo i carabinieri del nucleo Operativo congiuntamente ai colleghi della compagnia di Guastalla hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo nei confronti del presunto responsabile identificato nell’attuale compagno dell’ex moglie della vittima che risulta indagata nell’ambito del procedimento.

Inoltre nel corso dell’anno è da registrare:
• l’arresto di un imprenditore di 30 anni, esperto informatico, residente nella bassa reggiana, operato a gennaio dai carabinieri di Guastalla in ordine ai reati di pornografia minorile e detenzione continuata di materiale pornografico. Sono state le indagini telematiche dei militari, cominciate tempo fa nell'ambito di una più ampia operazione contro la pedo-pornografia, a portare all'individuazione del 30enne che hanno visto i Carabinieri “reperire” nel computer fotografie e filmati di ragazzini reggiani al di sotto dei 14 anni che l’indagato otteneva dopo avere corrotto i bambini e che poi divulgava via internet;
• l’intervento risolutivo dei carabinieri di Castelnovo ne' Monti che hanno tratto in arresto un tossicodipendente di 27 anni, che ha estorto ai genitori in cinque anni di violenze decine di migliaia di euro per comprare droga. I due genitori, residenti in un comune del nostro Appennino, hanno chiesto aiuto ai carabinieri che hanno informato dei fatti la Procura reggiana che concordando con le risultanze investigative ha chiesto ed ottenuto l'ordinanza di custodia cautelare per il reato di maltrattamenti in famiglia reiterati ed estorsione continuata.
• l’arresto, ad opera dei carabinieri di Brescello di un 60enne del paese ritenuto responsabile di abusi sessuali nei confronti di una bambina di appena 11 anni, ospite a casa sua perchè figlia di un'amica della sua convivente. Secondo le risultanze investigative l'uomo – nel mese di luglio – ha approfittato della piccola che si trovava ospite a casa sua insieme alla sorella di poco più grande. L'ha svegliata nel cuore della notte, portata in bagno e qui ha iniziato a rivolgerle squallide attenzioni sessuali. La bambina, sebbene sotto choc, è riuscita a fuggire e si è infilata nel letto della sorella per al risveglio riferire tutto alla madre che ha quindi sporto denuncia. E' seguita quindi un'indagine che è durata due mesi e che ha permesso di raccogliere gravi indizi a carico del pensionato brescellese che a fine settembre e’ stato arrestato in esecuzione di un provvedimento restrittivo di natura cautelare emesso dal Tribunale di Reggio Emilia che concordava con le risultanze investigative dei Carabinieri di Brescello;
• i significativi risultati colti nell’anno dai carabinieri della compagnia di Reggio Emilia e Guastalla sul fronte dell’occupazione di manodopera clandestina con numerosi blitz in aziende meccaniche, cantieri edili ed opifici tessili nel corso dei quali sono stati rintracciati clandestini intenti a prestare la propria attività lavorativa;
• le varie operazioni di servizio sul fronte degli stupefacenti che hanno portato all’arresto di diversi pusher ed al sequestro di ingenti quantitativi di droga;
• i diversi interventi risolutivi che hanno portato i vari comandi dell’Arma reggiana a identificare delle sorti di baby gang dedite principalmente agli atti vandalici ma non disdegnando anche attività delittuose contro il patrimonio come piccoli furti e rapine. In tutti questi casi alla base della commissione dei reati è risultato esservi a detta dei diretti interessati la volontà di voler evadere dalla routine quotidiana a e quindi dalla noia cercando nuove sensazioni che porta quindi gli stessi a delinquere loro malgrado.

Un anno anche di cambi al vertice per la compagnia di Guastalla con l’arrivo del capitano Leo NICOLA subentrato al collega Claudio ARNEODO ed al nucleo operativo di Reggio Emilia con il Capitano Paolo SALIANI subentrato al capitano Goffredo ROSSI.

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