Ricerche storiche, rivista semestrale di Istoreco (l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia), pubblica nell’ultimo numero un interessante studio di Cleonice Pignedoli, insegnante di istituto superiore a Castelnovo ne’ Monti. Titolo: “Gli internati slavi a Castelnovo ne’ Monti”. Una ricerca – dichiara in apertura l’autrice – “nata per caso, mentre cercavo notizie sui deportati di Castelnovo in Germania”.
Spiega la Pignedoli, non nuova a lavori su questo tema: “Dai registri dell’Ente comunale di assistenza, Eca, sono emersi nomi stranieri che mi hanno incuriosito. Dopo aver capito di cosa si trattava, ho ritenuto che fosse una bella coincidenza: nel cercare la storia degli italiani deportati dai tedeschi, avevo trovato la storia dei croati ‘deportati’ dagli italiani”.
E così il breve saggio – così si può definire, dato che si diffonde, compresa un’appendice fotografica, per una buona trentina di pagine – esplora la condizione di un gruppo di slavi presenti nel capoluogo montano nel pieno degli anni difficili della seconda guerra mondiale “per capire la natura violenta e coloniale dell’occupazione italiana della Jugoslavia, troppo spesso rimossa e negata”.
La ricerca si basa essenzialmente su documenti dell’archivio storico del Comune, che – dice l’insegnante – “conserva una copiosa documentazione del carteggio tra il podestà, la prefettura e la questura, responsabili per conto del ministero dell’Interno delle procedure amministrative e di pubblica sicurezza sull’internamento”. Non solo: sono stati setacciati altri enti: come Rete di Reggio Emilia, l’Archivio di Stato, la prefettura, la questura, studiosi, testimoni. Le foto di corredo al testo sono di Andrea Paolella (alcune anche di Giuliano Maioli, marito dell’autrice).
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Nello stesso numero si trova anche – e soprattutto – un’ampia sezione dedicata a Meuccio Ruini. Vengono infatti pubblicati gli atti del convegno “Meuccio Ruini e le radici della Costituzione repubblicana” che si è tenuto a Reggio Emilia nel novembre dello scorso anno. Anche qui troviamo riferimenti a Castelnovo e alla montagna reggiana: Ruini infatti l’ha rappresentato in Parlamento a partire dal 1913, quando vinse la contesa elettorale sul conte Cassoli.
Ricerche storiche, n. 102, ottobre 2006, € 13,00.
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Reggio Storia, noto periodico trimestrale di storia, arte e cultura diretto da Gino Badini, responsabile dell’Archivio di Stato di Reggio Emilia, propone nel suo penultimo numero (112) un articolo, firmato dallo stesso Badini, intitolato: “Pasquale Marconi e il partigiano Muso”. L’autore presenta due inediti di Celio Rabotti, primo cittadino – sindaco e poi podestà – di Castelnovo ne’ Monti per tanti anni, uno dei protagonisti del ventennio reggiano.
Nel pezzo si vuol mettere soprattutto in rilievo l’aspetto umano del dirigente fascista, che fu anche deputato al Parlamento nazionale dal 1934: “La considerazione goduta da Rabotti anche da larga parte degli avversari, o in questo caso potremmo proprio dire nemici politici, è dimostrata da una serie innumerevole di episodi”.
Nel primo inedito si fa riferimento ad alcuni episodi della seconda guerra mondiale. In uno (peraltro già noto), egli ricorda l’abbraccio (“un atto solo e veramente cristiano”) di Pasquale Marconi ad un gruppo di deportati provenienti dalla Libia, presenti a Castelnovo ed in partenza per altre mete. In un secondo, relativo al gennaio 1945, richiama uno scambio di prigionieri che si svolse nella canonica di Viano; scambio che riguardava il partigiano richiamato nel titolo. Qui Marconi chiese ed ottenne da Rabotti di potersi incontrare col figlio Emilio, che si trovava “in una posizione critica, nascosto in uno strano rifugio nelle vicinanze di Reggio”. Nessuna parola con le autorità repubblichine e clausola che non ci fossero contatti con le formazioni partigiane e fu soddisfatto: “L’abbraccio paterno e filiale suggellò la nobile missione”. Un terzo foglio di diario ricorda, ancora, l’arresto di Pasquale a Casina nell’aprile del ’45 e di nuovo l’intervento di Celio Rabotti per risolvere la situazione in risposta ad un urgente appello del figlio Emilio.
Il secondo inedito consiste invece in una serie di appunti sulle vicende dell’ospedale di Castelnovo ne’ Monti stesi da Rabotti per mons. Francesco Milani relativamente ai rapporti intercorsi sempre con Pasquale Marconi, questa volta nella sua qualità di medico. La sua impresa di aprire il “Principe Umberto” fu – scrive Badini – sempre favorita dalle autorità, “che formarono in momenti di difficoltà una solida catena a sua difesa”. Viene citato nel pezzo anche il grave problema della carenza d'acqua (che chiaramente si faceva sentire anche nell’attività del nosocomio), cui si ovviò nei primi anni ’30 con un nuovo acquedotto proveniente dalle falde del Ventasso, stante l’insufficienza delle polle sorgive di Bismantova. Destino vorrà che, qualche decennio dopo, sarà proprio Marconi, divenuto nel frattempo a sua volta deputato, a risolvere l’annosa questione idrica: correva l’anno 1961.
Reggio Storia, n. 112, apr.-giu. 2006, € 5,00.
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Ancora su Reggio Storia, nel numero appena uscito (113), troviamo un articolo di rievocazione della figura di Francesco Moratti (1907-1998): “Geometra e poeta”, di Rosanna Luisa Rossi. Lo stesso fascicolo comprende una recensione di Gianni Cagnoli del libro di Angela Pietranera e James Bragazzi “Tracce e memorie lungo le vie del crinale”.
Reggio Storia, n. 113, ott.-dic. 2006, € 5,00.