La 12° Conferenza mondiale sulla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (Unfcc) ha chiuso i battenti a Nairobi lasciandosi dietro una crescente consapevolezza sui danni ambientali, sociali ed economici dei mutamenti climatici indotti dall’inquinamento, ma nessun serio progresso è stato fatto nella ricerca di una soluzione che soddisfi tutti i soggetti coinvolti. Unico vero passo avanti, che ha salvato le sorti della conferenza, è l’aver fissato al 2008 la 3° Riunione delle parti sul Protocollo di Kyoto in cui si rimetterà mano ai parametri di emissione dei gas serra, con relativi vincoli, per la fase successiva alla prima scadenza dell’accordo nel 2012. Durante la conferenza, durata oltre dieci giorni dal 6 al 17 novembre, non si è riusciti a valutare a fondo il piano proposto dalla Russia per coinvolgere nel programma di riduzione dell’emissione di gas serra anche i paesi in via di sviluppo, motivo per cui si è parlato di organizzare nel maggio del prossimo anno un incontro internazionale a questo dedicato. A Nairobi, sono rimaste irrisolte le divisioni tra paesi ricchi che chiedono il coinvolgimento nel protocollo di Kyoto di paesi emergenti come Cina, India e Brasile, mentre questi ultimi, in sintonia con i paesi più poveri, si rifiutano di aderire chiedendo un impegno maggiore alle nazioni industrializzate che dello sviluppo hanno goduto i benefici. Il protocollo di Kyoto, siglato nel 1997 ed entrato in vigore lo scorso anno, vincola i 35 paesi ricchi firmatari a ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra del 5% sotto i livelli emessi nel 1990. Sforzi sono in corso per convincere a entrare nel protocollo anche gli Stati Uniti, che, pur essendo la principale economia inquinante, hanno sempre rifiutato di aderire, temendo ripercussioni sulla propria economia e non condividendo le obiezioni dei paesi emergenti.
(Fonte: www.misna.org)