Nell’ambito del programma delle mostre organizzate dall’Assessorato alla Cultura, viene inaugurata sabato 11 novembre la mostra fotografica dal titolo Deserti e segni – Tracce di architettura realizzata da Guido Moretti, docente di Progettazione urbanistica presso l’Università di Bologna, e a cura della Daniela Facchinato Image Gallery di Bologna. La mostra viene allestita su proposta dell’Associazione Amici di Pennino di Reggio Emilia nella ricorrenza dell’Anno internazionale dei deserti e della desertificazione, con il contributo della Provincia di Reggio Emilia, il patrocinio del Club Unesco di Reggio Emilia e in collaborazione con i comuni di Poviglio (dove è già stata esposta) e di Sant’Ilario d’Enza (dove sarà allestita nel febbraio 2007).
Tema della mostra sono le architetture del deserto del Sahara e le tracce lasciate in quei luoghi da costruzioni spesso realizzate con materiali di recupero e destinate ad una breve durata. Nella sequenza delle immagini di Moretti, in questo allestimento divise in tre capitoli, si possono vedere alcune testimonianze di recinti devozionali, piccoli e semplici semicerchi di pietre orientate nella direzione della Mecca, disposte a terra in forme che racchiudono simbolicamente lo spazio della moschea e destinati ad accogliere il fedele in preghiera. La seconda sezione presenta una serie di piccole porte in legno di palma delle celle degli ksur, costruzioni fortificate in origine edificate a scopo difensivo, poi divenute (soprattutto quelle che sorgono in pianura) granai e depositi collettivi per alimenti. Nella terza sezione sono infine presentate diverse tipologie di stazzi (recinti per animali: pecore, capre e anche cammelli) della popolazione Saharawi, rifugiata da anni nei campi dell’Algeria sud-occidentale. Questi recinti sono assemblati con materiali di recupero, principalmente derivati dai fusti di carburante, reti metalliche, teli, sono precari, rapidamente deperibili, ma dotati di una loro poesia.
Tutte queste costruzioni, o frammenti di costruzioni - tracce di architettura, appunto - testimoniano la durezza della vita e delle condizioni ambientali di quelle regioni, la continua contesa con una natura aspra e ostile, ma anche la consapevolezza e la cultura materiale degli uomini che le abitano.
Scrive nel testo introduttivo al libro-catalogo, pubblicato per l’occasione dalle Edizioni Tipoarte Bologna, Cherif Rahmani, Ministro dell’Assetto del Territorio e dell’Ambiente dell’Algeria e Ambasciatore dell’ONU e Portavoce per il 2006 (che è stato dichiarato appunto dall’ONU Anno Internazionale dei deserti e della desertificazione): "Come la geografia genera la storia, la morfologia e il clima hanno prodotto, ovunque la vita dell'uomo si sia manifestata più o meno durevolmente, la traccia dell'architettura.
Sappiamo a che cosa il termine architettura faccia naturale riferimento: all'edificio, semplice o grandioso, la cui moltiplicazione crea la città e il villaggio; o a queste costruzioni di oggi che, emergendo da terra, sembrano prendere d'assalto il cielo e di cui l'uomo fa la propria dimora o il proprio luogo di lavoro.
E’ stato sempre così. In ogni luogo, in ogni tempo. E lo è per luoghi ritenuti inabitati o, comunque inabitabili: sono i deserti. Il più grande e il più bello perché cela uno dei più straordinari patrimoni dell'umanità, è il Sahara."
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L’inaugurazione della mostra è prevista per sabato 11 novembre alle ore 17,30 presso il Palazzo Ducale di Castelnovo ne’ Monti. Orari di visita: tutti i giorni dalle 15 alle 18. L’ingresso è gratuito. Per le visite delle scuole è consigliata la prenotazione.
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A corredo e ad integrazione della mostra, mercoledì 22 novembre alle ore 21, presso la sala Poli del Centro culturale polivalente di Castelnovo, il prof. Guido Moretti terrà una conferenza dal titolo "Abitare il deserto: saperi, tecniche, architetture". L’incontro si concluderà con la visita guidata della mostra.
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Guido Moretti, docente di Progettazione Urbanistica all´Università di Bologna, si occupa di temi relativi all´ambiente costruito, agli insediamenti rurali e, in generale, ai paesaggi culturali, sui quali ha pubblicato numerosi lavori. Ha vissuto ad Algeri, dove ha fatto parte del gruppo incaricato del Piano di ristrutturazione della Casbah. Ha operato in vari paesi del Medio Oriente e dell´Africa con progetti di architettura, tra i quali è stato di recente ultimato un centro polifunzionale in terra cruda per l'Unione delle Donne Saharawi in
Algeria. Ha svolto incarichi e consulenze per il Parco Nazionale dello Stelvio, il Parco Naturale Adamello Brenta, il Parco Naturale delle Alpi Marittime e il Servizio Foreste Demaniali della Provincia di Trento. Dal 2003 al 2005 è stato presidente della Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio del Comune di Bologna.
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Per informazioni
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