Di seguito il comunicato di Fabio Filippi, consigliere regionale di Forza Italia, sul problema dello spandimento dei liquami che interessa molto anche gli agricoltori della montagna.
* * *
“Il recepimento miope di alcune direttive comunitarie in materia di nitrati – afferma il Consigliere regionale di Forza Italia Fabio Filippi – non tiene conto della nostra configurazione territoriale e della nostra struttura imprenditoriale. La regione, se non apporterà modifiche alla direttiva, mette a rischio l’agricoltura provinciale e regionale, nonostante gli sforzi fatti dagli allevatori della nostra regione per adeguarsi alle disposizioni della Legge Regionale 50/95 in materia di spandimenti.
Un comportamento scellerato da parte della Regione Emilia-Romagna e del Governo Prodi che oltre a produrre un sensibile aumento del carico burocratico: i nostri allevamenti di bovini dovranno raddoppiare il terreno necessario per l’utilizzo agronomico dei reflui zootecnici. Molte aziende agricole dovranno realizzare nuovi contenitori per lo stoccaggio dei liquami e quelle situate in collina e montagna non potranno più spandere sui terreni con una pendenza stabilita da limiti assurdi, proposti da chi non conosce il territorio montano.”
Le conseguenze saranno inevitabili: molte aziende dovranno chiudere perché non c’è terreno sufficiente per assolvere alla nuova modalità di utilizzo agronomico dei reflui zootecnici; i caseifici dovranno chiudere i propri allevamenti suinicoli per mancanza di terreni concedibili dai soci per lo spandimento dei liquami, con conseguenti problemi per lo smaltimento del siero di latte fino ad oggi destinato all’alimentazione dei suini; aumenteranno i costi a carico delle aziende per la realizzazione di nuovi contenitori di stoccaggio dei liquami; aumenteranno i costi per assolvere a pesanti e complessi adempimenti burocratici.
“Ho quindi presentato un’interrogazione – aggiunge Filippi – per chiedere un intervento diretto della Regione Emilia-Romagna al fine di rendere più funzionali le direttive comunitarie in materia di nitrati. Una situazione di questo tipo provocherebbe un danno economico rilevantissimo non solo sull’economia agricola ma a tutto il sistema agro-industriale ad esso collegato con la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Le aziende agricole e zootecniche della provincia di Reggio Emilia e di tutta la regione vanno tutelate e salvaguardate, con le loro produzioni, hanno dato origine ad un sistema agro alimentare che per varietà e qualità ci è invidiato in tutto il mondo. Non possiamo rinunciare alla produzione del parmigiano-Reggiano per far piacere alla Comunità europea ed ai nostri agguerriti concorrenti”.