Il metilfenidato,, utilizzato – anche in Italia - per il trattamento dei bambini iperattivi, viene classificato in Inghilterra tra le 20 droghe più pericolose in assoluto.
Ed il British Medical Journal denuncia: “le sperimentazioni di farmaci sponsorizzate dai produttori devono essere valutate con molta cautela, non sono né trasparenti né rigorose”.
“Se le tabelle che classificano le sostanze psicoattive contengono anomalie ed hanno scarsi fondamenti scientifici, ciò è dovuto anche ad “interferenze” in quelle che dovrebbero essere oggettive realtà scientifiche”. La documentata denuncia viene lanciata in questi giorni dall’autorevole “Science and Technology Committee”, una Commissione britannica composta da esperti che ha come missione quella di consigliare il governo su tutto ciò che riguarda le questioni scientifiche di interesse nazionale. I risultati che questa Commissione ha raggiunto, basandosi su criteri giudicati scientifici ed indipendenti, appaiono rivoluzionari e tendono a rivedere il sistema di classificazione generale degli stupefacenti. Nella classifica delle venti sostanze psicoattive più dannose redatta da questa Commissione governativa figura appunto - a fianco dell’LSD e prima dell’Ecstasy - anche il metilfenidato, la metanfetamina che è anche il principio base in alcuni discussi psicofarmaci (Ritalin®, ma non solo), utilizzati per il trattamento di presunti disturbi del comportamento nei bambini (ADHD, Sindrome da Iperattività e Deficit d’Attenzione), consigliato spesso con eccessiva disinvoltura anche in Italia.
“E’ tempo di avere un approccio più sistematico e scientifico alla classificazione delle sostanze stupefacenti”, ha affermato Phil Willis, uno dei membri della Commissione in un’intervista alla Tv inglese BBC. Secondo gli esperti, il governo ha ora il dovere di rivedere i livelli di pericolosità di queste sostanze - stabiliti ormai decine di anni fa - alla luce delle nuove prove scientifiche, e soprattutto indipendentemente dal “sentire” dell’opinione pubblica, dando una corretta informazione sugli effetti dannosi che hanno e correggendo la disinformazione radicata anche grazie alle campagne stampa sponsorizzate dagli interessi economici in gioco.
Dal rapporto emerge l’interferenza di ragioni politiche, culturali ed economiche nella classificazione della pericolosità delle droghe e di certi farmaci operata dalle autorità statali, che invece si sarebbero dovute basare solo su criteri scientifici e sperimentali, e non sulle pressioni di gruppi d’interesse quali sono gli stessi produttori o sui timori, desideri e convinzioni errate inculcate da essi nella cittadinanza.
“E proprio di ieri – dichiara Luca Poma, Portavoce nazionale di “Giù le Mani dai Bambini”®, prima campagna indipendente di farmacovigilanza in Italia (vedi www.giulemanidaibambini.org ) - la notizia, divulgata dall’autorevole British Medical Journal, secondo la quale le sperimentazioni riguardanti i farmaci - sponsorizzate e rese pubbliche dalle aziende farmaceutiche - devono essere valutate con molta cautela, perché sono meno trasparenti, sono caratterizzate da regole metodologiche meno rigorose, e giungono a conclusioni guarda caso più favorevoli rispetto alle analisi “non sponsorizzate” e realmente indipendenti sugli stessi identici farmaci. Stesso discorso vale per la denuncia dell’STC sul metilfenidato: l’informazione che giunge al consumatore non è “libera” ed è sempre più viziata da interessi economici e politici. Chi ne fa le spese sono i nostri bambini”.
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Tratto da: www.giulemanidaibambini.org