Leggo con stupore le esternazioni dei rappresentanti politici locali sul disagio giovanile: certo le situazioni disagiate esistono dove esistono. Forse i giovani dello Sci Club Bismantova sono dei disagiati? Forse lo sono quelli della pallavolo? Lo sono forse quelli del basket? Non sarà che il disagio è degli adulti o degli amministratori? E' quantomeno ingeneroso verso tutte le persone che si occupano dei ragazzi con dedizione generalizzare certe situazioni: grazie Narciso, grazie Chicca, grazie Caprari, grazie a tutti quelli che non ho nominato.
(Lettera firmata)
Il disagio di non conoscere…
Precisando quanto non sia mai opportuno generalizzare (il fatto di praticare sci di fondo in una società sportiva non esclude automaticamente dal disagio), credo che queste siano parole di buon senso.
Il disagio c’è, da parte di alcuni giovani, così come c’è da parte di alcuni adulti, anziani e bambini, ma è anche vero che esistono centinaia di giovani che, pur coi loro fisiologici dubbi e problemi, non possono essere etichettati come “affetti da disagio cronico”.
Praticare sport, guidati da adulti che sanno porsi come modelli positivi di riferimento, può certamente contribuire alla crescita serena dei ragazzi, su questo non ci piove, sempre che lo sport rimanga sport e non divenga una baby parodia del professionismo.
E’ altrettanto evidente quanto sia palese il disagio di molti adulti, anche tra gli addetti ai lavori, nei confronti delle problematiche giovanili. Chi prova disagio attribuisce disagio, è una forma di difesa. Ma da cosa nasce, in prima istanza, il disagio? Risposta semplice: dalla non conoscenza…
L’ignoto spaventa, anche se ci passa ogni giorno accanto, col suo volto candido e brufoloso, i suoi pearcing, i suoi zaini pieni di libri…
Ne approfitto per ringraziare anch’io alcune persone: Gianni, Bacca, Paolone, Batto, Leardo Giovanelli: mi hanno insegnato a giocare a pallacanestro; e poi Caccio e Calla: mi hanno insegnato a nuotare. Nel tempo libero, spesso nuoto e gioco a basket, e così molti miei coetanei. Grazie di cuore.
(Federico Zannoni)