"Itinerario Dossetti 1913 – 1996: una videomostra" è il titolo dell’esposizione che sarà inaugurata domani, alle ore 17,00, nei Chiostri di San Domenico nell’ambito delle manifestazioni organizzate dalla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna, in occasione del decennale della morte di Giuseppe Dossetti (1913-1996).
La mostra è realizzata con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia e dell'Università di Modena e Reggio, il sostegno della Fondazione Pietro Manodori, della Regione Emilia-Romagna, di Poltona Frau, di CCPL, di Coopsette, di Artoni Trasporti e la collaborazione dell'Archivio O. Piacentini, Istoreco, Tai Teche, Fondazione Corriere della Sera, La Stampa e Rai Click.
Prima tappa di un itinerario che suggerisce l’avvio di un’ampia indagine sulla sua ricca vicenda umana e cristiana, comprendente lezioni magistrali che toccano, i luoghi e l’azione di Dossetti e una mostra video, il progetto Giuseppe Dossetti: un itinerario si avvale dell’alto patronato del Presidente della Repubblica e del Patrocinio della Camera dei Deputati, del Senato della Repubblica e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il materiale documentario in video e in voce relativo a Dossetti è assai ampio: è costituito da registrazioni magnetiche, filmati, pellicole, foto, che egli accetta o subisce nel corso della sua vita. Custodito in parte da archivi come Rai Teche, e in parte da amici, conoscenti, discepoli viene esposto ora sia in una videomostra, sia in un più agile repertorio ragionato. “Itinerario Dossetti 1913 – 1996: una videomostra”, ideata e curata dal professor Alberto Melloni insieme a Teche Rai, documenta l’inconsistenza della vulgata dossettiana (rectius antidossettiana) del leader politico che diventa figura spirituale: a fronte di una selva di luoghi comuni, stanno così i numerosi racconti nei quali Dossetti ha dato conto della sua vita come in un’autobiografia. I suoi interventi audio/video portano alla luce analisi e tesi, giudizi sulla chiesa e sulla società che la fonte televisiva fa parlare al futuro.
Il repertorio ragionato sintetizza l’”autobiografia” di Dossetti e il viaggio negli assi portanti della sua vita attraverso filmati accurati ed eloquenti. Infine una sezione intitolata il “luogocomunismo” è dedicata a giudizi, semplificazioni e banalità su Giuseppe Dossetti.
La mostra rimarrà aperta fino al 15 ottobre con i seguenti orari: da lunedì al venerdì dalle 15,00 alle 19,00, sabato e domenica dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00. L’ingresso è gratuito.
La riflessione su Dossetti proseguirà martedì, 10 ottobre, ore 16.30 nella Sala degli Specchi del Teatro Valli con Enrico Galavotti che terrà una lezione dal titolo “Il giovane Dossetti” che sarà moderata dal sindaco Graziano Del Rio.
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Giuseppe Dossetti nasce il 13 febbraio 1913 a Genova. Giovane di Azione Cattolica a 21 anni è già laureato a Bologna in Giurisprudenza. Qualche anno più tardi è in Cattolica a Milano come professore incaricato di diritto ecclesiastico.
Sono gli anni della guerra e Dossetti, da antifascista senza compromessi, diventa presidente del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) di Reggio Emilia ma rifiuterà sempre di portare le armi.
Inizia così la sua carriera politica che lo vede diventare nel 1945 vice segretario della Democrazia Cristiana. Il 2 giugno 1946 viene eletto alla Costituente e nominato membro della “commissione dei 75” incaricata di elaborare il testo della Costituzione.
Eletto alla Camera dei Deputati nel 1948 e nuovamente vice segretario della DC nel 1950 si dimette però dal partito nel 1951 e lascia il Parlamento nel ’52 per dedicarsi alla ricerca storico-teologica e alla fondazione, a Bologna, del Centro di Documentazione, che diventerà in breve tempo un istituto di prestigio internazionale. Sempre a Bologna nel 1954 dà vita ad una comunità religiosa di tipo monastico che avrà per lunghi anni la sua sede principale a Monteveglio.
Accetta nel 1954 la candidatura a sindaco di Bologna nel cui consiglio comunale rimane fino al 1958.
Nel 1959 viene ordinato sacerdote dal cardinale di Bologna Lercaro e partecipa come suo perito all’assise del Concilio Vaticano II. Animatore e coordinatore dell’attuazione del Concilio in diocesi di Bologna dal ’66 al ’68, diventa anche pro-vicario generale di Lercaro.
Dal ’68 si dedica completamente alla guida della sua comunità religiosa, stanziatasi progressivamente in diverse sedi in Italia, Palestina e Giordania.
Nell’84 riceve dal cardinale Biffi la “diaconia” di Monte Sole, come ministero di preghiera e di testimonianza sui luoghi dell’eccidio nazista di Marzabotto (1944).
In occasione del 25 aprile ’94, in una lettera al sindaco di Bologna, lancia un pubblico appello, che riscuote vasta adesione nazionale, perché in ogni comune si formassero dei comitati per la difesa della Costituzione.
Alle 6.30 di domenica 15 dicembre 1996 si spegne a Monteveglio all’età di 83 anni.