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Villa Minozzo, l’unione fa i fondi

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Vorrei segnalare che sabato 30 settembre a Villa Minozzo si discuterà dell'adesione del Comune all'associazione piccoli Comuni d'Italia per il tramite di un ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare "Insieme per Villa Minozzo".

In Italia esistono quasi 6.000 comuni sotto i 5.000 abitanti, che rappresentano circa il 70% della nazione. Dalle ultime indiscrezioni sulla legge finanziaria, e visto l'ammontare dei più recenti stanziamenti, i Comuni, in particolare quelli "a misura d'uomo" (termine che preferisco a "piccoli") come Villa Minozzo, dovranno cercare di fare il più possibile da soli: bianchi, neri, rossi o blu che siano; cade perciò la teoria che il comune del centrosinistra, inserito in un'amministrazione provinciale di centrosinistra, governata da una regione dello stesso colore, sia avvantaggiato rispetto ad un comune politicamente opposto.

Ma per poter fare da soli è necessario entrare in "rete" in modo da scambiarsi informazioni e pratiche utili, ed acquisire massa critica. E' chiaro che un comune di 4.000 abitanti in uno Stato di 60 milioni di persone può far poco; ben diverso è presentarsi come associazione di comuni che rappresentano il 70% del territorio.

Inoltre, sarà presentata (sempre dalla minoranza) anche una mozione di sostegno al Santo Padre (in calce). Non si tratta di fare politica nazionale, ma quando si sentono certe affermazioni, quantomeno scomposte, sul diritto e sulla libertà di esprimere il proprio credo e la propria opinione, è chiaro che la società viene minata fin alle sue fondamenta. Ed è altrettanto chiaro che la stessa società civile, fin dalle sue prime espressioni democratiche, deve rispondere compatta e senza inerzia nel rafforzare i valori di libertà e democrazia sulle quali è fondata.

(Massimiliano Coloretti, capogruppo consiliare Insieme per Villaminozzo)

* * *

Il Consiglio Comunale di Villa Minozzo,

PRESO ATTO

delle polemiche emerse - a livello internazionale - dalla pubblicazione del discorso pronunciato dal Santo Padre lo scorso martedì 12 settembre nell'aula magna dell'Università di Regensburg;

RILEVATO

che il pronunciamento letterale di Benedetto XVI - lungi dalle interpretazioni capziose che ne sono conseguite - aveva ad oggetto la relazione tra fede e ragione, con considerazioni di carattere filosofico e teologico argomentate muovendo da riferimenti e da scritti storici di natura filosofica e religiosa;

EVIDENZIATO

come appaia assolutamente incontestabile il diritto del Capo della Chiesa Cattolica, anche in ragione della soggettiva condizione di cattedratico di filosofia e teologia, di argomentare le ragioni della sua confessione;

RICONOSCIUTO

pur non esprimendo giudizi di merito che condizionerebbero la laicità dell'istituzione rappresentata:
che la lezione di Joseph Ratzinger opera una ricostruzione delle origini e delle motivazioni del particolare radicamento che il Cristianesimo ha assunto in Europa e - quindi - nell'area oggi comunemente individuata come "occidente", fattispecie questa che - secondo le parole del Pontefice - "è un dato di importanza decisiva non solo dal punto di vista della storia delle religioni, ma anche da quello della storia universale";
che lo sviluppo della lezione porta il Papa ad affrontare il delicato tema del rapporto tra fede ed empirismo, rivolgendo una esplicita critica alla cultura occidentale che sembra anteporre la disciplina tecnica alla religiosità, relegando quest'ultima ad eventuale "istanza etica soggettiva” da subordinare alle esperienze scientificamente dimostrabili;
che il Santo Padre ha indicato il "superamento della limitazione autodecretata dalla ragione a ciò che è verificabile nell’esperimento” come atteggiamento necessario a realizzare "un vero dialogo delle culture e delle religioni di cui abbiamo un così urgente bisogno";
che in nessun momento il discorso del Pontefice ha espresso giudizi di merito nei confronti di altre confessioni, compreso l'Islam per il quale è stato fatto espresso riferimento alle sure del Corano ed alle disposizioni ivi contenute circa la guerra santa, così come - sottolineandone il carattere distintivo rispetto alla cultura della cristianità - è evidenziata l’assoluta trascendenza del Dio della dottrina musulmana rispetto ad alcune "delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezza";

CONSIDERATO

che le reazioni che si sono succedute in questi giorni sono apparse del tutto strumentali e fuorvianti
rispetto al vero contenuto del discorso di Benedetto XVI;
che in particolare l'assenza di una gerarchia ecclesiale della confessione islamica consente arbitrarie e soggettive interpretazioni del Corano che - specie se espresse in modo becero ed urlato - portano a fomentare reazioni intolleranti e violente tra le fila di quel fanatismo che si è reso tristemente noto nel panorama mondiale di questi ultimi anni;
che, tra le tante reazioni scomposte, anche l'organizzazione terroristica Al Qaida non ha perso l’occasione, a seguito del pronunciamento del Papa, per annunciare futuri attacchi all'occidente ed ai Cristiani, pubblicando sul web l'intento di "spezzare la Croce. Allora avrete soltanto due scelte: l’Islam o la spada (la morte)" e citando un editto di Maometto in cui si promette ai musulmani di "conquistare Roma";

RILEVATO

come il silenzio a questi attacchi sin qui solo verbali potrebbe costituire, agli occhi dei fanatici, un ulteriore segno di debolezza della comunità occidentale e - in quanto centro della cristianità - dell'Italia in particolare

ESPRIME

la propria totale ed incondizionata solidarietà al Santo Padre, nei confronti del quale non può essere tollerato alcun tentativo di limitazione della libertà di pensiero e di espressione;

RIBADISCE

che l'inalienabile diritto alla libertà di espressione religiosa ed all'esercizio del proprio culto è riconosciuto dall'ordinamento italiano e di tutte le democrazie occidentali, al pari della garanzia di laicità delle istituzioni, pure in mancanza del principio di reciprocità in molti Paesi di confessione islamica;
che tuttavia tale impostazione culturale non può mai costituire nei confronti di alcuno il diritto di incrinare od attaccare, spesso arrivando a forme di intolleranza fisica e ad azioni a carattere terroristico, il modello di convivenza civile consolidato nelle società di formazione democratica;

RACCOMANDA

al Parlamento ed al Governo nazionale di farsi promotori presso tutte le istituzioni internazionali perché nessuna colpevole inerzia possa più stimolare alcuno a ritenere che il sistema di valori, di libertà e democrazia sui quali è fondata la società occidentale possa essere impunemente censurato, bersagliato ed attaccato.

(Il gruppo consiliare "Insieme per Villa Minozzo": Massimiliano Coloretti, Gaetano Lanzi, Cristina Moggi, Alessandra Zobbi, Tarcisio Zobbi)