Con grande sorpresa, e con dolore, abbiamo seguito i commenti e le reazioni sproporzionate e scorrette che hanno fatto seguito all'intervento del Papa davanti al Corpo accademico della Università di Ratisbona.
Abbiamo visto una parte del mondo musulmano — provocato da una comunicazione parziale e distorta di quel discorso e da manipolazioni interessate — reagire in modo incomprensibile alle parole pacifiche e profondamente vere del Papa.
Come cristiani — preoccupati che, sia l’annuncio del Vangelo come ogni parola della Chiesa sull’uomo, siano sempre un fermento di pace e di dialogo, soprattutto tra credenti, anche di religioni diverse — vogliamo affermare che ci riconosciamo nella riflessione di Benedetto XVI sull’accordo che ci deve essere tra fede e ragione, contro ogni violenza.
Come figli che riconoscono nel Papa un padre e uno strumento nelle mani del Signore per costruire l’unità della Chiesa e favorire quella di tutto il genere umano, ci siamo sentiti feriti e scossi perché questo ruolo provvidenziale è stato seriamente e duramente contrastato.
Riconosciamo che proprio il Vangelo, che ha fermentato la nostra cultura per secoli, ci permette oggi di affermare il diritto per tutti alla libertà religiosa. Essa comprende il diritto di parlare e agire secondo la propria coscienza, senza impedimenti da parte di qualunque autorità umana. È questo un valore e un diritto umano fondamentale, che ogni popolo dovrebbe inserire nel suo ordinamento di leggi. Non tutti i popoli hanno potuto godere questi frutti dell’incontro tra la fede cristiana e la ragione umana: è un tesoro che dobbiamo consegnare a chi non lo conosce per condividerlo, anche se occorreranno tempo, confronto, testimonianze coerenti e l’aiuto dello Spirito di Dio.
Vogliamo sperare che i numerosi credenti nel Dio “misericordioso” e gli uomini sapienti e moderati che sono presenti nel mondo musulmano intervengano per isolare coloro che fomentano l'odio interreligioso, e rilancino la disponibilità a costruire insieme con noi cristiani condizioni di giustizia e di pace a vantaggio di tutti.
La convivenza pacifica e il dialogo, infatti, che desideriamo con e per tutti, sarà possibile soltanto se ciascuno si impegnerà ad accettare nella libertà le diversità di fede religiosa dell’altro.
Conoscendolo, non nutriamo dubbi che il nostro amatissimo Papa Benedetto XVI continuerà senza timore a esprimere pubblicamente la propria fede cristiana, la propria vicinanza a tutti gli uomini di buona volontà e soprattutto ai credenti nel Dio unico. E noi, gli vogliamo esprimere, oggi come sempre, la nostra vicinanza spirituale, il nostro sostegno pubblico, la nostra preghiera, la nostra filiale obbedienza.
Adriano Caprioli, Vescovo
Reggio Emilia, 20 settembre 2006
GRAZIE, SIGNORE GESÙ
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Preghiera per il Papa
Grazie,
Signore Gesù Cristo,
per il Vangelo,
salvezza del tuo popolo e dell’umanità.
Grazie,
Signore Gesù Cristo,
per i testimoni che lungo i secoli ti hanno amato,
come Sr. Leonella fino al dono della vita,
e hanno permesso che la tua Parola
giungesse fino a noi.
Grazie,
Signore Gesù Cristo,
per gli apostoli e i pastori che ci guidano
parlandoci del tuo amore per l’umanità
e della vita eterna con Dio.
Grazie,
Signore Gesù Cristo,
per Pietro, roccia della Chiesa,
sulla quale poggia la nostra fede.
Dona, o Signore,
al nostro Papa Benedetto
salute, grazia, sapienza, coraggio!
Concedi al tuo popolo
docilità, fedeltà, obbedienza,
a colui che hai eletto
Pastore della tua Chiesa.
Amen.