Un attacco sinfonico, e poi
Forse non sarà una canzone, a cambiar le regole del gioco...
fino al grido
notti magiche, inseguendo un goal, sotto il cielo di un’estate italiana, e negli occhi tuoi, voglia di vincere, un’estate, un’avventura in più...
Edoardo Bennato e Gianna Nannini, cantori e trascinatori di quelle nostre Notti Magiche.
Era l’estate del ’90, l’estate dei mondiali di casa nostra, l’estate dell’ometto stilizzato con in testa un pallone. La nostra nazionale non vinse quel mondiale, ma l’Italia ne uscì col vestito da sera.
Sono state notti magiche, gli ingredienti c’erano tutti, in Italia come a Castelnovo.
La sera, lungo le strade meno illuminate, si accendevano e si spegnevano ancora le lucciole.
Dove sono, ora, le lucciole?
Il tempo è stato clemente, quell’estate, regalandoci giornate di sole e serate per passeggiare con un maglioncino sulle spalle. Non ricordo pioggia o nubi.
Ricordo invece le BMX, le ginocchia martoriate da lividi e crosticine, i Ciao e i Fifty Top, i lecca-lecca e le gomme a cento lire, gusto clorofilla. La lambada imperversava in radio, discoteche e piscine, ed era un ritmo rassicurante, un ritmo intimo, affettuoso.
I ragazzi riempivano le sale giochi e i giardinetti pubblici, lungo il centro non c’era ancora il senso unico. Nuove fontane sputavano acqua sui fiori. L’Amiga 600 era il sogno dei bambini, il Sega mega drive il paradiso.
Il gelato al puffo colorava le lingue.
Il teatro Bismantova si chiamava Tiffany, e le poltroncine erano verdi, su due piani.
Indiana Jones affrontava la sua ultima crociata.
I ragazzi giocavano a tennis.
Madonna.
Imperversava l’oratorio.
Il paese si popolava di villeggianti.
Era il tesoro degli anni Ottanta.
(Sui fondi neri per questa volta chiudiamo un occhio)
A capo della nostra nazionale stava un simpatico ometto di mezza età, Azeglio Vicini. Col suo viso rassicurante e i suoi toni pacati, era il padre di tutti noi. O il nonno, a seconda dell’età.
Tra i suoi ragazzi, il codino di Roberto Baggio era solo accennato.
Roberto Baggio.
Era lui, il Piccolo Buddha in fiore.
Per lui, ceduto dalla Fiorentina alla Juventus, Firenze insorse.
Ci furono disordini.
Sui prati del Mondiale, Roberto Baggio cominciò a danzare, e tutt’attorno la sua compagine di comparse e figuranti era come volesse accudirlo.
C’era il Principe Giannini, c’erano gli slalom del riccioluto Donadoni, e poi Walter Zenga, il sogno proibito delle giovani madri e delle single per convinzione.
Dopo Tomba, accanto a Tomba, Walter Zenga, l’Uomo Ragno.
Infine, Totò.
Totò Schillaci, coi suoi occhi spiritati, ipnotizzati dalle stelle delle nostre notti magiche.
I suoi occhi, e i suoi goal.
Baggio, Zenga, Donadoni, Schillaci, ma anche Van Basten, Maradona, Careca, Butraguegno, Lothar Mathaus e i suoi tiri come sassate, la pazzia di Higuita. Erano volti amici, fianco a fianco ci riempivano l’estate, con le loro stranezze, le loro giocate, il loro carisma, le loro storie.
E poi Claudio Caniggia.
Claudio Caniggia, con le sue movenze anarchiche e i capelli sempre al vento.
Claudio Caniggia era la libertà.
In semifinale, però, ci fece male.
Ma non possiamo serbare rancore verso Claudio Caniggia.
Lui è uno di noi.
Ci manchi, Claudio, ci manchi molto!
Ti stiamo cercando, ma dove sei finito?
Vorremmo le tue scorribande, le tue pazzie, persino i tuoi eccessi, in questo mondiale di Germania nell’anno 2006 di Nostro Signore. E poi rivogliamo Roberto Baggio!
Non ci sono notti magiche, senza Claudio né Roberto.
C’è chi tifa Ghana. Perché proprio Ghana? mi vorrebbe da chiedere. Capisco la repulsione verso la nostra nazionale, ma perché proprio Ghana? Perché non se ne è ancora andata, questa mentalità da colonizzatori? Il Ghana va preso sul serio, merita rispetto.
È brutto dirlo, ma è difficile tifare Italia, di questi tempi.
Il confronto con le Notti Magiche non regge.
Al posto del buon padre Vicini sta un signore dalle amicizie e parentele ombrose.
Al posto dell’Uomo Ragno sta un personaggio che ama scommettere e scrivere “Boia chi molla” sulla maglietta.
La difesa è guidata dall’avvocato in campo di Moggi (per di più, nostro capitano).
Al posto del Principe sta un ragazzotto che si diletta in gomitate.
Gli occhi di Totò si sono spenti, guardano ormai le lontane isole di plastica, e al loro posto sta lo sguardo serioso di un bravo ragazzo di montagna.
Roberto Baggio non gioca più.
Non ci sono personaggi, in questa nazionale, ma volti anonimi.
Volti anonimi di mestieranti milionari.
Come innamorarsi dei volti anonimi, se negli occhi hai ancora il cielo stellato delle notti magiche, le lucciole a intermittenza, i colpi di testa di Claudio Caniggia?
E poi Madonna, la BMX, la sala-giochi, le ginocchia sbucciate, Indiana Jones...
Sei nell’anima, e lì ti lascio per sempre...
Riconosco quella voce.
Almeno lei, non ci ha abbandonato.
Al contrario, è tornata alla ribalta!
Eccole lì, le nostre Notti Magiche!
Ma, ribadisco: dove sono, ora, le lucciole?