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Ieri la partita tra Caritas e i detenuti del carcere di via Settembrini a Reggio Emilia

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Entrare in carcere incute un certo timore anche se solo per poche ore.

Un grande cancello metallico divide la libertà dalla prigionia.

Dopo accurati controlli, abbiamo varcato questa soglia alle ore 13.00; siamo transitati nel piazzale che aveva ospitato la terza delle “giornate giovani” e ci siamo soffermati in uno spogliatoio per cambiarci. Non bastasse il sole cocente, la nostra divisa completamente nera non ha protetto di certo dalla calura estiva e dava l’idea di un corso addestramento arbitri, più che di una squadra di calcio. Almeno il nero ci ha snelliti e sembravamo una squadra seria.

Dopo aver varcato altri cancelli, siamo entrati nel cuore del carcere.

Sul pavimento la scritta “viva la pace e la libertà” e una ventina di detenuti ci ha accolto gentilmente.

Fra le grate assolate delle celle, qualche detenuto in cerca di un po d’aria cercava di sporgersi, dall’alto scrutava il campo da gioco e sicuramente sarebbe voluto essere fra i disputanti dell’incontro.

La rappresentanza dei detenuti è stata scelta in base ai meriti acquisiti in carcere mediante buone azioni, per cui vi erano giocatori discreti ed altri meno.

Qualche battuta su chi avrebbe fatto il “libero” e si è iniziato a giocare molto intensamente.

Si capiva che la partita sarebbe stata molto dura e particolarmente sentia.

La nostra squadra, capitanata da Don Emanuele Benatti e da Isacco della Caritas, non ha demeritato, ha giocato bene nonostante il caldo ed il completo da gioco non certo estivo.

Il risultato finale è stato a nostro favore, ma lo scopo dell’incontro è stato quello di dare un sorriso a chi sta scontando una pena, poche ore di serenità non sono niente per chi è costretto a vivere in una triste cella assolata, ma in tutti noi c’è stata la percezione di aver contribuito almeno un pochino a far passare un pomeriggio diverso dalla solita giornata di prigionia.

A fine partita, mi ha fatto molto piacere il percepire di aver fatto qualcosa di veramente utile ed il ringraziamento ricevuto dai detenuti, ci ha fatto promettere che al più presto vi saranno altre occasioni di incontro.