Un gruppo composto da una ventina di studenti dell’Università di Bologna ha trascorso l’intera giornata di mercoledì 10 maggio nell’area delle fonti di Poiano e dei Gessi Triassici. Un'ennesima conferma dell’interesse che sollevano le caratteristiche idrogeologiche uniche di quest’area del nostro Appennino e delle potenzialità che essa possiede nel richiamare turisti e studiosi.
Potenzialità che il progetto Trias, avviato dal Parco nazionale e di cui titolari sono i Comuni di Villa Minozzo e Castelnovo ne' Monti, vorrebbe valorizzare al massimo, e proprio sulle collaborazioni con le Università si punta per questo risultato. Gli studenti arrivati, pur tutti frequentanti l’ateneo bolognese, erano originari di zone diverse d’Italia: Rimini, Bolzano, Pescara oltre che, naturalmente, il capoluogo emiliano-romagnolo. Tutti hanno già conseguito la laurea triennale, e frequentano il primo anno del corso specialistico in scienze naturali.
Ad intessere con loro un dialogo - molto più partecipato di una normale lezione - davvero interessante sulle caratteristiche peculiari dell’area di Poiano c’erano i docenti Ernesto Rabbi e Stefano Cremonini, esperti di geologia e geomorfologia, e la dottoressa Giovanna Puppi, botanica. Rabbi è un profondo conoscitore di Poiano: negli anni ’80 condusse, insieme al professor Paolo Forti (che pochi giorni fa ha illustrato i risultati delle analisi più recenti sul sito) una serie di studi sulla salinità delle fonti, che quando furono effettuate le analisi 20 anni fa sembravano in irrimediabile calo, mentre ora sono in risalita: la causa sarebbe da individuare nel fenomeno diapirico in cui è inserita la sorgente carsica di Poiano, ovvero i gessi sottostanti, roccia leggera, che tendono ad innalzarsi portando a contatto con l’acqua (e quindi a graduale erosione) strisce rocciose ricche di cloruro di sodio.
Il professor Rabbi spiega che “lo stesso fenomeno diapirico potrebbe essere alla base della conformazione unica dei Gessi triassici: una spinta che nasce da chilometri sotto il suolo, e che è visibile nella stratificazione molto ondulata, quasi contorta, visibile anche ad occhio nelle pareti dei Gessi”. Con Cremonini i ragazzi hanno “perlustrato” l’area attigua alle fonti, e il docente li ha stimolati ad avanzare le loro osservazioni sulle peculiarità della zona in un confronto serrato. Anche Giovanna Puppi ha evidenziato caratteristiche molto interessanti dal punto di vista botanico: “Qui intorno ci sono piante molto interessanti e rare, come alcune specie di orchidee ed una particolare specie di artemisia, l’artemisia lanata. Uno spazio molto interessante per degli studi futuri potrebbero offrirlo le piante acquatiche, le alghe e le diatomee, che ancora per quanto conosco non sono ancora state prese in considerazione”.
Potrebbe essere un tema di grande interesse per una futura tesi di laurea di questi ragazzi: sulla possibilità di portare avanti studi più approfonditi sulle fonti e l’area dei Gessi, che magari sfocino proprio nella redazioni di tesi sul tema, si gioca una carta importante della collaborazione con le Università, come ha spiegato l’assessore all’ambiente di Castelnovo Nuccia Mola, intervenuta a Poiano per salutare i ragazzi ma anche per valutare la possibilità di proseguire questo tipo di collaborazioni. “Per noi sarebbe un obiettivo fondamentale – afferma - riuscire a stabilire un legame costante con gli atenei per fare di Poiano e dei Gessi una sorta di laboratorio a cielo aperto, dando occasione ai ragazzi di soggiornare in zona e compiere studi che possano far conoscere al meglio questa zona così speciale, unica. Abbiamo l’esperienza di un giovane locale, Davide Valenti, che proprio grazie al progetto "Trias", ha avuto l’occasione di effettuare il suo tirocinio e preparare la sua tesi proprio su Poiano, effettuando studi con sonde che stanno dando dati costanti sulla salinità delle acque. Anche i docenti dell’ateneo bolognese hanno convenuto che qui ci sono aspetti di grandissimo interesse, di richiamo per lo meno nazionale”.