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Il ricordo / Il dottor Herman ciclista al “giro di Castelnovo”

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Desidero ricordare il dr. Herman in modo gioioso e un po’ frivolo nella convinzione di non togliere nulla alla Sua personalità, anzi mettendone in luce una componente giovanile e scanzonata che pochi ormai ricordano.

Correvano i primi anni sessanta (credo fosse il ’62) e, come sempre, il ritrovo dei giovani castelnovesi era il bar Magnani. Era tempo d’estate, io ero in ferie e naturalmente frequentavo quel locale dove ritrovavo tutti gli amici. Il tempo trascorreva tra l’attesa di un ballo serale o di un film, la radiocronaca del Giro d’Italia o di Francia, una partita a biliardo oppure a scopone, mentre il juke-box ci teneva compagnia con le canzoni di moda. Tutto ciò non bastava a soddisfare le ansie e i desideri connaturati con l’età e grande era la ricerca di qualche idea originale. Un giorno mi sovvenne che al Liceo Spallanzani, nel ’50, avevamo organizzato un Giro di Reggio “a tappe” che aveva avuto anche l’onore della stampa locale.

Detto e fatto: lanciai l’idea di un “Giro ciclistico di Castelnovo a tappe” ed il successo fu strepitoso. Si iscrissero in tantissimi, ma fecero spicco il Prof. Marconi, il Dr. Herman e il Gen. Mazzucco, a dimostrare che quando c’è l’entusiasmo e l’atmosfera giusta… gli anni non contano. Il giro cominciò in sordina e con vincitori di tappa prestabiliti, ma l’ultima sera i marciapiedi del paese erano stipati di gente che voleva vedere la tappa finale, la “Tavernelle-Bar Magnani” che si sarebbe disputata all’ultimo respiro, con vero spirito agonistico!
Vinsi io.

E il dr. Herman che c’entra? C’entra eccome perché all’inizio del rettilineo della circonvallazione il dr. Herman ed io eravamo staccati dai primi due di un centinaio di metri. Il dr. Herman tirò allo spasimo per tutto il rettilineo e mi portò sotto ai primi alla curva dell’Ospedale. Restai in scia fino alla salita di Capanni e staccai l’ultimo davanti al Dante, presentandomi solo (e distrutto) all’arrivo da Magnani.

Non mancarono festeggiamenti e premiazioni. A me toccò una coppa-coppa e l’immancabile bacio della miss. Tornata la quiete, con aria riservata ma felice, il dr. Herman si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio: abbiamo vinto noi!
Grazie dr. Herman, io La ricorderò così.

(Umberto Casoli)