Entro maggio e giugno l'istituzione di un tavolo istituzionale e di un tavolo tecnico, nella primavera del 2007 la proposta da parte del soggetto attuatore - ovvero Enìa - sulla tipologia di impianto, poi due anni di confronto su tale proposta e di raffronto con le migliori tecniche e tecnologie nel frattempo emerse anche attraverso il coinvolgimento di associazioni di categoria e comitati di cittadini per arrivare - tra circa tre anni - al via ai lavori, da concludersi nel giro di un altro paio d'anni.
Questa la road-map presentata oggi dalla presidente della Provincia, Sonia Masini, a completamento del cammino già fissato dal Ppgr (Piano provinciale gestione rifiuti) approvato dal Consiglio provinciale nel 2004 con il quale Palazzo Allende si era dato una serie di obiettivi ben precisi: contenere la produzione dei rifiuti, aumentare la raccolta differenziata anche attraverso una serie di sperimentazioni e l'introduzione di processi virtuosi come il porta a porta, garantire alla provincia l'autosufficienza in tema di rifiuti con un sistema integrato di raccolta e smaltimento, realizzare un nuovo impianto che "nel rigoroso rispetto delle normative nazionali ed europee ed attraverso la migliore tecnologia possibile anche sotto il profilo della salute dei cittadini" consenta di delocalizzare l'inceneritore di Cavazzoli.
"La Provincia, dunque, non è affatto rimasta inattiva, ma ha fatto e sta facendo esattamente tutto quanto era chiamata a fare in base alle proprie competenze, alle proprie prerogative e agli atti deliberati", ha detto questa mattina la presidente Sonia Masini incontrando la stampa insieme agli assessori all'ambiente, Alfredo Gennari, e alle risorse, Loredana Dolci. Chiarendo che, dall'approvazione del Ppgr avvenuta nell'aprile 2004, la Provincia ha lavorato soprattutto sul fronte del contenimento della produzione dei rifiuti e dell'incremento della raccolta differenziata, "proprio perché non è l'impianto di smaltimento lo strumento principale per governare le problematiche dei rifiuti".
Ecco allora che, in questi due anni, la Provincia ha contribuito tra l'altro a far partire una serie di sperimentazioni di politiche tra cui la raccolta porta a porta a Correggio e Reggio Emilia, che hanno già consentito di elevare al 45,5% la percentuale di differenziata, "un dato che colloca la nostra provincia ai vertici nazionali e che rende concretamente raggiungibile l'ambizioso obiettivo del 60% indicato per il 2012 dal Ppgr".
Tra un paio d'anni sarà possibile valutare l'esito di queste sperimentazioni, a partire dal porta a porta, nonché il grado di risposta da parte dei cittadini. "Ma siccome non esiste porta a porta al mondo in grado di eliminare completamente i rifiuti, alla fine - anche per rispettare l'impegno assunto sulla delocalizzazione dell'inceneritore di Cavazzoli - occorrerà realizzare un nuovo impianto per lo smaltimento della parte residua che non sarà possibile recuperare in altri modi". Anche su questo fronte, comunque, non si parte da zero. "Il Ppgr ha già individuato il soggetto attuatore, che è Enìa, e pure sulla localizzazione il percorso è molto chiaro - ha aggiunto la presidente Masini - La Provincia ha competenze di pianificazione di area vasta con il Ptcp e in sede di approvazione del Ptcp abbiamo già individuato i siti che non possono ospitare impianti di distruzione o trasformazione dei rifiuti. Ed è stata individuata anche un'area abbastanza estesa a nord-est tra Reggio e Correggio - tra Mancasale, Gavassa e Prato - dove potrà essere realizzato il nuovo impianto che sostituirà l'inceneritore di Cavazzoli. E queste sono certezze che il Consiglio provinciale non ha alcuna intenzione di rimettere in discussione".
Per quanto riguarda la definizione puntuale del sito all'interno dell'area tra Reggio e Correggio individuata dalla Provincia, "questa non potrà che avvenire attraverso il Piano regolatore dei Comuni anche sulla base della proposta del soggetto attuatore".
Resta l'aspetto relativo alla tipologia del nuovo impianto. "Il Ppgr lo afferma, ma intendo ribadirlo: sarà realizzato nel rigoroso rispetto delle normative nazionali ed europee, con le migliori tecnologie disponibili ed il sistema più efficace e più attento alla salute delle persone. E' da anni che stiamo girando l'Europa e che ci stiamo confrontando su queste tecnologie, continueremo a farlo e non abbiamo bisogno che il comico di turno ce lo ricordi... ", ha detto la presidente Masini.
Che ha poi annunciato la road-map individuata dalla Provincia per proseguire il cammino tracciato dal Ppgr. "Nei prossimi giorni sottoporremo all'attenzione dei Comuni un Protocollo per arrivare, nella primavera del 2007, a una proposta da parte di Enìa sulla tipologia di impianto per la distruzione della parte residua di rifiuti e per realizzare, nei due anni successivi, una comparazione con ogni altra tecnologia disponibile - ha annunciato la presidente Sonia Masini - Ci attendono dunque tre anni di approfondimenti, studi e comparazioni, anche con tecnici indicati dai cosiddetti portatori di interesse, ovvero comitati di associazioni di categoria e comitati di cittadini. Questo processo di confronto sarà governato da un tavolo istituzionale, che sarà formato da Provincia, Comuni ed Ato e che dovrebbe insediarsi a maggio. Entro giugno sarà invece formato un tavolo tecnico composto da Arpa, Ausl, Enìa e dai tecnici indicati dalle Amministrazioni".
"Non stiamo nascondendo e non intendiamo nascondere nulla, ma al momento non è proprio possibile dire quale tipo di impianto sarà. Il risultato finale emergerà solo da questi tre anni di confronto tra le migliori tecnologie da qui ad allora disponibili. Di certo, come indicato dal Ppgr, si sa solo che sarà previsto un preselettore, che questo impianto dovrà distruggere solo rifiuti provinciali e che sarà rispettoso della salute dei cittadini, nonché delle normative nazionali ed europee che attualmente, e sottolineo attualmente, consigliano i termovalorizzatori".