Auguriamo ai nostri lettori i migliori auguri per una buona Pasqua, e lo facciamo regalandovi questo racconto, una fiaba proveniente dal Senegal, tramandata secondo la tradizione orale.
...A long long time ago in Senegal...
C’era una volta un piccolo villaggio vicino al fiume in cui le persone non morivano mai.
Un giorno, improvvisamente la Morte decise di far visita a quel luogo così strano e così fuori dalle regole. Appena giunse alle porte del villaggio, si affacciò e vide una popolazione mite e serena e si domandò da dove venisse tutta la pace che aveva quella gente…
Si avvicinò al villaggio ed andò subito da una signora anziana, alla quale si rivolse dicendo:
“Sono la Morte, sono venuta a prenderti!”
e la signora replicò:
“Perché?”;
e la Morte: “E' il mio lavoro: vengo a prendere le persone!”.
“Ma io non voglio andar via” replicò lei “ho qui i miei nipotini a cui devo raccontare tante storie!”.
“Non hai scelta, devi venir con me” disse decisa la Morte!
“Va bene, verrò, ma prima lasciami raccontare ai miei piccoli nipoti l’ultima storia!”.
La Morte acconsentì e si sedette a fianco della nonnina, ascoltando la storia che la sua voce soave narrava; la storia era così bella e così dolce che la Morte stessa si dimenticò il motivo per cui era giunta fin lì, fin dentro quella casa, e se ne andò dicendo:
“Tornerò dopo!”.
La Morte cominciò allora di nuovo a peregrinare per il villaggio, pensando che il fatto di aver ascoltato le sue storie, di aver amato la sua voce, le impediva di portarla via con sé. Allora decise che da quel momento in poi non avrebbe più ascoltato nessuno!
Si diresse così da un giovane che si stava occupando del raccolto insieme ai suoi amici.
“Sono venuta a prenderti” gli disse la Morte.
“Perché?” rispose il giovane.
“Perché questo è il mio lavoro: prendo le persone e le porto via con me!”.
“Va bene, però prima ti prego, oh Morte, fammi finire di raccogliere il mais con i miei amici e permettimi di mangiare l’ultimo pasto qui, in mezzo alle distese verdi dei prati, insieme a loro!”.
La Morte acconsentì e si mise a guardare il ragazzo che con tutta l’allegria e la gioia di vivere che aveva negli occhi raccoglieva il mais e scherzava con i suoi amici; anche la Morte fu invitata al lauto banchetto che ne seguì e vedendo la grande festa che questi amici si facevano tra loro pensò che non poteva portar via quel giovane.
E così, in silenzio, si allontanò da loro, pensando tra sé e sé: “Ora ho capito: non solo non devo ascoltare, ma non devo neanche lasciarmi coinvolgere dalle emozioni e dai sentimenti”.
Continuò allora il suo giro per il villaggio finché non si imbatté in una giovane donna.
“Sono venuta a prenderti”, disse la Morte.
“Ma io non ti conosco, chi sei?”, rispose la donna.
“Sono la Morte, porto via con me le persone!”.
“Ma ora io non posso venir via! Vedi Morte, qui nel villaggio le donne tessono al telaio e oggi dobbiamo completare un lavoro importantissimo; una coperta! Quindi, ti prego, lascia che io finisca questo lavoro insieme alle altre e poi verrò con te!”.
“Va bene, finisci pure ciò che stai facendo” disse la Morte.
Mentre la donna lavorava la guardava tessere con tutta la sua dolce dedizione; alla fine la coperta era così bella che la Morte restò incantata ad ammirarla! La donna le disse a quel punto: “Perché non la tieni tu questa coperta visto che giri così tanto?”.
La Morte a quella vista si commosse, pensando che non fosse proprio il caso di portar via quella fanciulla, di modi così gentili e che era riuscita a creare un’opera così sublime per gli occhi.
Andando via da lì, la Morte pensò: “Ora so cosa devo fare e da chi devo andare: non devo ascoltare, non devo provare sensazioni e non devo vedere; allora farò così: andrò a prendere coloro che non fanno nulla, che non lavorano, che non raccontano e che non fanno da mangiare: i bambini!”.
Così, la Morte si diresse verso un gruppetto di bambini, i quali vedendola arrivare, gli corsero subito incontro, facendole una gran festa intorno e facendola sentire accolta.
A quel punto la Morte si commosse talmente tanto che scappò via piangendo e pensando tra sé: ”Se voglio portar via qualcuno devo eliminare dal mio corpo ogni emozione, ogni ricordo ed ogni pensiero; devo sbarazzarmi della mia mente e del mio cuore”.
E così fece: strappò via da sé mente e cuore... e morì!
...perché prima di eliminare qualcuno, elimini te stesso!
(Traduzione di Elisabetta Zenn)