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Tra Giornalismo e Cocaina

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La cocaina è un potente stimolante del sistema nervoso centrale presente in natura (..). L'uso di cocaina è esploso tra gli anni '70 e '80 (..). Gli effetti psicologici e comportamentali della cocaina dipendono da numerosi fattori che variano dal grado di purezza della sostanza, dalla via di somministrazione, dalla tolleranza, dallo stato di salute mentale del paziente, dall'uso pregresso e concomitante di altre droghe, dal dosaggio (..)”. Numerose anche le conseguenze somatiche dell'uso cronico: “Sul versante psichiatrico, con l'uso cronico l'euforia si riduce, nonostante l'aumento del dosaggio e la tendenza a ridurre l'intervallo tra le dosi lasciando progressivamente il posto alla disforia associata, secondo Siegel, all’apatia, anoressia, insonnia, malinconia, ritiro sociale, turbe mnesiche. Continuando l’uso della sostanza, il paziente può manifestare paranoia, con sospettosità, allucinazioni, insonnia fino alla psicosi con coscienza lucida: si osserva un’ideazione paranoide, irritabilità e suscettibilità, che possono causare comportamenti distruttivi e antisociali (..). Possono complicare il quadro clinico gli attacchi di panico, soprattutto dopo uso endovenoso, il delirium, i disturbi del comportamento alimentare, la depressione che spesso coincide con la sindrome astinenziale (..)”.
(da Nizzoli U., Pissacroia M., (a cura di), Trattato completo degli abusi e delle dipendenze, Piccin Nuova Libraria, 2004)

La cocaina e' ormai diventata una droga trasversale - come ci riferisce l’ADUC, (Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori) - che coinvolge tutte le classi sociali, e la sua diffusione in Italia è in continua crescita, come ci dimostra l'aumento dei sequestri (+20%) registrato quest' anno dalla Polizia di Stato (fonte: Notiziario sulle Droghe online, 11-10-2005, edito dall’ADUC).
Secondo la Relazione annuale sull'evoluzione del fenomeno droga nell'Unione Europea del 2002 dal 1998 ad oggi la distribuzione percentuale della cocaina sul territorio nazionale ha subito un sensibile aumento calcolabile tra un 3% ed un 65 sul totale dei consumatori.
Non sembrano essere stati solo questi rapporti a stimolare l’attenzione mediatica sulla sostanza, ma anche alcuni recenti dati raccolti da studi preliminari che hanno fornito una inaspettata scoperta: il Po “dichiara” 4 kg di cocaina al giorno! Significa che trasporta 40 mila dosi/giorno (stimato 1 gr. per dose) a fronte delle 15 mila dosi/mese dichiarate dalle stime ufficiali nella zona del test (fonte: Focus data 04/08/05).
Ad accrescere l’attenzione giornalistica sono sopraggiunti episodi, dello scorso anno, di persone “famose” nel mondo dello spettacolo, così che troviamo un’infinità di notizie di cronaca che puntano i loro obiettivi tra cocaina e “personalità del mondo-bene”, evidenziando una diffusione del consumo di sostanze stupefacenti già ipotizzata ma resa da queste notizie più tangibile. Tra televisione e giornali si dibatte dell’argomento, usando anche termini come sensibilizzazione e prevenzione, con un dichiarato obiettivo di evidenziare che le sostanze psicoattive sono ormai diffuse tra poveri e facoltosi, famosi e sconosciuti.
Alcuni muovono accuse verso le istituzioni che avrebbero poche risposte di cura e prevenzione, altri, come i realizzatori dei Progetti “Icaro” e “Narciso” - dal 2000 l’Associazione “Il Pettirosso” di Bologna ha avviato i Progetti “Icaro” e “Narciso” per far fronte al fenomeno dei nuovi stili di consumo di sostanze stupefacenti - ribattono che è necessario comprendere l’evoluzione dei bisogni per progettare risposte appropriate e inserite nel contesto. Altri ancora esprimono sdegno (Alla coca preferisco la neve!). Da segnalare che il 14 ottobre scorso si è avuta notizia che il Garante della privacy ha avviato un’inchiesta, a proposito della situazione di Lapo Elkann, «per un’attenta valutazione del comportamento tenuto da alcuni organi di informazione» (Fonte: La Newsletter di Fuoriluogo.it - Anno VI Numero 18 - Giovedì 27 ottobre 2005).
Alla luce di queste considerazioni, ci chiediamo dove risieda il reale ed autentico desiderio di fare informazione scientifica, un’informazione che sia utile per affrontare con serietà, consapevolezza e spirito di cooperazione un problema che appare endemico e che, al di là degli scandali, degli strilli e della paura, ci richiama alla responsabilità di contribuire, ciascuno per il proprio compito e ruolo, a cercare di comprendere il disagio e rispondervi adeguatamente, nel rispetto dell’alterità, delle scelte individuali, della salute e della dignità dell’altro. Voi che cosa ne pensate?

di Agostino Giovannini [casella e-mail [email protected]]

tratto da: Risky-Re, Network sui Comportamenti a Rischio