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Marconi si appella a Ciampi per il caso-Zappaterra

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La vicenda di Roberto Zappaterra tiene banco da circa tre settimane, da quando, lo scorso 24 febbraio, è stato fermato in Grecia con l'accusa di aver sottratto materiale archeologico. Da allora si trova detenuto in carcere. Diverse voci si sono levate a suo favore. Ultima iniziativa in ordine di tempo quella del sindaco di Castelnovo, Gian Luca Marconi, che si rivolge direttamente al nostro Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con la lettera che proponiamo di seguito.

Carissimo Presidente Ciampi, Le scrivo per chiedere un Suo aiuto nella “vicenda” giudiziaria, in terra greca, che riguarda un cittadino del nostro Comune.

Roberto Zappaterra, 45 anni, vive a Castelnovo ne’ Monti dove lavora nell’Ospedale di zona come autista–barelliere nel pronto soccorso.

Persona stimata e corretta, ha partecipato come istruttore subacqueo a numerose iniziative in favore di persone disabili. Collabora con associazioni di volontariato socio-assistenziali e coltiva la sua passione per la natura e soprattutto per il mare, girando il mondo con il suo camper.

Roberto Zappaterra è stato arrestato dalla polizia greca il 24 febbraio scorso mentre si imbarcava per l’Italia a Igoumeniza perché trovato in possesso di 36 cocci di materiale di interesse archeologico. Legato alla seggiola della locale stazione di polizia per molte ore, è stato poi trasferito in tre carceri diversi, subendo oltraggi ed angherie indegne di un paese democratico che fa parte dell’Unione Europea.

La nostra comunità ha investito del problema il ministero degli Esteri, tramite l’on. Raisi ed il senatore Giovanelli.

Abbiamo raccolto numerose testimonianze sulla attività e sulle qualità umane di Roberto Zappaterra inviandole all’avvocato greco che lo difende. I suoi fratelli e la sua fidanzata sono in Grecia da 20 giorni in attesa che i giudici si pronuncino su questa “accusa” contestatagli che prevede una condanna da due a 10 anni di carcere.
Roberto Zappaterra avrà forse commesso una leggerezza, un'ingenuità, ma l’assurda detenzione carceraria e la condanna che rischia appaiono spropositate ed assolutamente ingiuste.

Caro Presidente, chiedo a Lei, che rappresenta i diritti e i doveri di tutti noi italiani, di intervenire in questa assurda e dolorosa vicenda.
Grazie, con stima e riconoscenza.

(Gian Luca Marconi)