"Rinunciare a tutto ciò che viene dalla ragione.
Adesso è giunto il momento della follia"
Gialal ad-Din Rumi.
Questo delizioso libro raccoglie parecchie storie che si sono sedimentate nei secoli intorno alla figura sospesa tra mito e realtà di Nasr Eddin Hodja. Nasr Eddin, l'idiota, il perfetto stupido; ma anche astuto e scaltro all'occorrenza. La follia di cui parla Rumi e che, nella sua visione di mistico, dovrebbe introdurci al divino (cristianamente "chi è pieno della saggezza di questo mondo diventi folle per entrare nel regno di Dio"), non è certo quella comunemente intesa e neanche quella derivata dal "sonno della ragione"; se così fosse, considerate le frequenti crisi di isterismo e follia collettiva a cui l'umanità sempre più frequentemente ci ha abituati, bisognerebbe dedurne che il regno di Dio è veramente prossimo. No, la follia di cui parla Rumi e da cui è affetto il divino Hodja è, in realtà, il tramite per guarire dalla nostra pretesa sanità mentale. Il comportamento strambo e le parole apparentemente assurde del nostro eroe attivano, in coloro che riflettono in attimo, dei cortocircuiti mentali che ci fanno vedere l'inanità della presunta sapienza di noi, persone savie.
La figura di Nasr Eddin, conosciutissima nel mondo arabo, è, al contrario, molto poco nota in Occidente. E' un peccato, perché la sua figura ci restituisce l'immagine di un Islam non fanatico e che sa ridere di se stesso. Il nome stesso di Nasr Eddin = sostegno della religione ci rivela come nascoste nelle pieghe delle sue insulsaggini si possano trovare autentiche perle di saggezza e un continuo stimolo a trascendere il significato più ovvio delle cose per aprirsi al dubbio di una realtà alternativa. Come detto, ogni tradizione conosce la figura del folle che è spesso considerato anche come un "illuminato", un "rapito"; tuttavia Nasr Eddin ha qualcosa di particolare, qualcosa di ingenuo e al tempo stesso sovversivo se è vero come è vero che egli è generalmente amabile anche se, talvolta, le azioni che compie lo avvicinano pericolosamente alla forca. La sua stupidità è tale che disarma la logica dell'avversario meglio di qualunque furbizia. Così, il giorno in cui è sorpreso dal mugnaio a ficcare di nascosto nel suo sacco, il grano derubato al sacco degli altri...Al contadino che lo ha sorpreso, come si suol dire "con le mani nel sacco", si giustifica candidamente: "Non ti arrabbiare, sai sono un po' scemo". Al che l'altro obbietta in modo logico:"Se tu fossi scemo niente ti impedirebbe di fare il contrario!". E Nasr Eddin:" Amico, è vero che sono scemo, ma non fino al punto da non riconoscere qual è il mio sacco!". Insomma, il nostro eroe è un autentico crogiuolo di difetti e anche di perversioni: gaudente, pigro, ghiotto,e all'occasione ladro; ma con tutto ciò, meglio di chiunque altro riesce a smascherare la furfanteria, la vanità, la bigotteria dei religiosi e l'arroganza dei potenti. Le storie raccolte in questo libro restituiscono l'immagine di Nasr Eddin anche nei suoi aspetti più crudi, nell'erotismo più spinto, quegli aspetti che nel corso dei secoli l'establishment ha cercato in qualche modo di depurare.Un libro da leggere e da rivalutare in periodi in cui per delle vignette si uccide e si muore...L'ironia, quella vera (non lo sciocco abuso di una propria libertà) è il mezzo migliore per mostrare, finalmente, come i re siano nudi. Come ha detto giustamente qualcuno ben raramente una persona dotata di ironia si dimostra fanatica; e ben raramente un fanatico si dimostra dotato di ironia. Ridiamo allora delle assurdità di Nasr Eddin, poiché sono anche le nostre. Ridiamo e speriamo che una risata possa seppellire tutti i fanatismi e totalitarismi del mondo.
Sublimi parole e facezie di Nasr Eddin Hodja.
Raccolte e presentate da Jean-Luis Maunoury.
Luni Editrice
Euro 16,53 (su IBS Italia a Euro 8,27).