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“Notte prima degli esami”, notte di nostalgia…

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Io mi ricordo, quattro ragazzi con la chitarra / e un pianoforte sulla spalla. / Come pini di Roma, la vita non li spezza, / questa notte è ancora nostra...
Fermi tutti, per favore! Che cessino le lacrime! Maledetta nostalgia!
Per chi è già maturo: vi ricordate di quelle nottate?
Per chi è ancora in fiore: questa notte è ancora vostra?
Gli esami sono vicini, e tu sei troppo lontana dalla mia stanza. / Tuo padre sembra Dante e tuo fratello Ariosto, / stasera al solito posto, la luna sembra strana / sarà che non ti vedo da una settimana...
Per i maturi: che cosa scrisse Ariosto? Vi ricordate di Paolo e Francesca?
(per voi liceali non è il momento: ci vediamo a giugno...)
Va bene, cari lettori, vi risparmio ulteriore strazio... in fondo, voglio solo parlarvi di un bel film.
“Notte prima degli esami”, opera prima di Fausto Brizzi, da non confondere con l’Enrico che anni fa è uscito dal gruppo (se ci fosse tra voi qualche profano che non conosce quel romanzo, si sconnetta e ripassi a settembre, please). Pensate a “Sapore di mare” dei fratelli Vanzina e ricollocatelo venti anni dopo, sul finire dei gloriosi anni Ottanta, in una Roma in preda agli esami di maturità: in questo modo potrete cominciare a farvi un’idea, ma non generalizziamo. Questo film ha una sua anima. Parla di genitori e ragazzi, di nonni e icone della musica pop, di giornate che non ci sono più e sogni che ora sono qualcosa d’altro. È nostalgico, su questo non c’è dubbio. Racconta di Luca, liceale pasticcione alle prese con gli esami di maturità, con un professore alquanto “Canaglia” e una ragazza bella e impossibile. Attorno a lui gravita una vera e propria galleria di ritratti giovanili e sinceri, senza parodia: c’è il secchione della classe, la ragazza alternativa, l’amica del cuore che custodisce i tuoi segreti ma rimane perennemente single, il play-boy, il ventitreenne mai cresciuto che gioca ai videogiochi. Il viziato che fuma le canne. La pettegola dalla lingua tagliente. Ma ci sono anche una madre premurosa, un padre duro, un cameriere sodale, l’amante della madre ricco e sbruffone. Pensate a ognuno di questi: è impossibile non identificarsi. A ciascuno il suo.

Notte prima degli esami, notte di polizia / certo qualcuno te lo sei portato via. / Notte di mamma e di papà col biberon in mano, / notte di nonno alla finestra, ma questa notte è ancora nostra. / Notte di giovani attori, di pizze fredde e di calzoni, / notte di sogni, di coppe e di campioni. / Notte di lacrime e preghiere, / la matematica non sarà mai il mio mestiere.

Riempitevi occhi e cuore con queste storie di amicizia e amore, di confidenze e guai, progetti e delusioni, sogni e paure. Sono storie umane, tenere e garbate, vissute da una gioventù bella, quasi pura. In modo particolare, meditate sul il rapporto che nasce tra il professore e Luca: in esso ci stanno manuali di pedagogia sulla relazione insegnante-allievo, ci sta l’esistenzialismo del rapporto tra generazioni, ci sta il percorso di iniziazione e trapasso a una fase successiva della vita, quella oltre la maturità per Luca, quella del bilancio su presente, passato e futuro per Canaglia.
Questo film non è banale. Ringalluzziti da una colonna sonora con tutti i must dell’epoca, sono certo che uscirete dalla sala cinematografica contenti. Racconterete del film alle persone che incontrerete, canticchierete il ritornello sotto la doccia. Cercherete la vostra Claudia.

Claudia non tremare / non ti posso far male, se l'amore è amore.

Forse la troverete, o forse no. Magari, sarà andata a fare la spesa, oppure potreste non riconoscerla. La chiamerete: Claudia! Griderete: Claudia! Vi chiederete: chi è Claudia?

Si accendono le luci qui sul palco / ma quanti amici intorno, mi viene voglia di cantare. / Forse cambiati, certo un po' diversi / ma con la voglia ancora di cambiare,
se l'amore è amore, se l'amore è amore,
se l'amore è amore, se l'amore è amore,
se l'amore è amore.

Forza, lasciate da parte la pigrizia, la televisione, il pensiero del cartellino da timbrare l’indomani. Abbiate voglia di cambiare. Tutti al cinema!
Buona visione.

P. S. La canzone è di Antonello Venditti, e proprio a partire da questa è nata l’idea del film.