La Cisl reggiana riunita per discutere delle prospettive di rilancio della previdenza complementare.Per la Cisl è una riforma con luci e ombre quella recentemente varata dal Governo sul trattamento di fine rapporto (Tfr): quella somma - un tempo meglio conosciuta come "liquidazione" - che spetta al lavoratore dipendente al momento della cessazione del rapporto di lavoro. E’ quanto emerso nel corso del convegno che si è svolto ieri presso la sala degli Angeli di Palazzo Caffari, in città, su iniziativa del sindacato guidato da Giuseppe Pagani. Presenti, tra gli altri, il segretario nazionale della Cisl Pier Paolo Baretta, il commissario della Covip (la Commissione di vigilanza sui Fondi pensione) Eligio Boni, il segretario confederale della Cisl reggiana Michele Del Fabbro e per l’Inas dell’Emilia Romagna Enrico Totò.
L’occasione è servita per fare il punto sulle novità introdotte dalla Riforma del Tfr e sulle prospettive di rilancio della previdenza integrativa anche alla luce della decisione - criticata dai sindacati - di rinviare al 2008 l’entrata in vigore della normativa sui fondi pensione. E questo in un quadro che, come ha sottolineato il commissario Covip Eligio Boni, “vede in Italia uno sviluppo della previdenza complementare ancora modesto se riferito, in particolare, al numero degli iscritti pari a poco più dell’11 per cento della forza lavoro. Una percentuale largamente inferiore a quelle sperimentate nei Paesi europei”.
Sulla necessità di rilanciare forme pensionistiche complementari ha insistito anche il segretario nazionale della Cisl Pier Paolo Baretta. “L’approvazione dei contenuti della riforma - ha dichiarato - costituisce un indubbio successo politico dei sindacati confederali che si sono battuti perché fosse approvato un testo equilibrato, in grado di salvaguardare, da un lato la libertà del lavoratore sulla destinazione del Tfr a qualsiasi forma previdenziale collettiva o individuale e, dall’altro, la prerogativa della contrattazione di decidere la destinazione delle risorse aggiuntive a carico del datore di lavoro. Un risultato che consente di far decollare la previdenza complementare. Tuttavia, la decisione di differire la partenza della riforma al primo gennaio del 2008 vanifica questo positivo dato politico e a pagarne le spese saranno i lavoratori, soprattutto i giovani, che vedono rinviata la possibilità di accumulare una integrazione alla pensione”.
Per il leader cislino la questione previdenziale dovrà essere al centro dell’agenda politica dei prossimi mesi: “Sarà necessario avviare, da subito, col prossimo esecutivo - anticipa Baretta - un confronto che abbia come obiettivo quello di riformare questa fantomatica riforma delle pensioni”. Il segretario confederale della Cisl reggiana Michele Del Fabbro ha invece annunciato per i prossimi mesi una campagna di presentazione dei fondi complementari. “Si tratta di modificare l’approccio culturale in materia - ha detto Del Fabbro - passando dalla logica che oggi vede la pensione come premio per una vita di lavoro a quella che intende l’adesione ad un fondo complementare negoziale come modo per assicurarsi una vecchiaia tranquilla”.