Il Gruppo di lavoro permanente sull'influenza aviaria istituito nel settembre scorso dalla presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini, è tornato a riunirsi questa mattina a Palazzo Allende per un nuovo monitoraggio della diffusione del virus H5N1 che, come noto, è stato rilevato nei giorni scorsi anche in Italia, per la precisione in Puglia, Calabria e Sicilia, esclusivamente in uccelli migratori.
La situazione internazionale
Il grado di allerta internazionale, nella scala da 1 a 6 stabilita dal piano pandemico dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità), rimane al livello 3, corrispondente a "malattia infettiva degli animali con rari e sporadici passaggi all'uomo". I casi di infezione umana (169 in tutto il mondo con 91 decessi dal 2003 al 13 febbraio scorso) continuano infatti a rimanere principalmente circoscritti ad alcune zone del Sud-Est asiatico (Cambogia, Cina, Indonesia, Thailandia e Vietnam) caratterizzate da promiscuità con animali elevata e condizioni igieniche molto carenti.
La situazione provinciale
L'accertamento della presenza del virus H5N1 nel sud dell'Italia (limitato ad alcuni cigni migratori trovati morti in Calabria, Puglia e Sicilia e non trasmessosi né in allevamenti avicoli né tantomeno all'uomo), non modifica in alcun modo la situazione a livello reggiano dove – tiene a sottolineare il Gruppo di lavoro provinciale – già da diversi mesi è attiva una capillare opera di monitoraggio e prevenzione da parte delle strutture sanitarie. Anche tutti i circa 6.000 test sierologici e virologici eseguiti a partire dal 2005 dal servizio veterinario provinciale in allevamenti hanno dato esito negativo al virus H5N1, così come gli oltre 200 test effettuati su volatili morti segnalati dai cittadini. Sempre a livello provinciale, il Dipartimento di Sanità pubblica dell'Ausl, a partire dal servizio veterinario, ha provveduto da tempo a istituire una capillare rete di intervento e ad individuare, nel caso, tutte le misure da attuare in caso di emergenza.
Le raccomandazioni
Il Gruppo di lavoro non ritiene pertanto di fornire ulteriori raccomandazioni ai cittadini reggiani. Restano ovviamente valide le indicazioni fornite a suo tempo che di seguito si riportano.
Consigli per gli allevatori
1. Evitare il contatto tra pollame allevato e i selvatici, in particolare con uccelli acquatici.
2. Evitare introduzione di animali nell'allevamento di volatili di cui non si conosce lo stato sanitario.
3. Applicazione di accurate operazioni di lavaggio e disinfezione degli ambienti e attrezzature di allevamento.
4. Applicazione del tutto pieno-tutto vuoto come strategia di allevamento.
Indispensabile anche la dotazione ed l'utilizzo costante da parte degli addetti del settore (allevatori, veterinari, macellatori, etc.) dei dispositivi specifici di protezione previsti per le loro attività. In modo particolare per quanto riguarda gli allevamenti domestici e per autoconsumo, si raccomanda di segnalare il possesso di avicoli al Servizio Veterinario e di tenere gli animali custoditi nei pollai.
Consigli per il consumo di carni avicole e di uova
Il consumo di carni avicole e di uova non rappresenta un fattore di rischio per la trasmissione di influenza aviaria all'uomo nemmeno nei Paesi che hanno la malattia endemica. In Italia ed in Europa, le preoccupazioni per questo tipo di consumo non sono pertanto giustificate. Se ciò non bastasse, il sistema di produzione italiano delle carni avicole e delle uova fornisce altre importanti garanzie nel senso che l'Italia è sostanzialmente autosufficiente per quanto concerne i consumi. Su tale sistema vigilano, a livello provinciale, il Dipartimento di Sanità pubblica della Ausl e altre istituzioni come il Laboratorio dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale e il Comando Carabinieri per la sanità (Nas di Parma). Inoltre, in Italia tutti passaggi della catena della produzione di carni avicole e uova è sottoposta a controllo veterinario con prelievi e visite cliniche negli allevamenti e vigilanza permanente sui mercati, sulla macellazione e sulla commercializzazione dei prodotti; le uova sono da tempo etichettate sia direttamente sia sulle confezioni, con indicazioni che permettono di risalire al produttore e al sistema di allevamento degli animali e l'Ordinanza Ministeriale 26.08.2005 ha stabilito anche per le carni avicole un sistema di identificazione che permetta di evidenziare l'origine e i passaggi che hanno subito prima di arrivare al consumatore.
Si conferma l'utilità di alcune semplici indicazioni ai consumatori che valgono indipendentemente dall'allarme prodotto dalle notizie sull'influenza aviaria.
· Acquistare carni avicole e uova correttamente etichettati solo da canali o in esercizi autorizzati, in quanto assolutamente sicuri
· In caso di autoconsumo di animali allevati personalmente, macellare solo animali sani e segnalare ogni caso di sintomatologia o lesione sospetta sugli animali
· In caso di acquisti diretti da produttori agricoli rivolgersi solo a persone di fiducia
· Pretendere sempre e comunque la massima igiene dei prodotti acquistati
· Non acquistare o consumare uova fortemente imbrattate di feci, con striature di sangue o malformate
· Cuocere correttamente le carni e le uova
· Rivolgersi con fiducia ai Servizi Territoriali del Dipartimento di Sanità Pubblica della Az.Usl per ogni informazione, dettaglio o segnalazione.
Animali morti
Visto il particolare allarme sorto ultimamente nei confronti dei volatili morti, il Gruppo di lavoro ricorda che eventuali segnalazioni vanno indirizzate eslusivamente al Servizio Veterinario (attraverso i recapiti di seguito riportati) senza intasare inutilmente altri servizi telefonici di emergenza (a partire da quelli relativi agli operatori del soccorso). In particolare, si invitano i cittadini a non segnalare – in quanto assolutamente non pericolosi – eventuali ritrovamenti di carcasse di piccioni, storni, merli, passeri, cinciallegre ed altri passeracei solitamente presenti in città.