Home Cronaca Quante velocità ci sono nelle economie dei paesi UE?

Quante velocità ci sono nelle economie dei paesi UE?

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(ANSA) - BRUXELLES - Un piatto di carne o di pesce almeno ogni due giorni, una settimana di vacanze all'anno, una casa ben riscaldata. Bruxelles misura il rischio di poverta' nei 25 scegliendo una serie di indicatori che non sono solo piu' quelli monetari; ne emerge un quadro molto differenziato, con un ventaglio di privazioni significative, in particolare nei nuovi Stati membri e nei candidati. Secondo il confronto realizzato da Eurostat, l'ufficio statistico dell'Ue, in Italia solo il 5% non puo' permettersi un pasto di carne o pesce ogni due giorni, ma la percentuale che cala ulteriormente in Francia o Germania (2%) sale invece fino al 57% in Bulgaria e supera comunque il 30% in diversi nuovi stati membri (Lituania, Lettonia, Ungheria, Slovacchia). Il 36% degli italiani soffre per non potersi permettere neppure una settimana all'anno di vacanze, dato che arriva al 61% tra i portoghesi e al 52% tra i greci nella vecchia Ue, ma la privazione interessa la stragrande maggioranza dei bulgari (85%) e supera il 60% dei menage nei nuovi Stati membri, se si esclude Repubblica Ceca, Slovenia, Cipro e Malta. Quanto al riscaldamento del proprio alloggio, dicono che non e' adeguato il 40% degli spagnoli, il 58% dei portoghesi, il 19% dei greci e il 18% degli italiani. Le percentuali nei nuovi Stati membri o nei candidati arrivano a superare il 50% in Lituania, Romania e Bulgaria. TV, TELEFONO, AUTO. Le differenze tra nuovi e vecchi Stati membri si fanno decisamente piu' accentuate quando si lamenta la mancanza di un televisore a colori, un telefono o un'auto privata. Per l'Italia, ad esempio, le percentuali diventano irrisorie, nell'ordine dell'un per cento (3% per l'auto), cosi' come per molti paesi della vecchia Ue. L'unico dato piu' alto spicca per il Portogallo con un 17% di cittadini che dice di desiderare un'auto privata. Anche in quest'ultimo caso, tuttavia, la percentuale e' ben lontana dal 49% segnalato per la Romania, dal 39% di Bulgaria e Lettonia o dal 30% della Polonia. Queste cifre, ad avviso di Bruxelles, completano il quadro sul rischio poverta' rispetto ad un approccio soltanto monetario; un metodo che permette di affrontare meglio la sfida posta in Europa di consentire all'insieme della popolazione di beneficiare di livelli medi elevati di prosperita' ed evitare grandi differenze come in alcuni paesi meno sviluppati del mondo. Quanto all'esposizione al rischio di poverta' monetaria, invece, le differenze tra vecchi e nuovi stati membri sono meno accentuate. In questo caso, l'Italia si trova ai primi posti della classifica con il 19%, dopo Grecia, Slovacchia (entrambe al 21%) e Portogallo (20%). Il quadro relativo ai nuovi Stati membri e ai candidati indica un 13% per la Bulgaria, un 18% per la Romania e scende fino all'8% in Repubblica Ceca dove il livello e' decisamente inferiore rispetto, ad esempio, alla pur bassa percentuale del piccolo Lussemburgo (9%).(ANSA). PUC