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Aviaria, nuova riunione del gruppo istituito dalla Provincia

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L'influenza aviaria si avvicina e così il gruppo provinciale appositamente costituito si fa sentire di nuovo.
Di seguito il punto della situazione diffuso questa mattina.

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Il Gruppo di lavoro permanente sull'influenza aviaria istituito il 16 settembre scorso dalla presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini, in qualità di presidente della Conferenza sociale sanitaria territoriale (Csst) - e di cui fanno parte oltre agli assessori provinciali alla Salute, alla Caccia e all'Agricoltura anche i vertici di Ausl, Azienda Santa Maria Nuova e Servizio Veterinario - si è tornato a riunire questa mattina a Palazzo Allende, insieme ai Comuni capidistretto, per un nuovo monitoraggio della diffusione del virus H5N1 che al momento, è stato ribadito, continua a non interessare l'Italia.

La situazione internazionale

Lo stesso grado di allerta internazionale, nella scala da 1 a 6 stabilita dal piano pandemico dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità), rimane al livello 3, corrispondente a "malattia infettiva degli animali con rari e sporadici passaggi all'uomo". I casi di infezione umana (147 in tutto il mondo con 78 decessi al 10 gennaio scorso) continuano infatti a rimanere principalmente circoscritti ad alcune zone del Sud-Est asiatico (Cambogia, Cina, Indonesia, Thailandia e Vietnam) caratterizzate da promiscuità con animali elevata e condizioni igieniche molto carenti. Anche i rari casi di passaggio all'uomo registrati recentemente in Turchia (4, con 2 decessi sempre al 10 gennaio) sono dovuti a gravissime condizioni di degrado e al mancato rispetto delle più elementari norme igieniche. Anche questi casi, peraltro limitati alle province più orientali, non hanno dunque provocato un innalzamento del livello di allarme in Europa e dunque in Italia, anche perché già dallo scorso ottobre una direttiva comunitaria vieta l'importazione dalla Turchia di animali vivi, carni e prodotti avicoli.

La situazione provinciale

A rassicurare ulteriormente il Gruppo di lavoro provinciale, anche i risultati della capillare opera di monitoraggio e prevenzione attuata già da diversi mesi dalle strutture sanitarie. In particolare, tutti gli oltre 5.000 test sierologici e virologici eseguiti nel corso del 2005 dal Servizio Veterinario provinciale in allevamenti o su animali trovati morti hanno dato esito negativo al virus H5N1, così come gli esami compiuti a livello regionale dall'Infs (Istituto nazionale fauna selvatica) anche in occasione del passaggio sul nostro territorio dei flussi migratori, peraltro già conclusosi. Sempre a livello provinciale, il Servizio Veterinario dell'Ausl ha provveduto a istituire una capillare rete di intervento e ad individuare, nel caso, tutte le misure da attuare in caso di emergenza.

Le raccomandazioni

Il Gruppo di lavoro non ritiene pertanto di fornire ulteriori raccomandazioni ai cittadini reggiani. Restano ovviamente valide le indicazioni fornite a suo tempo che di seguito si riportano.

Consigli per gli allevatori
1. Evitare il contatto tra pollame allevato e i selvatici, in particolare con uccelli acquatici.
2. Evitare introduzione di animali nell'allevamento di volatili di cui non si conosce lo stato sanitario.
3. Applicazione di accurate operazioni di lavaggio e disinfezione degli ambienti e attrezzature di allevamento.
4. Applicazione del tutto pieno-tutto vuoto come strategia di allevamento.

Indispensabile anche la dotazione ed l'utilizzo costante da parte degli addetti del settore (allevatori, veterinari, macellatori, etc.) dei dispositivi specifici di protezione previsti per le loro attività.

Consigli per il consumo di carni avicole e di uova
Il consumo di carni avicole e di uova non rappresenta un fattore di rischio per la trasmissione di influenza aviaria all'uomo nemmeno nei Paesi che hanno la malattia endemica. In Italia ed in Europa, dove peraltro la malattia è assente, le preoccupazioni per questo tipo di consumo non sono pertanto giustificate. Se ciò non bastasse, il sistema di produzione italiano delle carni avicole e delle uova fornisce altre importanti garanzie nel senso che l'Italia è sostanzialmente autosufficiente per quanto concerne i consumi di carni avicole e uova con scarsi o quasi nulli rapporti commerciali con i Paesi colpiti dalla epidemia, dai quali peraltro ogni importazione di carni e altri prodotti di origine animale avicolo è vietata. Su tale sistema vigilano, a livello provinciale, il Dipartimento di Sanità pubblica della Ausl e altre istituzioni come il Laboratorio dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale e il Comando Carabinieri per la sanità (Nas di Parma). Inoltre, in Italia tutti passaggi della catena della produzione di carni avicole e uova è sottoposta a controllo veterinario con prelievi e visite cliniche negli allevamenti e vigilanza permanente sui mercati, sulla macellazione e sulla commercializzazione dei prodotti; le uova sono da tempo etichettate sia direttamente sia sulle confezioni, con indicazioni che permettono di risalire al produttore e al sistema di allevamento degli animali e l'Ordinanza Ministeriale 26.08.2005 ha stabilito che anche per le carni avicole entri in vigore un sistema di identificazione che permetta di evidenziare l'origine e i passaggi che hanno subito prima di arrivare al consumatore.
E' tuttavia utile fornire alcune semplici indicazioni ai consumatori che valgono indipendentemente dall'allarme prodotto dalle notizie sull'influenza aviaria.
· Acquistare carni avicole e uova solo da canali sicuri e autorizzati
· Acquistare negli esercizi solo uova e carni correttamente etichettate
· Diffidare e segnalare alle autorità competenti la vendita di carni o uova sprovviste di corretta identificazione
· In caso di autoconsumo di animali allevati personalmente, macellare solo animali sani e segnalare ogni caso di sintomatologia o lesione sospetta sugli animali
· In caso di acquisti diretti da produttori agricoli rivolgersi solo a persone di fiducia
· Pretendere sempre e comunque la massima igiene dei prodotti acquistati
· Non acquistare o consumare uova fortemente imbrattate di feci, con striature di sangue o malformate
· Cuocere correttamente le carni e le uova
· Rivolgersi con fiducia ai Servizi Territoriali del Dipartimento di Sanità Pubblica della Az.Usl per ogni informazione, dettaglio o segnalazione.