Alcuni quotidiani riportano oggi la notizia di una prevista seduta di Consiglio a Vetto poi ritirata.
Secondo la minoranza, sul bilancio di previsione 2006 l’Amministrazione comunale ha fatto retromarcia, "ma, per favore, non si chiami in causa la finanziaria".
Di seguito il commento.
Il 13 dicembre scorso la Giunta comunale di Vetto ha approvato il bilancio di previsione 2006 insieme all’annessa relazione programmatica, con tanto di critica alla legge finanziaria per l’anno 2006, dopo di che tutto questo materiale è stato consegnato ai consiglieri comunali con il vincolo che i loro eventuali emendamenti dovevano essere presentati entro il 2 gennaio, vale a dire sette giorni prima della data che era stata fissata dalla Giunta stessa per l’apposita seduta consiliare (così ci diceva la lettera di accompagnamento).
Nei tempi stabiliti la minoranza ha puntualmente formulato i propri emendamenti, cioè le proprie osservazioni e proposte, con una prima nota del 21 dicembre e successive integrazioni del 2 gennaio, che è anche la giornata in cui il sindaco ha confermato il Consiglio comunale di ieri, lunedì 9 gennaio.
Ci stavamo dunque preparando a questo importante appuntamento consiliare, di grande rilievo per la vita amministrativa municipale, quando, improvvisamente, sabato 7 gennaio il aindaco scopre che c’è la legge finanziaria e rinvia la seduta consiliare a data da destinarsi, con le seguenti motivazioni: “A seguito dell’approvazione della finanziaria è emersa la necessità di approfondire alcuni aspetti del bilancio per verificarne la coerenza con le suddette disposizioni”, e inoltre si è “tenuto conto che il termine per l’approvazione del bilancio è stato fissato al 31 marzo 2006”.
Sono ragioni che ci lasciano allibiti e sconcertati, dal momento che il 2 gennaio, giorno in cui il sindaco, come abbiamo detto, aveva ufficializzato la convocazione del Consiglio, i contenuti della legge finanziaria dello Stato erano perfettamente conosciuti (essendo la stessa stata licenziata in via definitiva il 23 dicembre e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre) ed erano pertanto ben noti anche i termini del 31 marzo per la deliberazione del bilancio 2006 da parte degli enti locali, termini che del resto non rappresentano una novità essendo gli stessi utilizzati lo scorso anno.
A questo punto viene spontaneo interrogarsi sulla fretta della Giunta comunale nell’approvare il bilancio a metà dicembre, e sorgerebbe il sospetto che si volesse soprattutto cercare un pretesto per poter contestare fin da allora la legge finanziaria, un atto che, si badi bene, esclude i Comuni con popolazione fino ai 5.000 abitanti - com’è il caso di Vetto - dall’azione di contenimento della spesa pubblica (e lo stesso avviene per la nostra Comunità Montana, dal momento che i suoi abitanti non superano le 50.000 unità).
In ogni caso, tutto questo ci fa dire che le spiegazioni addotte dal sindaco per il rinvio del Consiglio comunale non sono affatto convincenti, e neppure sostenibili, e ci porta a ritenere che vi siano invece crescenti problemi all’interno della maggioranza, non privi di conseguenze anche sulla gestione ordinaria delle attività comunali. Non si possono altrimenti interpretare le incertezze e i ritardi con cui vengono affrontate opere di riconosciuta utilità e di modesta spesa, per le quali non si può certo invocare la presunta stretta finanziaria esercitata dal Governo in carica, peraltro smentita dal fatto che è stato previsto un impegno economico di 60.000 euro, suddiviso sul biennio 2006/2007, per la “riqualificazione verde pubblico e area sportiva nella frazione di Rosano”, e non è il solo esempio che si può portare in proposito.
Non ci resta che aspettare di vedere cosa ci riserveranno le prossime settimane, ma intanto, nell’attesa che venga riconvocato il Consiglio, ci permettiamo una riflessione, che nasce dai nostri recenti emendamenti sul bilancio, ed è destinata al sindaco nonché alla Giunta e alla maggioranza, che sono in sostanziale continuità con quelle degli ultimi anni.
A nostro avviso andrebbe riscoperto e rilanciato il criterio delle priorità (il pensiero corre inevitabilmente agli interventi di manutenzione strade e all’emergenza neve) che, oltre a rispondere ai principi della buona amministrazione, aiuta a selezionare le spese e a contenere o ridurre gli indebitamenti, i cui effetti andrebbero a gravare ulteriormente e a lungo sulla nostra comunità e sui futuri amministratori. Non possiamo infatti dimenticare che il nostro Comune si trova ora a dover sostenere il carico di oltre sessanta mutui, con una pesante rata annuale che per molti di questi, vedi quelli contratti per l’arredo urbano del capoluogo, si protrarrà fino al 2025, 2030 e 2035 (il che obiettivamente non può non preoccuparci, qualunque sia la collocazione politica di ciascuno).
(La minoranza consiliare di Vetto)