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Castelnovo, ancora una settimana per visitare …

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Prosegue la mostra fotografica allestita dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Castelnovo ne’ Monti per il periodo delle festività: Luzzara Cinquant’anni e più…, promossa e realizzata da Fondazione Un Paese con il sostegno del Comune di Luzzara e ora resa itinerante.

Il progetto della mostra prende spunto da due importanti ricorrenze: i cinquant’anni dall’uscita dell’opera Un paese di Paul Strand e Cesare Zavattini e, contemporaneamente, i trent’anni dalla realizzazione del volume Un paese vent’anni dopo di Gianni Berengo Gardin e Cesare Zavattini: due opere ormai diventate due "classici" nella storia della fotografia, e ancor oggi due importanti riferimenti poetici, anche in virtù dell’originale accostamento tra immagini e scrittura narrativa.

Luzzara, il piccolo paese della bassa reggiana che a Zavattini ha dato i natali, si è trovata a interpretare nel 1955 un simbolico ruolo di paese / nazione: a dare cioè volto alla società italiana appena uscita dalla guerra, colta in una fase di ricostruzione nella quale sono evidenti i segni di una cultura e di un’economia di carattere prettamente contadino. Nel lavoro di Berengo Gardin del 1975 sono invece evidenti gli ultimi effetti del boom economico, la trasformazione del paesaggio rurale e domestico, l’industrializzazione e l’urbanizzazione, oltre all’invecchiamento dei volti già ritratti da Strand e ritrovati negli stessi immutati atteggiamenti espressivi.

In questa nuova mostra, composta da un "racconto" sviluppato in 110 fotografie delle quali viene esposta a Castelnovo ne’ Monti una selezione di oltre 70 immagini, ci sono i luoghi e le persone, gli interni delle case e gli ambienti di lavoro, le tradizioni e la modernità, la nebbia e, ora, i colori (mentre le immagini di Strand e di Berengo Gardin erano rigorosamente in bianco e nero). L’insieme attualizza il paesaggio geografico e antropologico-culturale della cittadina, della quale emerge come trasformazione più evidente rispetto ai due lavori precedenti la sua immersione nella modernità, il suo essere ora una città del mondo globalizzato nella quale si incrociano e mescolano e convivono culture, universi e segni molto dìversi e distanti tra loro.

Fondazione Un Paese ha affidato il lavoro di ripresa a Fabrizio Orsi e a Marcello Grassi, due giovani fotografi reggiani che hanno ritratto, il primo, la gente e i mestieri, e l’altro, gli spazi e le architetture. I due autori hanno visitato e attraversato il paese alla riscoperta dei luoghi già ritratti da Strand e Berengo Gardin e alla ricerca del nuovo paese che cresce e cambia.

Con questa specie di "salto triplo" lungo cinquant’anni, l’ellisse spazio-temporale parte dunque dalla piazza del mercato di un paese di civiltà contadina del quale "si contemplano ‘anche’ i tempi morti di cui è fatta la vita", fissa il ritratto di una civiltà in movimento (l’onnipresenza delle biciclette), più adrenalinica e già un po’ frenetica per maturare infine il ritratto di una società fatta di "funzioni", di ritratti ambientati di persone spesso collegate a un ruolo o a una specifica attività, ma dove si percepisce quasi una dicotomia rispetto ai luoghi, che non paiono più vissuti come spazio principe della socialità, ma piuttosto come cornice per isolate individualità o fondale per specifici gruppi di interesse. L’approdo finale è quasi straniante rispetto al tradizionale concetto di appartenenza e radicamento, la videoteca specializzata in film di Bolliwood per la popolosa comunità indiana che da anni vive e lavora nella zona.

Luciano Ligabue infine, con il testo che accompagna le fotografie nella mostra e nel volume che le raccoglie, completa e rinnova quel tandem di immagini e scrittura che presenta di nuovo Luzzara agli occhi del mondo quasi come una città-laboratorio per l’analisi del rapporto tra continuità e cambiamento. "… Davvero, Za, il Po c’è ancora … ", scrive Ligabue nel suo testo, raccontando le fotografie che raccontano Luzzara, i ritratti di persone "che qui è più facile veder sorridere" e rassicurando indirettamente, nel suo dialogo immaginario con Zavattini, non solo lui ma anche tutti noi: il mondo è cambiato ma non è stato ancora stravolto, ha solo trovato nuovi modi e un altro equilibrio.

Sede della mostra: Palazzo Ducale, via Roma 12/B, Castelnovo ne’ Monti (Reggio E.)

FINO AL 15 gennaio 2006

Orari: tutti i giorni, ore 15-18. Visite delle classi al mattino su prenotazione

Catalogo pubblicato da Skira: € 30,00 in mostra - brossura; € 38 in libreria – cartonato

Ingresso gratuito