Ieri mattina, presso la sede della Caritas diocesana, è stato presentato alla stampa locale il Dossier 2005, redatto dal Centro d’Ascolto diocesano delle povertà di via Adua. Accanto alle luci che la nostra Provincia continua a mostrare (esposte brevemente nel primo capitolo del dossier) emergono, dagli incontri avuti dagli operatori, alcune ombre di povertà materiali e relazionali che interessano un notevole numero di persone presenti sul nostro territorio e che interrogano le comunità parrocchiali della diocesi.
"Il Centro d’Ascolto rappresenta in questo senso una lente (non l’unica) che permette di osservare i bisogni da un punto di osservazione particolare. La peculiarità, in positivo, di questi dati è da ricondurre alla capacità della Caritas di fornire informazioni per così dire 'di prima mano', raccolte e commentate da coloro che direttamente incontrano le persone in difficoltà; questo a scapito di una minore capacità descrittiva del fenomeno della povertà nella sua globalità. Per ovviare a quest’ultimo problema, laddove è stato possibile, si è cercato di collegare le riflessioni del Centro d’Ascolto a quelle fatte dall’Osservatorio Provinciale sulla popolazione straniera e da altri organi istituzionali che rappresentano altri punti di osservazione preziosi".
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Scorrendo il Dossier si osserva come nel corso del 2004 siano state 1.947 le persone diverse che hanno mostrato il loro volto ed hanno chiesto di camminare assieme. Per lo più si tratta di persone venute da lontano (un italiano ogni sei stranieri), quasi la metà provenienti dai paesi dell’Est (Ucraina, Moldavia, Georgia e Russia) e un quinto arrivati dall’area del Maghreb (Marocco, Tunisia e Algeria). Uomini e donne (in ugual misura) spesso sposati che hanno lasciato nel paese di origine il proprio coniuge (poco più di una su quattro vive con lo stesso) o i figli (solamente uno su cinque vive con gli stessi), rivelando una realtà che mette a dura prova le relazioni intrafamiliari.
Complessivamente sono stati fatti con queste persone 5.154 colloqui, in media quasi tre per persona, confermando il carattere progettuale instaurato fra gli operatori e la persona, attraverso una serie di incontri successivi al primo in cui si stabiliscono tappe e interventi. Nel corso di questi incontri sono state fatte 5.492 richieste soprattutto legate alla mancanza di un lavoro (e di conseguenza di un reddito per mantenersi) e di un posto letto. Accanto ad esse sono stati attivati una serie di interventi (complessivamente 7.133) che vanno dal semplice ma efficace ascolto e orientamento ai servizi presenti sul territorio, al coinvolgimento delle realtà parrocchiali di riferimento; dall’accoglienza presso il dormitorio Caritas di via Agosti (a cui è dedicato l’ultimo capitolo del Dossier) alla ricerca di luoghi adatti per l’accoglienza di donne.
Pur rimarcando la funzione animativa del Centro d’Ascolto si registra una sproporzione elevata soprattutto fra le richieste di un alloggio e di un lavoro e gli interventi relativamente ad esse attivati. In questi casi anche la funzione orientativa, a causa di una saturazione delle offerte di servizi rispetto alla domanda, ha perso di efficacia.
Questo strumento curato dal Centro d’Ascolto vuole essere un punto interrogativo posto alle nostre coscienze di uomini e di cristiani, al quale non possiamo non prestare attenzione.
Il Dossier può essere richiesto presso la segreteria della Caritas diocesana (tel. 0522 922520) oppure visionato sul sito internet www.caritasreggiana.it.