Sabato scorso una delegazione del Comune di Castelnovo ne' Monti ha partecipato, nella cittadina di Suvereto in provincia di Livorno, all’annuale assemblea nazionale delle Cittaslow, associazione che vede riunite numerose località italiane che hanno fatto della qualità della vita la loro bandiera. Ritmi più lenti ed attenti alle produzioni enogastronomiche locali, alla qualità dell’ambiente, del tessuto urbano, della socialità: sono i cardini di questa associazione nata nel 1998 e di cui Castelnovo fa parte dal 2000.
L’assemblea di pochi giorni fa è stata un momento importante nella vita di Cittaslow, avendo sancito un più stretto rapporto di collaborazione con Slow Food, in pratica “Madre nobile” dell’unione di cittadine, ma anche un percorso innovativo per il futuro. All’assemblea hanno partecipato il vicesindaco Fabio Bezzi, l’assessore alla Promozione del territorio Paolo Ruffini e la responsabile Cittaslow Monia Malvolti. Nella splendida cornice del paese toscano, noto per la produzione di pregiato olio e vino, si sono radunati i rappresentanti di tutte le cittadine aderenti all’associazione e, per l’occasione, numerosi esponenti di Slow Food, guidati dal segretario nazionale Silvio Barbero. La parentela tra Slow Food e Cittaslow è molto stretta: l’associazione enogastronomica che tutela i prodotti di qualità, rari e ricercati, ha dato il “la” alla nascita di un gruppo di cittadine che ha trasferito la stessa filosofia in un contesto più ampio, al di là del cibo.
Nei mesi scorsi Slow Food ha sottoscritto anche dei protocolli con le Cittaslow di alcune regioni: alla Toscana è seguita da poco l’Emilia-Romagna. Nel corso dell’assemblea di sabato sono state gettate le basi per collaborazioni più strette nel prossimo futuro, ma da parte di Slow Food è stata anche lanciata una nuova sfida: Barbero ha sottolineato la necessità ormai impellente di delineare alcuni elementi concreti che diano una riconoscibilità immediata alle Cittaslow, in materia di tutela ambientale, paesaggistica, urbana, enogastronomica. Insomma sul reale livello di qualità della vita delle cittadine aderenti. In merito saranno redatti degli appositi progetti, che tracceranno quali saranno questi elementi, quale tempistica avranno i paesi per adeguarsi, e che in definitiva potrebbero anche rimettere in discussione lo stesso elenco dei paesi associati.
Una sfida difficile ma accolta positivamente, anche dalla delegazione castelnovese, convinta dell’utilità di “fare un salto in avanti e dare un riscontro più incisivo a questo importante marchio di cui il paese si fregia”. Nel corso dell’assemblea si è parlato infine anche del progetto “Terra Madre” che Slow Food ha portato lo scorso anno al Salone del Gusto di Torino, coinvolgendo e mettendo a confronto 5000 agricoltori provenienti dai più disparati paesi del mondo. Un momento di grande intensità, e che i partecipanti hanno trovato davvero molto utile, potendosi scambiare esperienze anche millenarie sui modi e gli strumenti per lavorare la terra e trarne i migliori frutti, trovando differenze ma anche sorprendenti affinità tra culture a migliaia di chilometri di distanza. Slow Food ha chiesto a Cittaslow di organizzare la partecipazione al salone del prossimo anno, nell’autunno 2006, nell’ambito di questo progetto, con una delegazione per ogni comune aderente ma anche coinvolgendo, dove possibile, località straniere con cui le Cittaslow siano in contatto.
Per Castelnovo si sta pensando di coinvolgere Pintadas, la cittadina brasiliana con cui da anni il capoluogo montano ha uno stretto rapporto di solidarietà. Una partecipazione che sarebbe facilitata anche dalla collaborazione che Slow Food sta dando al presidente del Brasile Lula per il suo progetto “Fame Zero”.