La morte tragica di un lavoratore tunisino in un cantiere edile di Felina e, pochi giorni prima, l’emergere di notizie di gravi infiltrazioni criminali in alcuni ambiti dell’edilizia a Reggio Emilia; e infine la notizia dell’inchiesta aperta sull’ufficio tecnico del comune di Novellara sono fatti che non hanno alcun collegamento tra di loro. E tuttavia suggeriscono di accelerare un'analisi e una riflessione profonda - di cui già si sentiva il bisogno – sulle condizioni e le caratteristiche con cui si svolge a Reggio Emilia e anche altrove l’attività edilizia. Un settore nel quale il soddisfacimento dei bisogni reali e l’espressione di ottime capacità imprenditoriali e di lavoro vivono fianco a fianco con rendite (s?)proporzionate, mancanza di trasparenza, evasione di normative fiscali e sindacali. Si intrecciano fortemente problemi che hanno a che fare con elementari diritti umani, con la legalità e la sicurezza di tutti, e anche con la qualità sociale della nostra economia e dell’ambiente e del territorio.
Occorre evitare che l’economia cattiva scacci l’economia buona, che il lavoro nero metta in crisi e in pericolo il lavoro legale, che un'attività importante venga inquinata da legislazioni criminali, che le trasformazioni d’uso del territorio diventino il business più facile e praticato a tutti i costi da persone e organizzazioni senza scrupoli. Occorre evitare che il settore immobiliare diventi oggi quelli che erano i Bot negli anni ’90, cioè un enclave della rendita che catalizza risorse che l’Italia (e Reggio Emilia) ha bisogno di indirizzare all’innovazione e alla competitività. È compito delle forze politiche e delle istituzioni sostenere con molto decisione il difficile ruolo di tutela svolto dai sindacati e quello degli enti e delle forze dello stato che operano per garantire la trasparenza e la legalità. È altresì compito delle forze politiche e istituzionali portare avanti analisi, approfondimenti, valutazioni per individuare le azioni e le misure sul piano economico giuridico e amministrativo che possono combattere i fenomeni preoccupanti e diffusi che si intravvedono.
Serve una grande politica nazionale a partire dalla riforma dei regimi dei suoli e dell’Ici fino alle misure per l’emersione del lavoro nero. Serve rigore con equilibrio, ma non con il lassismo di cui il governo si rende responsabile riproponendo continuamente condoni fiscali, previdenziali ed edilizi. Il lassismo del governo comunque non esime nessuno tanto meno le forze politiche e le istituzioni locali nel fare tutta la loro parte nelle condizioni date per affrontare e circoscrivere fenomeni che se lasciati correre possono davvero segnare negativamente la nostra realtà.
(Fausto Giovanelli, senatore dei Democratici di Sinistra)