Giunta della Comunità Montana e Sindaci contro la ipotesi del Governo di soppressione delle Comunità Montane. E' stato approvato ieri, al riguardo, un ordine del giorno da portare alla manifestazione di Roma di domani, giovedì 27 ottobre.
Nel documento si chiede, al contrario, un rilancio del ruolo delle Comunità Montane che, in 35 anni di attività, "hanno dimostrato - come si legge in una nota dell'ente comunitario - di saper interpretare le esigenze della gente di montagna e di saperne affrontare i problemi anche ottimizzando i costi delle gestioni dei servizi".
Con tale ordine del giorno i rappresentanti istituzionali della montagna reggiana come annunciato si recheranno a Roma per partecipare alla manifestazione nazionale organizzata dall’UNCEM presso il cinema Capranica.
Di seguito il testo dell’ordine del giorno.
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La Conferenza dei sindaci e la Giunta della Comunità Montana dell’Appennino Reggiano, riunite in seduta congiunta in data 25 ottobre 2005,
PRESO ATTO delle dichiarazioni rilasciate dal Sottosegretario Silvano Moffa, non smentite da nessun altro rappresentante del Governo, secondo cui il Governo stesso sarebbe intenzionato a prevedere nel maxiemendamento alla Finanziaria 2006 l’eliminazione delle Comunità Montane;
RILEVATO:
- che le Comunità Montane sono state istituite dalla legge 3.12.1971 n. 1102, in applicazione degli artt. 44, - ultimo comma – e 129 della Costituzione, per valorizzare le zone montane favorendo la partecipazione delle popolazioni alla predisposizione ed all’attuazione dei programmi di sviluppo e dei piani territoriali dei rispettivi comprensori montani, ai fini di una politica generale di riequilibrio economico e sociale nel quadro delle indicazioni del programma economico nazionale e dei programmi regionali;
- che la legge 8.6.1990 n. 142 ha definito le Comunità Montane unioni montane, enti locali costituiti fra comuni montani e parzialmente montani, per la valorizzazione delle zone montane per l’esercizio di funzioni proprie, di funzioni delegate e per l’esercizio associato delle funzioni comunali;
- che il decreto legislativo 18.8.2000 n. 267, con il quale è stato approvato il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, all’art. 27 ha riconfermato la natura e il ruolo delle Comunità Montane, così come affermati dalla suddetta legge n. 142/1990;
- che in attuazione delle surrichiamate disposizioni, le Comunità Montane hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo fondamentale per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo economico, sociale e culturale dei territori montani, salvaguardandone l’identità, nonchè per la programmazione, l’organizzazione e la gestione dei servizi associati;
- che in particolare questi Enti, con le iniziative intraprese e gli investimenti realizzati, hanno contribuito in misura significativa a mantenere attivo e vitale il presidio umano e produttivo delle aree montane, a prevenire rischi di dissesto e di abbandono ed a motivare le giovani generazioni offrendo loro occasioni di formazione e di occupazione;
- che inoltre le gestioni associate dei servizi attivate negli ultimi anni hanno determinato, oltre al miglioramento della loro qualità, importanti economie di scala che altrimenti inciderebbero sui singoli Comuni e quindi sull’intera collettività;
- che pertanto la soppressione delle Comunità Montane, oltre ad eliminare un livello istituzionale riconosciuto nel rispetto del precetto costituzionale, penalizzerebbe pesantemente i territori e le popolazioni della montagna, arrestando il processo di sviluppo avviato negli ultimi decenni;
E S P R I M O N O
§ totale disaccordo con la proposta avanzata dal Sottosegretario Moffa di eliminare le Comunità Montane, disconoscendo, senza alcuna valida motivazione, il ruolo fondamentale svolto da tali enti per la valorizzazione e lo sviluppo dei territori montani e per la salvaguarda della loro identità;
§ profondo sdegno per la mancanza di rispetto istituzionale dimostrata da chi intende cancellare con un colpo di spugna e con un semplice emendamento alla legge finanziaria su cui casomai sarà posta la fiducia, enti incardinati a pieno titolo nell’ordinamento del nostro Paese;
I N V I T A N O
il Governo ed il Parlamento a rilanciare le Comunità Montane quali espressioni delle realtà montane e parti integranti dell’ordinamento degli enti locali, prevedendo nella legge finanziaria 2006:
1. il ripristino del fondo nazionale per la montagna, dotandolo di una disponibilità pari almeno al livello conseguito nel 2003 di 60 milioni di euro;
2. l’adeguamento al tasso programmato di inflazione del fondo ordinario riservato alle Comunità Montane;
3. l’esclusione di tutte le Comunità Montane dall’applicazione delle norme sul Patto di stabilità;
4. il ripristino del fondo nazionale ordinario per gli investimenti a favore delle Comunità Montane;
5. l’incremento delle risorse destinate alla gestione associata di funzioni e servizi comunali da parte delle Comunità Montane, per ritornare agli stessi livelli del 2003.
Consigliere Comunità montana feltrina
Ritengo che la politica ha bisogno d’essere semplificata e l’eliminazione degli enti di secondo grado è ormai una necessità.
La Comunità montana feltrina è composta da 13 comuni, pertanto: 13 sindaci + 13 vicesindaci + 39 assessori comunali + 130 consiglieri + 41 consiglieri di comunità + 1 presidente di comunità + 4 assessori di comunità: tutto questo per solo 60.000 persone.
Da aggiungere poi la provincia di Belluno + regione Veneto. Le comunità montane servono solo a posizionare e mantenere i soliti politici di mestiere… totalmente inutili.
Semplifichiamo ed interessiamoci ai cittadini.
(Vittorio Alberti, Comunità montana feltrina)