La scuola riprende il proprio cammino. Per i più piccoli è l’inizio di una prima esperienza fuori dall’ambiente di famiglia; per la maggior parte dei ragazzi e dei giovani chiede di segnare il passo della propria crescita umana e culturale; per i dirigenti e docenti richiama la scelta di riprendere sulle proprie spalle la responsabilità educativa di nuove generazioni; per i genitori diventa momento di preoccupazione non solo per l’aspetto economico ma per la capacità di impegno dei propri figli.
Tutto questo conferma che la scuola è “una cosa seria”. Si possono avere opinioni diverse anche sui vari aspetti della riforma scolastica in quanto oggi anche la Scuola si trova di fronte ad una diversità di cultura e di esigenze impensabili nei decenni precedenti, ma non la si può ritenere come una specie di supermercato dell’offerta di “saperi” della più svariata qualità.
È vero che sono ampliate le possibilità di conoscenze scientifiche e sono aumentati gli strumenti di apprendimento, come pure le possibilità di alternare esperienze di scuola e lavoro, ma la scuola non può rinunciare a quel suo perno fondante che è l’educazione della persona e del cittadino basata sui valori comuni indicati dalla Carta Costituzionale.
Mettere al centro del suo rinnovamento, della sua progettazione, delle sue metodologie la funzione educativa è primario oggi per la scuola. Ritenere che questo sia già scontato e che tutto educa può diventare un luogo comune.
Forse dovremmo porci ancora una volta di fronte a domande molto impegnative. Sappiamo tutti che l’educare ci rimanda alle fondamentali strutture antropologiche della persona: coscienza, libertà, affettività, socialità, trascendenza. In che modo nel processo educativo queste dimensioni sono rispettate, valorizzate, fatte maturare?
Pure lo stesso progetto educativo non può prescindere da un contesto di società contraddistinta da pluralismo culturale, frammentazione valoriale, esplosione mass-mediatica e informatica. Come programmarlo e metterlo in atto in modo che contribuisca allo sviluppo dell’originale personalità di ciascun ragazzo?
Come pastore della Chiesa che è nella provincia di Reggio Emilia desidererei che sulla funzione educativa della scuola fosse possibile una riflessione che porti ad una comune condivisione di intenti. Sono sollecitato dal fatto che nella nostra Regione l’insegnamento della religione cattolica è scelto nella scuola materna per l’89,3%, nella primaria per il 90,7%, nella media per l’88,3% e nella superiore il 77,9%. Sono dati del Ministero, che da un lato impegnano la Chiesa a qualificare sempre di più il proprio servizio, ma dall’altro fanno emergere la necessità di legare maggiormente l’IRC con il complesso delle varie discipline.
Nel confermare a tutti la mia vicinanza nell’anno che si apre, vorrei vi giungessero il mio saluto personale e la mia speciale benedizione nel nome di Cristo Signore.