La Comunità Montana dell’Appennino Reggiano nel 2003 patrocinava il ‘Gruppo Alambra s.r.l.’, per la redazione di un libro dal titolo: 'Comunità Montana dell’Appennino Reggiano'. L’obiettivo era quello di far conoscere ai lettori le diverse realtà e le bellezze della nostra montagna reggiana. Un volume distribuito gratuitamente a 25.000 nuclei famigliari della provincia di Reggio Emilia. L’opuscolo redatto dal suddetto ‘Gruppo Alambra’ era stato finanziato attraverso le inserzioni pubblicitarie pagate da aziende e da attività commerciali operanti nell’Appennino Reggiano. Circa 380 operatori economici avevano accettato il pagamento della pubblicità anche perché il volumetto godeva del patrocinio dalla Comunità Montana dell’Appennino Reggiano.
Quest’anno però le condizioni sono cambiate, non c’è più tale patrocinio, manca una sorta di garanzia che l’anno scorso era presente, manca un biglietto da visita importante per le imprese operanti nell’Appennino.
La pubblicazione ‘Alambra 2005’ ha infatti cambiato nome, ha sostituito le parole: 'Comunità Montana', con la parola 'Territorio'. La distribuzione della nuova edizione alle famiglie risale a poche settimane fa. Le ditte inserzioniste sono sempre le stesse e sono state pressoché obbligate ad effettuare nuovi pagamenti a causa di vecchi 'contratti capestro' sottoscritti l’anno precedente anche perché dietro avevano un Ente Pubblico che in un certo qual senso le tutelava.
Dopo diverse segnalazioni da parte di artigiani e commercianti la nuova pubblicazione del gruppo ‘Alambra’ è sembrata a molti una forzatura; gli imprenditori hanno pagato la pubblicità tramite RID (addebito automatico) bancario senza nemmeno aver ricevuto prima la relativa fattura e senza nemmeno essere stati adeguatamente informati sul tacito rinnovo di un contratto pubblicitario dubbio. Addirittura gli addebiti bancari sono arrivati anche a ditte che nel frattempo hanno cessato l’ attività o che si sono trasferite fuori provincia.
Siamo in presenza di un contratto con profili di censurabilità a danno di alcuni commercianti e imprenditori quasi costretti a pagare una propaganda non richiesta e non voluta. Alcuni inserzionisti non avevano la volontà di impegnarsi per diversi anni a rinnovare un contratto promozionale pieno di clausole illeggibili, simili a quelli delle banche e delle assicurazioni, ma al contrario intendevano effettuare un versamento una tantum. E’ pur vero che gli operatori hanno firmato pagine di clausole scritte in modo fitto-fitto e con caratteri minuscoli senza forse prenderne visione, ma è anche vero che la Comunità Montana non li ha debitamente informati della sua intenzione di recedere dal patrocinio. Nessuno poi ha informato le ditte sulla durata del contratto, sicuramente maggiore di quanto tacitamente pareva.
Siamo in presenza di un’anomalia, che dovrà essere chiarita al più presto. La Comunità Montana dovrà spiegare ai cittadini quali rapporti siano intercorsi con la s.r.l. ‘Gruppo Alambra’ patrocinata per un solo anno dall’Ente Pubblico, e il perché gli inserzionisti, prima pubblicamente ringraziati per l’importante contributo dato, non siano stati tenuti al corrente che per gli anni successivi si sarebbe trattato completamente di iniziativa privata.
Ho chiesto attraverso un’interrogazione alla Giunta Regionale di intervenire, pretendendo di sapere se sia in atto un’azione di carattere truffaldino nei confronti delle imprese che a loro insaputa hanno trovato addebiti sul conto corrente a favore di annunci pubblicitari non richiesti e non voluti. Gli enti pubblici dovrebbero collaborare con le imprese, e i cittadini e non favorire escamotage utili solo per svuotarne le tasche.
(Fabio Filippi, consigliere regionale per Forza Italia)