I Disturbi del Comportamento Alimentare sono oggi un fattore dilagante e molto preoccupante tra le fasce giovanili, e non solo, della nostra popolazione che sembra averli eletti come modalità significativa per manifestare i disagi e le sofferenze interiori. Infatti secondo l’ultimo rapporto Eurispes,oltre 2 milioni di ragazzi e ragazze in Italia, tra i 12 e i 25 anni soffrono di un Disturbo del Comportamento Alimentare conclamato: la diagnosi spesso avviene tardivamente, anche dopo 6/7 anni dall’esordio, quando i sintomi fisici e psichici sono divenuti particolarmente evidenti.
Per Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) si intende una situazione in cui il rapporto con il proprio corpo e con il cibo viene alterato, in maniera tale da dominare in maniera inconsueta e ossessiva tutte le azioni della propria giornata.
I DCA più conosciuti sono anoressia e bulimia, e secondo i dati del Ministero della Salute l’insorgere di nuovi casi di anoressia è al momento stabilizzato su una media di 6 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, mentre è in crescita l’incidenza della bulimia nervosa, circa 12 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Secondo questi dati insorgerebbero in Italia oltre 9.000 nuovi casi all’anno, prevalentemente nella fascia di età 12 – 25 anni.
L’evidenza di questi dati si ritrova in un tratto distintivo tra le fasi anoressiche e quelle bulimiche: la segretezza.
La bulimia, infatti, dilaga ed è esplicitamente sottostimata nelle statistiche per la sua connotazione di difficile riconoscimento rispetto l’anoressia. Se quest’ultima è caratterizzata da una forma peso di evidente e preoccupante magrezza spesso scheletrica, la bulimia si amalgama maggiormente tra la popolazione caratterizzata da normopeso (seppure possa presentare frequenti oscillazioni tra repentini aumenti di peso e dimagrimenti) e spesso ne ricorre alla diagnosi solamente quando le condizioni psico-fisiche sono compromesse al punto tale da non poter più nascondere l’anomalia comportamentale.
Per quanto non vi siano dati concreti è auspicabile che le forme bulimiche siano oltremodo superiori a quelle tuttora stimate.
Esiste inoltre, una particolare condizione che accomuna sia le fasi di anoressia che le fasi di bulimia: la vergogna. Una vergogna vissuta in prima persona da chi ne soffre, ma vissuta anche in relazione dalle famiglie; condizione che alimenta in gran parte un nascondere il problema creandone uno Stigma. Una vergogna alimentata dalla forte ignoranza e disinformazione che le persone hanno di questi importanti disturbi, e che può divenire carattere peculiare nel rischio di una cronicizzazione del sintomo.
Per ovviare a queste condizioni sono nati differenti movimenti tra cui con sede a Reggio Emilia, si è affermata un’associazione di volontariato, Briciole, che raccoglie le famiglie di persone affette da DCA, per dare loro aiuto e sostegno, e fornire informazione; l’associazione è reperibile tramite internet e telefonicamente al numero 0522 454506.
E’ inoltre attivo, dal 1999, sempre con sede a Reggio Emilia, un Sistema DCA per la cura e la prevenzione dei Disturbi del Comportamento Alimentare, dove una equipe multidisciplinare accoglie e offre aiuto terapeutico (gratuito) sotto i profili organico, sociale e psicopatologico. Il servizio si rivolge a sia persone con disturbi del comportamento alimentare, ai loro familiari ed a coloro che, a vario titolo, si occupano dei disagi derivanti da questi disturbi. Tale servizio è raggiungibile tramite prenotazione al numero 0522/335227.