E’ stata pubblicata, ed è quindi accessibile e consultabile sul sito internet dell’Unione dei comuni dell’alto Appennino reggiano (www.unionecomuni.re.it), la trascrizione integrale dell’antico statuto della Corte di Vallisnera datato 1207.
Si tratta di un documento di straordinario interesse, sia per l’antichità degli statuti (di oltre cinquanta anni più antichi degli statuti della città di Reggio Emilia), sia per l'intrinseco eccezionale valore documentale.
"Gli 80 capitoli emanati dai Signori di Vallisnera ci restituiscono uno visione suggestiva di una comunità di montagna di oltre 800 anni fa - dice il presidente dell'Unione, e sindaco di Busana, Alessandro Govi - e ci consentono di ricostruire i principali lineamenti della vita sociale, economica e giuridica dell’Appennino reggiano durante il medioevo".
Il codice delle leggi emanate dai Vallisneri si distingue per essere informato a principi di democrazia, equità e giustizia del tutto insoliti per il tempo, dove naturalmente spicca incontrastato il ruolo e la funzione del signore feudale, ma dove si coglie anche una moderna propensione al raggiungimento di un patto bilaterale, di un “concordato”, tra il feudatario ed i suoi vassalli.
Di origine longobarda, la signoria dei Vallisneri esercitò il proprio dominio incontrastato a partire dall’anno mille sui feudi della Val Cedra e Val Bardea (nell’attuale provincia di Parma), dell’alta Val d’Enza (Valle dei Cavalieri), del Cerreto, Collagna, Nigone, Acquabona e Nasseta. Nel corso dei secoli e con il perdurare delle lotte interne i Vallisneri si divisero in due rami: quello reggiano con centro a Vallisnera e quello con centro a Vairo nel parmense. Tra i discendenti più illustri dell’antica famiglia nobiliare è doveroso ricordare il medico, naturalista ed insigne scienziato Antonio Vallisneri (1661-1730).
Gli statuti dei Vallisneri vengono citati da Giuseppe Micheli nel libro “Le Valli dei Cavalieri” (1915), rintracciati da Ferdinando Laghi tra le carte dell’archivio della Madonna della Ghiara e pubblicati per la prima volta dallo stesso Ferdinando Laghi nel 1917 in “La Provincia di Reggio”. La versione utilizzata per la pubblicazione sul sito internet dell’Unione è quella di mons. Francesco Milani, già pubblicata nel 1969 sul “Bollettino storico reggiano”.