Al cospetto di uno dei più suggestivi scorci d’Appennino d’Italia, citato da Dante nella ‘Divina Commedia’, le Fattorie Ferrarini inaugurano la “Latteria Madonna della Pietra di Bismantova”, nuovo polo produttivo di Parmigiano Reggiano, con annesso punto di degustazione.
Accade a Castelnovo Monti (Reggio Emilia), dove in località Berzana l’appuntamento è per sabato 30 luglio, con l’apertura al pubblico, alle ore 15, della mostra di acquerelli “I nostri campi” di Ilde Rosati” e, a seguire, la tavola rotonda “I Conti Filippo e Antonio Re- Agricoltura e Gastronomia dal Settecento ai giorni nostri”.
PRODOTTI DELLA TRADIZIONE – La “Latteria della Pietra di Bismantova”, società cooperativa agricola aderente a Confcooperative, intende completare, con una produzione in montagna, le specialità delle Fattorie Ferrarini: il Parmigiano Reggiano Dop, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Dop, l’Aceto Balsamico di Modena Igp e i vini doc. La tavola rotonda aperta al pubblico è calibrata sul ritrovamento di un inedito e dotto ricettario dei Conti Re. Pone l’attenzione sulla riscoperta del tipico, che due secoli fa avveniva con contaminazioni mitteleuropee nel “Castello del più bello”, a Quattro Castella. “Intendiamo invitare a partecipare tutti coloro che operano con orgoglio e passione al lavoro quotidiano dei campi – spiega Lisa Ferrarini, 41 anni, presidente della “Latteria Madonna della Pietra di Bismantova”, nonché vicepresidente delle Fattorie Ferrarini S.r.l. – in quanto abbiamo intrapreso un percorso per valorizzare il patrimonio culturale, economico e ambientale delle nostre terre”.
IL NUOVO CASEIFICIO - Il nuovo polo produttivo montano, che sorge in località Berzana in via Vigna di Castelnovo ne' Monti, è autorizzato dal Consorzio del Formaggio del Parmigiano Reggiano con la matricola 110. Affianca lo storico caseificio di Puianello, il primo ad avere ottenuto la certificazione di filiera, dove attualmente si producono 24.000 forme ogni anno. La “Latteria Madonna della Pietra di Bismantova” ha riqualificato un’area di una precedente struttura dismessa: impiega 10 dipendenti e potrà produrre sino a 75 forme al giorno. Accanto sorge il nuovissimo punto di degustazione, in un pregevole ex edificio zootecnico ottagonale di ampio respiro.
“Vogliamo portare – prosegue Lisa Ferrarini - il segnale di una montagna viva, che può contare sull’eccellenza delle sue produzioni. Nella nuova struttura già ora stiamo utilizzando il latte degli allevamenti già certificati di Commenzano, Quara di Toano, Casina (certificato biologico) e Vezzano. Qui lavorano 19 persone e 10 terzisti e producono latte 1.300 bovini di razza Jersey e Frisona. Ma impieghiamo anche il latte di 15 aziende di Castelnovo, Ramiseto e Vetto con cui abbiamo stipulato accordi di filiera: controlliamo il processo produttivo dalla produzione di fieno in Appennino sino alla vendita del formaggio. Entro ottobre, completeremo il ciclo produttivo, trasferendo in montagna una nostra azienda di punta nella produzione di latte”.
DALL’EUROPA ALLA MONTAGNA, STRATEGIE CONTRO LA CRISI - Dopo le aziende di Rivaltella, Lesignano Bagni, Casatenovo, Lecco il Gruppo agroalimentare Ferrarini, già tra le più importanti imprese europee operanti nel comparto, investe in montagna in un momento di crisi per il Parmigiano Reggiano ...
“Sì, perché riteniamo che ci siano gli spazi. Basta a parlare di crisi. Da imprenditori riteniamo piuttosto sia ora di organizzare i fattori della produzione. Non solo: se è vero che quassù incidono molto costi di trasporto, qui si hanno altre agevolazioni, di tipo fiscale, economico, come i minori prezzi delle quote latte e del personale, o gestionale, come la disponibilità di pascoli e terreni che ben si prestano al nostro nucleo di bovine Jersey produttrici di un latte di qualità organolettiche straordinarie”.
Qual è la strategia manageriale per la gestione di aziende e del caseificio in Appennino?
“Alle aziende chiediamo il rispetto di quanto richiesto dal nostro sistema di qualità. In caseificio, oltre a questo, stiamo impiegando tecniche artigianali per la produzione, col ricorso a metodi il più possibile naturali. Ad esempio prevediamo che il latte non venga movimentato da pompe, ma si sposti attraverso percorsi a gravità. Pensando al cliente, l’intera camera del latte gode di finestroni che la rendono visibile all’esterno, per assicurare la visibilità di questo splendido processo. A Berzana sono già salite le grandi catene svizzere e giapponesi per rendersi conto di persona dell’altissimo livello qualitativo, tecnologico, nel rispetto dell’ambiente e del territorio. Non ultimo il punto di degustazione per far assaggiare al consumatore, sul posto, l’eccellenza del Parmigiano Reggiano e dei prodotti tipici che ne declamano la storia”.