Home Cronaca Comunità Montana. La minoranza di centrodestra: “Nessun bisogno di altri assessori”

Comunità Montana. La minoranza di centrodestra: “Nessun bisogno di altri assessori”

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I consiglieri di minoranza in Comunità Montana Paolo Bolognesi, Marino Friggeri e Marcello Malagoli hanno rilasciato la seguente nota, che volentieri pubblichiamo.

Nella seduta del 14 giugno scorso insieme a diversi altri colleghi della minoranza consiliare ci siamo espressi contro l’allargamento della Giunta comunitaria, passata ora a sette assessori dai quattro che erano nel corso della precedente legislatura.
Abbiamo argomentato la nostra contrarietà anche con motivazioni di natura economica, ribadendo quanto già detto in precedenti occasioni: l’equivalente della maggior spesa, conseguente appunto all’accresciuto numero degli assessori, andava preferibilmente utilizzato per sostenere il nostro sistema produttivo, che in questo momento sta mostrando segni di sofferenza e difficoltà, vedi la crisi ancora in atto nel settore del Parmigiano Reggiano.

Ogni qualvolta adduciamo questa tesi ci viene obiettato che la politica ha i suoi inevitabili costi, da doversi comunque considerare un buon investimento perché le strategie e le decisioni assunte dalla politica hanno poi ricadute positive sull'economia.
Ciascuno degli scriventi ha alle spalle una lunga militanza nelle file di un partito e non siamo pertanto tra coloro che ripudiano o minimizzano la funzione della politica, ma crediamo nel contempo che essa debba mantenere sempre una duplice sensibilità: riconoscere che i suoi costi non sono una variabile indipendente, tale da potersi estraniare dal contesto più generale, e non volersi sostituire ad altre forme di aggregazione e di rappresentanza che la società si è data (ma essere semmai pronta a fare, come si usa dire, un passo indietro). Secondo questa logica, prima di ipotizzare aumenti di spesa nella conduzione dell’Ente ci sembrava doverosa e prioritaria una ricognizione e una stima degli aiuti economici che possono oggi servire al mondo delle imprese agricole, artigianali, commerciali, turistiche ... ), fatta insieme alle associazioni di categoria e alle parti sociali, per vedere come potervi corrispondere; riteniamo infatti centrale il ruolo che questa pluralità di soggetti può svolgere nella tenuta e nella valorizzazione del nostro meraviglioso Appennino, in una con la difesa e la riscoperta di tradizioni e valori propri di questi luoghi.

Se malauguratamente vi fossero cedimenti nel corpo produttivo locale, le ripercussioni sul sistema montagna non sarebbero di lieve entità, anche per la rete dei servizi che è a sua volta una importante fonte di occupazione, e deve dunque esservi un corale impegno perché ciò non accada (nella stessa seduta consiliare abbiamo condiviso ed approvato la rinegoziazione dei mutui, che aumenta con immediatezza la liquidità e dunque le potenzialità di intervento, pur se si allungano i tempi di estinzione del debito).

Questo importante tema ha avuto ampio spazio in un nostro documento di inizio anno sulla Intesa Istituzionale, che è un nuovo strumento per poter beneficiare dei fondi regionali. In quelle righe ci proponevamo di individuare una cornice di priorità, che dovrebbe a sua volta far da guida e da indicatore nell’indirizzare e ripartire le risorse disponibili, vista la loro prevedibile limitatezza rispetto al fabbisogno complessivo.
Ciò non significa ovviamente che non vi siano altre esigenze da soddisfare, e quindi da sostenere finanziariamente, ma il discorso delle precedenze appare ineludibile, per non dire obbligato, ed è a nostro avviso specularmente applicabile anche alla vita degli organismi istituzionali, non fosse altro che per motivi di equità.

Venendo più specificamente al nostro caso, un esecutivo composto già da presidente e da cinque assessori non dava l’idea di essere debole sul piano numerico, tale da chiedere un ulteriore ampliamento, essendo altre le attuali priorità (almeno questo è quanto pensiamo).
Ora non sarà certo la corrispondente maggior spesa a decidere del futuro della nostra montagna, ma al di là delle cifre vi sono per noi ragioni di principio che alla stregua dei valori non sono mai da sottovalutarsi, pena il rischio di deludere e disorientare chi crede nella politica e negli esempi che essa può fornire. Il primato della politica si guadagna e si esercita a nostro parere con la capacità di interpretare e di governare le aspettative e le problematiche espresse dalle rispettive comunità, evitando soprattutto la tentazione di autoreferenziarsi, perché in questo modo la politica verrebbe inevitabilmente meno al proprio mandato
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