Sopralluogo da parte dei vertici di Regione, Provincia e Comune questa mattina a Baiso, per verificare l'andamento dei lavori su una delle frane attive più grandi d'Europa: i tre chilometri di fronte franoso che, muovendo circa 50 milioni di metri cubi di materiale, minacciano le frazioni di Levizzano, Cà Lita, Corciolano, Cassola e Carnione (in tutto una cinquantina di persone) e - in caso di ulteriore peggioramento - potrebbero compromettere anche la Fondovalle, il metanodotto e lo stesso alveo del Secchia.
Sul posto - accompagnati dall'assessore provinciale alla Protezione civile Luciano Gobbi, dal sindaco di Baiso, Paolo Bargiacchi, e dal direttore dei lavori, Nicola De Simone - si sono recati lo stesso assessore regionale Marioluigi Bruschini e i responsabili del Servizio Tecnico di bacino, Raffaella Basenghi e Gaetano Sartini. Quella di Cà Lita è infatti - come ha sottolineato lo stesso Bruschini - "una delle frane più brutte e complesse delle 35.000 che affliggono il territorio regionale". Dopo la forte riattivazione registrata in seguito all'ondata di maltempo del 2002, la frana è stata visionata più volte in passato dalla Commissione regionale Grandi rischi e nel 2004 la Provincia di Reggio ha richiesto la dichiarazione di stato di emergenza da cui, grazie anche all'intervento della Regione, è poi scaturita l'ordinanza ministeriale "Baiso-Canossa" con la quale il Governo ha stanziato 5 milioni di euro, destinati appunto anche all'altro comune matildico. A questi 5 milioni, la stessa Regione ha aggiunto un altro milione e mezzo di euro, "ma la somma è insufficiente visto che per la sola frana di Baiso, davvero tra le più problematiche d'Italia - ha sottolineato Bruschini - avevano stimato un fabbisogno di quasi 8 milioni di euro". "Il problema - ha aggiunto l'assessore regionale - è che lo Stato interviene soltanto nelle emergenze, mentre la difesa e la manutenzione del nostro territorio necessitano di uno sforzo programmatorio ed economico di lungo respiro: in molti casi, come a Baiso, vanno infatti finanziate opere perenni, che devono proseguire negli anni, perché gli interventi-tampone non bastano".
Grande soddisfazione - da parte degli assessori Bruschini e Gobbi e del sindaco Bargiacchi - è stata invece espressa sull'andamento dei lavori coordinati dal Servizio tecnico di bacino. Dopo che in inverno sono stati eseguiti lavori di sistemazione superficiale (drenaggi, trincee ecc.), in primavera sono partiti i cantieri per le opere in profondità: sono stati realizzati diversi pozzi drenanti, profondi 30 metri, in gradi di intercettare l'acqua della frana. Importante anche l'opera di monitoraggio che si sta eseguendo: sono stati effettuati carotaggi a profondità varianti dai 50 ai 90 metri per studiare la falda e verificare l'evoluzione del movimento franoso.
"L'avanzamento dei lavori è molto rapido, siamo addirittura in anticipo rispetto ai tempi concordati e potremo sfruttare al meglio la stagione estiva, prima dell'arrivo delle piogge autunnali - ha detto l'assessore provinciale Luciano Gobbi - Anche dal punto di vista tecnico si tratta di uno degli interventi più importanti e complessi a livello nazionale, un progetto innovativo che prevede, oltre ad opere di contenimento del fronte franoso, interventi di regimazione delle acque profonde e superficiali, a testimonianza dell'ottimo lavoro che gli uffici tecnici di Regione e Provincia, nonché il Servizio di bacino, sono in grado di produrre".
Nell'occasione l'assessore Gobbi e il sindaco Bargiacchi hanno anche espresso il loro ringraziamento alla Regione ed in particolare all'assessore Bruschini "per la grande attenzione che è stata riservata alla nostra provincia, a questo nostro territorio liso che purtroppo necessita di cure continue".